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Come arredare il soggiorno in stile Vintage
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Tra gli stili più amati, il vintage è quello più adatto a chi subisce il fascino del passato e vuole circondarsi di un'atmosfera che si riallacci ad altre epoche e lo faccia viaggiare nel tempo.  Uno dei punti di forza dello stile vintage è la sua costante attualità che resiste al susseguirsi delle tendenze stagionali anche grazie alla sua capacità di mescolarsi bene con altri stili.  Per arredare il tuo salotto in stile vintage non hai regole precise da seguire, ma puoi mescolare elementi provenienti da diverse epoche in modo eclettico cercando di ottenere una combinazione armoniosa. Anche per quanto riguarda i colori si possono mescolare con estrema libertà colori vivaci a colori neutri, dando vita ad un mix piacevole dato dall’alternanza di tonalità.  In linea di massima, se si vuole ottenere un effetto gradevole bisogna sforzarsi di bilanciare i differenti elementi. Un mobile vintage risalterà meglio se ha dello spazio intorno e se ci sono colori a contrasto sullo sfondo. Un trucco per arredare un salotto in stile vintage senza appesantirlo troppo è quello di mescolare dei mobili retrò con dei pezzi più contemporanei dalle linee semplici, ottenendo così un mix eterogeneo che metta in valore gli elementi con più personalità. Mobili per un soggiorno in stile Vintage I mobili vintage originali hanno un fascino indiscutibile, reso ancora più unico da quella patina del tempo che si va a formare su questi oggetti aumentandone il carattere. Inoltre, si può trattare di pezzi che contribuiscono a rendere unico il tuo soggiorno non essendo mobili in larga produzione ma di esemplari rari e difficili da trovare in buone condizioni.  A differenza dei mobili antichi che si possono comprare nei negozi di antiquariato, per scovare un mobile vintage autentico bisogna cercare nei negozi di modernariato o tra le bancarelle specializzate. Si tratta di mobili prodotti nella seconda metà del ‘900 e si contraddistinguono per l’utilizzo di materiali come la formica, l’impiallacciatura, i dettagli in ottone o più in generale metallici, le linee leggere e slanciate rispetto ai mobili classici, l’introduzione di colori grazie alla verniciatura. Molti sono pezzi di design ed in questo caso il loro costo può essere piuttosto alto, altri invece sono produzioni anonime che si possono trovare più a buon mercato. In alternativa si possono utilizzare mobili che si ispirano a questo stile ma di produzione contemporanea, l’effetto però sarà più artificioso, mentre probabilmente il comfort sarà maggiore. Tra i mobili vintage per eccellenza non può mancare in soggiorno una madia retrò, da posizionare bene in vista come protagonista assoluta di questo ambiente. Si può utilizzare anche come mobile TV, o meglio come supporto per un bel giradischi. Un altro must have per arredare un salotto in stile vintage sono le poltroncine imbottite, spesso caratterizzate da gambe e braccioli in legno, che si possono tappezzare con tessuti moderni per attualizzarle ed integrarle meglio nella propria zona giorno. Stile Vintage: colori per arredare un soggiorno Una zona giorno in stile vintage può avere differenti effetti in base ai colori predominanti. Naturalmente le tonalità utilizzate per le pareti sono quelli che più influiscono nella definizione dell’ambiente generale essendo applicati su superfici ampie. Un soggiorno con pareti bianche avrà quindi un impatto molto differente rispetto ad uno con pareti tinteggiate con un’intensa tonalità di rosso. Colori pieni e scuri danno atmosfera sofisticata ed avvolgente che si addice bene allo stile vintage, ma chi vuole ottenere un ambiente più soft può puntare invece su tonalità pastello.  Accessori per decorare un soggiorno in stile Vintage Per personalizzare il proprio salotto in stile vintage va dedicata grande attenzione a tutti gli oggetti decorativi. Qualche oggetto vintage trovato in cantina o acquistato in qualche mercatino, se messi in valore, aiutano a definire lo stile del soggiorno e lo renderanno familiare ed accogliente. Anche in questo caso si può fare un mix tra elementi vintage ed elementi più moderni e caratterizzati da linee semplici, in modo che questi ultimi siano meno appariscenti rispetto a ciò che si vuole mettere in evidenza. Ad esempio, una vecchia macchina da scrivere, delle scatole in latta o semplicemente delle cassette in legno lavorate dal tempo donano un contributo significativo nella definizione di un salotto in stile vintage.  Se hai dei bei vinili utilizzali per dare un tocco decorativo particolare fissandoli ad una parete come se fossero quadri. L’effetto nostalgico è assicurato. Si può riuscire a dare un’atmosfera vintage anche all’interno di una casa moderna e minimalista se si utilizzano mobili ed accessori in stile. Le linee epurate ed i materiali architettonici delle case attuali possono essere sfruttati come una tela bianca su cui esporre i propri arredi ed oggetti trovati nei mercatini. Questi infatti sono molto riconoscibili ed in un ambiente contemporaneo vengono messi in risalto per contrasto. Una bella radio in legno è un esempio degli accessori che si possono utilizzare per decorare il salotto in stile vintage affiancati a mobili in legno dalle linee tipiche degli anni '60 e 70’. Illuminazione in stile vintage per il soggiorno Per un perfetto salotto in stile vintage anche la scelta dell’illuminazione ha il suo peso. Una delle lampade vintage per eccellenza è la classica lampada da scrivania orientabile, detta anche lampada da architetto. Queste sono state realizzate anche in versione extralarge da utilizzare come illuminazione da lettura se posizionate accanto ad un divano o ad una poltrona. Un oggetto come questo, utilizzato nel salotto per illuminare, ha anche la funzione di arredo essendo un elemento dal carattere deciso.  Lo stile vintage può avere diverse sfumature e prende spunto da alcuni luoghi esterni alle case, come le fabbriche, i set cinematografici o i laboratori fotografici. Elementi appartenenti a questi ambienti vengono estrapolati dal loro contesto d’origine e trasportati nelle abitazioni dove si mescolano perfettamente con gli altri arredi. Un esempio tipico sono le lampade da fotografo che con il loro stile allo stesso tempo industriale e retrò rafforzano l’identità del salotto.  I lampadari in metallo dall'effetto anticato ricordano lo spirito dei loft e donano un'impronta stilistica molto marcata nel salotto.  Stile vintage: materiali per il soggiorno dal fascino retrò I materiali che si utilizzano sono molto importanti per ottenere l’effetto desiderato nell’arredamento. Un soggiorno in stile vintage necessita di materiali che lasciano trasparire i segni del tempo come il legno grezzo ed il metallo utilizzato per mobiletti e cassettiere. Per quanto riguarda i tessuti il velluto ha un posto d’onore ma anche il cuoio utilizzato per poltrone e divani capitonnè rientra a pieno nello stile vintage di stampo più industrial.
Open space, soggiorno con cucina o ambienti separati?
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Quando ci si trova ad affrontare dei lavori che interessano il rifacimento della zona giorno, uno dei dubbi che può sollevare il progetto di interior design, è dato dalla suddivisione degli spazi del living e della cucina. La moda che negli ultimi anni ha dettato le regole, è stata quella di realizzare degli open space che comprendano sia l'area cucina sia il soggiorno in un unico locale. Tra i vantaggi principali di un open space ci sono quelli spaziali e di luminosità: si sfrutta un unico volume per due funzionalità e si determina la maggiore circolazione di aria e luce nei locali, rendendoli più vivibili e confortevoli; una soluzione utile specialmente nei piccoli appartamenti. La zona giorno intesa come una fusione di cucina e soggiorno è ormai entrata nello stile di vita di molti italiani, o almeno nei desideri. Sopratutto per chi ama socializzare con gli ospiti, oppure condividere al massimo la zona giorno nella quotidianità. Ma è sempre un'idea valida? Guardando all'alternativa della classica divisione, è pur vero che l'open space può sembrare una tendenza ormai “inflazionata”. Inoltre, non consente il massimo della privacy, e i vantaggi a livello di vivibilità di ogni ambiente. In cucina odori del cibo e rumori degli elettrodomestici possono essere fastidiosi per chi desidera una zona living rilassante; inoltre, fornelli e credenze potrebbero essere in disordine quando si ricevono degli ospiti che, in un soggiorno diviso non se ne accorgerebbero. Vediamo qualche soluzione per collegare i due spazi, rispettando le diverse esigenze. Idee per un open space Per mettere in comunicazione cucina e soggiorno, l'interior designer può definire con successo una frammentazione dello spazio tramite diverse soluzioni. Le idee comprendono la suddivisione “fluida” tramite mobili separatori, isole della cucina, salotti; oppure serramenti interni come doppie porte scorrevoli, e persino divisori trasparenti per ampliare la percezione delle dimensioni interne. In altri casi, tramezzi o pareti in cartongesso creano distinzioni di volumi più definite, coinvolgendo lavorazioni più complesse negli interni. In ogni progetto, comunque, è sempre importante determinare dove si trovano gli erogatori di acqua e gas nelle posizioni iniziali, per procedere alla rimozione delle mura oppure alla creazione di un angolo cucina nell'open space. Soggiorno e cucina separati da porzioni di tramezzi Lontani dai sistemi modulari a parete, i tramezzi rappresentano la modalità di divisione più classica rispetto a questi due ambienti. Cucina e living rimarranno uniti nel vano unico, ma parzialmente distinti grazie a porzioni di tramezzi che possono posizionarsi in diverse modalità, ad esempio creando maggiore privacy per le zone di lavoro della cucina, con un effetto visivo di scissione più determinato; oppure semplicemente definendo le due spazialità attraverso un perimetro, nel caso ad esempio di tramezze basse; o attraverso una parete centrale che permette i passaggi lateralmente e suddividendo ancor di più i due ambienti sul profilo visivo. Si può ricorrere al cartongesso per creare una porzione di parete divisoria: per una soluzione facile e di veloce realizzazione, mentre si potrà ricorrere ad una muratura tradizionale nel caso in cui tali tramezzature si debbano prestare a particolari ancoraggi del mobilio. Per chi vuole definire un progetto di open space con la realizzazione di porzioni di tramezzature, se in alcuni casi basterà realizzare dei lavori di abbattimento di porzioni di murature esistenti, nel caso questi ambienti fossero tra loro adiacenti, in altri casi sarà necessario un intervento ben progettato anche in funzione degli arredi. Naturalmente, per entrambi i casi, questo tipo di intervento è assoggettato alla presentazione di una pratica al comune (Cila). Mobili divisori per soggiorno e cucina indipendenti In questo tipo di risoluzione del dilemma tra open space e ambienti separati, le strutture di arredo stesso segnano i due spazi. Si possono dividere le stanze con mobili semi-aperti per esempio con librerie o mobili bifacciali che lasciano passare la luce, e creano anche degli effetti scenografici in un ipotetico ingresso alla zona living. Per una divisione maggiore, possono essere utilizzati i mobili stessi della cucina relativi a pensili sospesi e credenze, con sistemi che lasciano nel centro la visibilità verso il soggiorno. La divisione tramite mobili, ovviamente, dovrà considerare gli ingombri dell'open space e l'elemento-chiave della luce se la finestra è unica. Da tempo nelle tendenze di home decor, come arredi per la suddivisione vengono utilizzati dei pannelli separatori in legno o altri materiali, che cambiano lo scenario in base alle esigenze. Un'alternativa alla classica parete oppure al mobile divisorio, che scinde gli spazi con eleganza. Soggiorno comunicante con cucina attraverso porte scorrevoli In un progetto di cucina aperta con il soggiorno adiacente, spesso la zona giorno viene resa abitabile in modo pratico tramite un sistema di porta scorrevole. Questa soluzione “mobile” per la continua possibilità di apertura / chiusura, viene affidata alle porte che fanno slittare le ante mobili centrali su quelle fisse laterali, in modo agevole. Questi ingressi consentono una comoda circolazione tra i due ambienti, e avvantaggiano la casa nel risparmio di spazio. Nei piccoli appartamenti, infatti, una porta scorrevole a scomparsa consente tra i locali il passaggio di luce e aria, senza ingombrare con il battente della porta aperto. La porta scorrevole è una barriera che può essere chiusa nei momenti in cui per gli ospiti è ideale avere più di privacy, mentre può rimanere aperta ampliando gli spazi e mettendoli in comunicazione. Divisori trasparenti per separare un open space Tra i sistemi di separazione tra cucina e living più diffusi ed economici, sono richiesti i divisori trasparenti oppure semi-trasparenti. Questi separatori sono formati in genere da pareti di vetro con pannelli fissi (in alcuni casi anche scorrevoli o mobili), in un gioco di suddivisione che, in realtà, crea continuità tra gli ambienti a livello visivo. Sono tanti i sistemi modulari proposti da architetti e designer d'interni; vengono concepiti con profili di alluminio o metallo, e ante di materiali trasparenti come il cristallo, oppure in vetro satinato, decorato, con sfumature colorate o riflettente. Tali sistemi vengono realizzati su misura da artigiani professionisti e pertanto possono essere personalizzati secondo specifiche esigenze. Per chi sceglie il design minimalista, i sistemi mobili con divisori “tutto vetro” dotati di profili minimi, creano non solo vantaggi a livello di luminosità ma anche effetti di ricercatezza nello stile dell'open space.
Porte raso muro: una scelta di design
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Le ultime tendenze dell'interior design più raffinato, le hanno elette come le porte eleganti per eccellenza, perfette per trasmettere la purezza del design minimalista e ampliare gli spazi. Una porta raso muro comunica questi valori perché annulla cornici, stipiti, cerniere, coprifili: rappresenta la scelta prediletta per chi cerca un sistema di passaggio tra gli ambienti, che non interferisca con lo stile degli arredi, mantenendo gli ambienti eleganti ed essenziali. Una porta con queste caratteristiche di “invisibilità”, inoltre, può essere utile a nascondere vani di servizio come ripostigli e armadi a muro. Solitamente viene scelta per poterla confondere completamente con il muro, rendendola impercettibile: applicando, a tal fine, un trattamento superficiale unificato con le pareti circostanti. Definite anche come sistemi filo muro, queste porte presentano la particolare tecnica di montaggio per cui il telaio sparisce all'interno del muro stesso, e rimangono allineate perfettamente ad una delle due superfici del tramezzo ove è inserito. Si utilizzano di solito cerniere a scomparsa per il totale allineamento con le ante, e in diversi modelli sono disponibili anche maniglie a scomparsa. La porta sembra uscire dal muro quando la si apre ed esce il battente, mentre nei casi in cui è dotata di un sistema di anta scorrevole a scomparsa, sembra persino scomparire nel muro stesso anche aperta - il contro-telaio interno alla parete, ingloba le ante al suo interno. Questa soluzione scorrevole necessita, però, di maggiori lavori di muratura. Porte raso muro battente: confonderla con la parete Quando si sceglie un sistema a battente la porta, una volta chiusa, si mimetizza completamente con le mura. Senza interrompere la continuità visiva della parete, le porte filo muro creano un gioco di invisibilità, soprattutto se sono tinteggiate o decorate come il muro stesso, e le maniglie vengono sostituite con sistemi a pressione per l'apertura. Una scelta di arredo perfetta per chi desidera un'estetica minimale, e per creare decorazioni su superfici ampie, che non vengano interrotte dalla porta ma la includano. Per questo motivo, si trovano in vendita porte grezze senza rifiniture, in modo che sia possibile dipingerle o coprirle con la carta da parati. Le porte raso muro sono, quindi, adattabili ad ogni tipo di ambiente e di progetto di interior design. Porte raso muro in legno e laminato  Il materiale per eccellenza delle porte interne, il legno, spesso si accorda anche con gli arredi, gli infissi, e boiserie nei progetti di interior design che prevedano dei rivestimenti in legno per le pareti. Scegliendolo per una porta filo muro, il legno valorizza lo stile di arredo con eleganza e calore, e può definire in questo caso uno stacco estetico dalle pareti di varie tinte. Si abbina in modo facile alla maggior parte delle tonalità, anche grazie alla consuetudine estetica che il nostro occhio ha con questo materiale. Nelle versioni di legno chiaro o non trattato, può inserirsi benissimo, in grande eleganza, nelle case arredate secondo lo stile nordico oppure rustico. Il laminato imita gli effetti del legno massello nell'aspetto, ma in realtà è costituito da una fibra di legno pressata e sottoposta ad un trattamento che la rende resistente all'usura del tempo e dell'utilizzo, ovvero a graffi, urti e macchie. Sono proprio queste caratteristiche che rendono le porte raso muro in laminato utili per ogni progetto di interni che preveda delle porte solide, pratiche e con le caratteristiche estetiche del legno. Personalizza le porte a filo muro Per renderle mimetiche, oppure in contrasto con le pareti, le porte vengono personalizzate durante i lavori di costruzione o ristrutturazione degli interni. Si parte dalla scelta dei materiali e delle finiture, molto ampia, fino agli accessori come maniglie e cerniere. Si possono personalizzare con tinte e decorazioni, con satinature e stampe in vetro temperato; sono tante le possibilità anche per realizzarle con metallo, rivestimento in pietra, e persino in pelle. Un'altra possibilità è quella di rivestire queste porte con la malta cementizia, per un effetto suggestivo, oppure far verniciare le facciate del pannello con laccatura opaca, lucida; persino a specchio per un tocco glamour nell'arredo. Nelle decorazioni, una porta raso muro può essere dipinta con disegni d'autore, per spiccare come un vero complemento artistico, altrimenti con effetti ottici tali da renderla ancora più integrata nella parete. Chi sceglie di rivestirla con la stessa carta da parati della muratura, può affidarsi alle tante varianti di forme e colori disponibili, create anche in TNT (tessuto non tessuto) e in vinile. Porte raso muro in vetro: elegante e trasparente La massima luminosità e il rigore delle linee, si uniscono nelle creazioni in vetro, ricercate nella lavorazione e negli effetti. I pannelli montati sono in vetro temperato, ossia trattato per essere utilizzato in totale sicurezza; in queste porte raso muro il vetro trasparente permette di creare effetti di luce unici, in particolare quando sono presenti sabbiature e satinature esclusive, che le rendono dei veri gioielli di design e arredo interni. Nella maggior parte dei casi i pannelli in vetro temperato sono realizzati con lastre in vetro satinate a tinta unita e sfumata. Queste porte rendono la superficie della porta a vetri opaca, in modo da assicurare la privacy degli interni ma anche la possibilità alla luce di filtrare. Porte raso muro: prezzi e montaggio I costi di questo tipo di serramenti varia in base ai materiali e alle finiture prescelti, mentre i prezzi aggiuntivi per il montaggio, sono definiti dalla necessità o meno di eseguire dei lavori in muratura, cartongesso e cablaggio dei fili elettrici. In linea di massima, un sistema filo muro composto dalla porta a battente e dal controtelaio parte da modelli di base intorno ai 400-500 Euro, per porte con dimensioni standard e senza personalizzazioni. Per i modelli di porte raso muro scorrevoli, invece, il prezzo di partenza è di circa 600-700 Euro. Si passa a modelli più sofisticati con circa 800-1.000 Euro, in particolare per sistemi filo muro non standard ma su misura; fino a superare i 2.000 Euro per porte in vetro o legno massello personalizzate. Il costo del semplice montaggio porte, senza lavori in muratura, può aggirarsi intorno ai 70-100 euro, mentre per alcuni rivenditori è compreso nel prezzo della porta come servizio incluso. Il costo di installazione di una porta scorrevole può avere una maggiorazione rispetto alla battente, tra le 30 e le 50 euro cadauna.
Idee e consigli per una camera da letto in stile scandinavo
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Lo stile scandinavo è uno dei più amati e in voga del momento, molto apprezzato in ogni ambiente della casa ma soprattutto per realizzare una camera da letto dal sapore nordico, minimal ma oltremodo accogliente e confortevole. Le colorazioni tenui, i materiali semplici e legati alla natura, insieme a geometrie essenziali lo rendono un vero e proprio trend da seguire nella progettazione della propria zona notte. La familiarità, il candore dei tessuti, i colori pacati e l’illuminazione naturale favoriscono a realizzare una camera da letto in stile scandinavo dove tutto è ben definito e studiato affinché lo spazio sia organizzato e strutturato per beneficiare di quelle sensazioni placide e tranquille che devono necessariamente connotare la zona della casa dedicata al riposo.   I punti fondamentali sui quali è doveroso intervenire in un progetto di interior design di una camera da letto, affinché venga presentato al meglio lo stile scandinavo, riguardano: i colori; gli arredi; i rivestimenti murali; i pavimenti; la luce artificiale. Colori: quali devono essere predominanti E’ evidente che il bianco sia il colore per eccellenza utilizzato in questa tipologia stilistica. Una camera da letto in scandinavin style non può prescindere dall’impiego di tale tonalità che molte volte sfocia in soluzioni ospitali ed eleganti in total white, per nulla fredde o asettiche. Una colorazione che porta la mente a concetti di igiene, serenità e rilassatezza dove il superfluo e i fronzoli non sono contemplati. Naturalmente, inserire dei tocchi colorati qua e là, per chi trova che il bianco sia sovrabbondante, è una pratica comune e comunque in linea con il mood finale che si vuole raggiungere. Tinte altrettanto tenui, come i vari rosa o arancioni pesca, aumentano il calore di una camera da letto in stile scandinavo pur mantenendone i tratti e i canoni essenziali. Anche i grigi sono oltremodo utili per smorzare il candore della linearità del bianco assoluto. Coperte, tappeti, tende e cuscini, ottemperando alle loro funzioni primarie e funzionali, fungono da punti focali per donare un look accattivante a uno stile scandinavo più contemporaneo. Arredi: quali complementi e accessori scegliere Legno, legno e ancora legno! Ecco lo spirito dello stile scandinavo in una camera da letto che privilegia il materiale naturale per eccellenza e più utilizzato per arredi e complementi in genere. E se gli elementi che di solito caratterizzano una zona notte sono il letto, con relativi comodini, un capiente armadio, un comò e altri accessori quali sedute e toelette, per arredare invece una camera in stile scandinavo è bene sovvertire l’importanza di ciò che deve essere presente in questo spazio della zona notte. Il letto è il padrone di questo ambiente, semplice e dimesso, con essenziale struttura in legno e nella maggior parte dei casi senza testiera, ma non per questo meno incantevole e delizioso. Per gli amanti del DIY, è possibile inserire zone d’appoggio imbottite ancorate direttamente alla parete con tessuti tono su tono o a contrasto. I grandi armadi 4 stagioni, non trovano sicuramente in questo stile, la loro collocazione. Le case nordiche prediligono mobili a muro contenuti con ante a libro per ottimizzare gli spazi esigui. In molti casi vengono impiegati appendiabiti a vista facilmente removibili o a discesa e realizzati con legno di recupero che fungono da asta per grucce e attaccapanni. Per completare l’arredo è doveroso dimenticare i tradizionali comodini che in uno stile scandinavo, sono sostituiti da elementi apparentemente disarmonici, come scatole, scalette o tavolini di recupero e quasi mai utilizzati in coppia. Infine, quali accessori scegliere? Davvero pochi ed essenziali. In generale sono i tessuti che completano il look in una camera da letto in stile scandinavo e che rendono l’atmosfera fresca, ordinata e distensiva. Morbidi piumoni che sembrano nuvole, soffici tappeti pelosi e tendaggi leggeri e svolazzanti contribuiscono a raggiungere il completamento dell’obiettivo finale. Pareti e trattamenti superficiali Nessuna particolare tecnica di pittura o utilizzo di elementi aggiuntivi, quali carta da parati, è contemplata per uno stile scandinavo in camera da letto. I muri, tinteggiati nuovamente in bianco o in alcuni casi in varianti di grigi, devono risultare i più neutri possibili e lasciati alla loro quasi totale essenza. Non è consueto infatti vedere quadri o specchi appesi, molto più usuale appoggiarli a terra e spostarli all’occorrenza. Poche varianti per le pareti sono previste se la camera da letto in stile scandinavo è situata in una mansarda dove le pareti possono essere costituite da mattoni lasciati a vista o perlinate. Anche in questa soluzione è il bianco che prende il sopravvento e unifica lo skyline con l’ambiente circostante. Pavimenti: quali sono i più indicati Ideale per la scelta dei pavimenti, il parquet in legno sbiancato o verniciato se preesistente. Come per le pareti la posa, di solito di lunghe assi con dimensioni importanti, non segue regole e modalità particolari. Vengono posizionate direttamente a correre senza schemi stabiliti. E’ possibile, naturalmente far subentrare delle varianti per coloro che amano il caldo colore del legno e desiderano inserire un elemento comunque tipico dello stile scandinavo nella sua forma e finitura più naturale. Illuminazione: lampade e sistemi La luce naturale, nelle regioni nordiche, è di assoluta e vitale importanza, infatti è prassi comune che architetti e progettisti inseriscano serramenti con ampi vetri e minimi telai nelle abitazioni, in modo da poter usufruire del maggior numero di ore di luce possibile durante la giornata e dove oscuranti, interni ed esterni, non vengono quasi mai inseriti o utilizzati in modo parsimonioso. In una camera da letto in stile scandinavo, avviene la medesima cosa e le lampade e i sistemi di illuminazione artificiale vengono ridotti ad una minima e indispensabile presenza. Se l’altezza lo permette, alcuni lampadari a discesa in rattan, decentrati e poco invasivi, trovano una perfetta collocazione per ottenere un’illuminazione diffusa ma pacata. Piccole lampade task lighting o leggere piantane sostituiscono i classici abatjour, così come faretti orientabili e applicati a parete sopra la testiera del letto. Sistemi alternativi sono poi costituiti da lampadine lasciate a vista con fili pendenti poco invasive e utili.
Frigorifero in cucina: idee, caratteristiche, dimensioni
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  Il frigorifero è uno tra gli elettrodomestici più importanti e scegliere quello maggiormente adatto in cucina non è davvero impresa facile, in special modo se ci si deve approcciare ad un acquisto seguendo le varie correnti di pensiero e proposte presenti sul mercato odierno. Districarsi fra innumerevoli idee e soluzioni, con tipologie di aperture differenti, modelli diversi e funzioni particolari, può divenire davvero problematico perché non si riesce a cogliere nell’insieme la somma delle caratteristiche più idonee e adeguate per le nostre effettive esigenze. Tutti i frigoriferi assicurano ormai le medesime classi energetiche elevate (A+++) e dispositivi ottimali che garantiscono il perfetto funzionamento dell’elettrodomestico con consumi contenuti e assenza di rumorosità. Il sistema no frost, che non implica il periodico sbrinamento manuale, è praticamente un elemento intrinseco in ogni prodotto. Dimensioni, capienza, aperture, termostati, spie e suoni, sono invece alcuni dei caratteri che devono essere controllati durante la fase di supervisione, perché differenziati nei vari modelli e che dovranno necessariamente coniugare un’ottima resa e funzionalità del frigorifero stesso ad un’estetica impeccabile. Scopriamo insieme le tipologie più utilizzate e le loro qualità. Frigorifero da incasso: soluzione elegante e a scomparsa E’ il tipico frigorifero utilizzato in ambienti dove si vuole mantenere una certa linearità nella geometria dei complementi d’arredo per mantenere un profilo pulito e armonico. Ritornato in voga nelle cucine minimal contemporanee, è impeccabile in soluzioni uniche, con frigorifero nella parte superiore e vano freezer posto in basso (combinato) ma con aperture indipendenti dove le porte vengono avvitate direttamente alle ante del mobile cucina stesso per una soluzione elegante e a scomparsa, in special modo dove semplici gole sostituiscono le tradizionali maniglie. A differenza dei modelli a doppia porta (celletta freezer in alto e vano frigo nella parte inferiore), il congelatore in basso è molto più capiente e per esigenze di classe ed efficienza energetica i vani separati vengono alimentati da due differenti motori garantendo anche un risparmio economico. Le dimensioni sono standard, comprese tra i 54 e i 56 cm e vanno di pari passo con il vano ospitante che solitamente ha una larghezza di 60 cm. L’altezza è di poco meno 180 cm ma alcune aziende propongono dei modelli più capienti che arrivano sino ai 190 cm.  Frigorifero a doppia porta con congelatore superiore Un frigorifero a doppia porta è la soluzione ideale per coloro che prediligono una capacità superiore del vano frigo rispetto a quella del congelatore, posizionato nella parte alta dell’elettrodomestico. La classica celletta della zona superiore viene utilizzata per contenere pochi elementi, magari perché in alternativa si possiede un freezer a pozzetto che espleta in modo egregio la funzione di surgelatore e non si ha dunque la necessità di avere un doppione in cucina. Si può trovare sia in soluzioni da incasso che a libera installazione con dimensioni pressoché imposte: 55-60 cm di larghezza e 150-170 di altezza. Possiede un motore che alimenta entrambe le zone con un termostato unico che attraverso una manopola posizionata all’interno del frigorifero, ne regola la temperatura. Molto originali e dal design ricercato, i modelli anni ’50 riproposti da alcuni brand che con stile e tendenza, hanno voluto dotare questa tipologia di semplice frigorifero a doppia porta di un look accattivante e alla moda. Frigorifero esterno combinato: libera installazione e comodo Per chi non ha la possibilità di inserirlo in linea con la cucina per motivi di spazio, o ama osservare il proprio elettrodomestico in tutta la sua bellezza estetica, ecco che il frigorifero esterno combinato fa al caso suo. Tali prodotti sono stati pensati per aumentare il valore di una cucina offrendo la possibilità di personalizzare il look dell’ambiente maggiormente vissuto della casa. La praticità e comodità di questa tipologia è quella di poter essere installato liberamente, senza vincoli di arredi e, all’ occorrenza, essere riparato o sostituito in maniera più rapida rispetto ad altri modelli.La parte del freezer è oltremodo capiente e posizionata nella parte bassa del frigorifero esterno combinato. Le due celle sono alimentate da motori separati, con termostati indipendenti, in modo da poter controllare e spegnere in modo autonomo le due zone. Le dimensioni comprendono una larghezza che va dai 60 cm ai 75 – 80 cm a seconda dell’azienda produttrice considerata, con un’altezza che varia tra i 150 cm e i 200 cm. Frigorifero side by side per una massima capienza Denominato anche frigorifero americano, questo modello side by side, è dotato di due porte verticali dove a sinistra è collocato il congelatore e a destra il vano frigo, con una capacità proporzionata e distribuita nelle percentuali di 25% per l’area frezeer e 75% per quella della cella frigorifera stessa.  È probabilmente il modello più capiente tra quelli presenti in commercio dove le parti che lo compongono sono ideate per funzionare in modo svincolato e autonomo, sia nei circuiti di raffreddamento (termostati separati), che nell’alimentazione del compressore (due motori). Disponibili nella versione a libera installazione, ma frequentemente posizionati in nicchie nel muro o predisposte nei mobili cucina, hanno una forte personalità e dimensioni elevate, in special modo nella larghezza che può raggiungere anche i 100 cm per un’altezza ordinaria che si attesta sui 180 cm. Possono essere caratterizzati da optional utili e suggestivi, quali l’erogatore esterno di acqua e ghiaccio o la cantinetta a vista per riporre bottiglie di vino. Frigorifero french door Stile unico, grande capienza e insuperabile comodità. Ecco alcune caratteristiche di un frigorifero french door, ideato per ottimizzare lo spazio interno di un grande e usatissimo elettrodomestico secondo tecniche razionali, innovative e tecnologiche. Estetica originale, connotata da due porte nella zona superiore e uno o due cassettoni in quella inferiore, coniugando un design rigoroso e lineare a una capacità ottimale e calcolata. Sono proprio questi ultimi ad essere organizzati in modo esemplare per poter posizionare e disporre in modo più ordinato gli alimenti ed estrarli in maniera più semplice. Di solito possiedono un filtro anti-odore che impedisce anche la formazione di batteri e una peculiare illuminazione a led che preserva nel tempo i cibi. Il funzionamento è autonomo per le due parti con regolazione indipendente della temperatura. Tramite sistemi e comandi touch esterni, è maggiormente pratico regolare le varie mansioni presenti nel frigorifero french door permettendo un attento controllo senza dover aprire in alcun modo le porte del frigorifero stesso. I consumi sono contenuti già per la classe energetica A+ e le dimensioni rientrano nelle consuete misure con larghezza standard di 70 cm.
Come scegliere il piatto doccia per il proprio bagno
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La scelta del piatto doccia è nella maggior parte delle progettazioni, legata allo stile e al look che si vuole realizzare nell’ambiente del bagno. In realtà alcuni materiali sono estremamente versatili e adattabili a differenti proposte stilistiche ed estetiche tanto da rendere qualsiasi spazio unico e originale. Tra le opzioni presentate da aziende produttrici e designer esistono 5 soluzioni che vengono impiegate più largamente rispetto ad altre, poiché i materiali utilizzati possiedono le migliori qualità di praticità, efficienza e funzionalità, legate a fattori artistici armoniosi, aggraziati e contemporanei. Vediamoli insieme! Piatto doccia in legno Le pedane utilizzate per realizzare un piatto doccia in legno, stanno trovando larghi consensi nell’ambito bagno, soprattutto per i suoi caratteri naturali e legati all’utilizzo di materiali eco compatibili in casa. In commercio esistono due tipologie di pedane in legno: quelle mobili, ovvero estraibili all’occorrenza da un piatto doccia in altro materiale, di solito in ceramica, e riadattato per ospitare un nuovo appoggio e quelle fisse che costituiscono il vero piano di calpestio della doccia stessa. Per coloro che ritengono che il legno sia un materiale da non utilizzare dove vi è molta presenza di acqua è bene sfatare qualche mito. Un piatto doccia in legno marino, come quello utilizzato appunto in ambito nautico, ha peculiarità eccellenti e trattato proprio per resistere all’ umidità e alla formazione di muffe e funghi. Ma anche altre essenze possiedono peculiarità eccellenti che rendono un piatto doccia in legno, un prodotto funzionale ed efficiente oltre che oggetto di tendenza in un bagno di stile. L’iroko, il wengé e il teak sono anch’essi refrattari agli agenti atmosferici e a tutto ciò che ne consegue, oltre ad essere molto apprezzati per le proprietà antiscivolo con trattamento superficiale realizzato con agenti battericidi naturali. Piatto doccia in ceramica I piatti doccia in ceramica erano la scelta tradizionale che veniva fatta fino a pochi anni or sono quando si doveva decidere di acquistare un nuovo supporto per la doccia del proprio bagno, poiché garantiva facilità di manutenzione e pulizia nonché eccellente resistenza nel corso del tempo. Alcuni limiti però, come piccole ma visibili crepe e la pesantezza del materiale stesso, hanno fatto sì che la ceramica venisse leggermente accantonata, anche per la sua indiscussa scivolosità. Questo materiale, considerato idoneo allo scopo di realizzare un piatto doccia per l’interno di un bagno, è però stato ripensato nelle forme e nelle altezze per adattarsi alle contemporanee esigenze e alle versioni tecnologiche e innovative richieste dal mercato. Un piatto doccia in ceramica moderno è ormai un ultrapiatto con spessore di circa 3 cm senza bordature antiestetiche e proposto in vari modelli rettangolari, quadrati e angolari e con dimensioni standard o personalizzate su richiesta. Inoltre, come per gli altri materiali, un piatto doccia in ceramica, può essere installato a filo pavimento, anche se nella maggior parte delle realizzazioni viene ancora montato in appoggio. Piatto doccia in resina Un materiale molto in voga, da quando è stato studiato per essere impiegato nel settore casa, è sicuramente la resina denominata anche marmo ricomposto dove miscele naturali, rispettose dell’ambiente, hanno dato origine a un prodotto straordinariamente consistente, robusto e durevole. Per questi connotati è diventato ormai una delle prime scelte in ambito di piatto doccia associato ad ulteriori qualità come: l’essere riparato con facilità anche senza l’intervento di un professionista; l’essere proposto in svariati colori con una finitura superficiale in gelcoat che rende il piatto doccia in resina luminoso e protetto dalla possibilità di formazione di macchie dovute alla presenza di acqua; la capacità di trattenere il calore e avere un piano di calpestio liscio ma non scivoloso; la possibilità di essere tagliato con semplicità per essere impiegato in realizzazioni di piatti doccia su misura, con dimensioni e forme particolari. Tutte queste caratteristiche rendono un piatto doccia in resina, la soluzione più utilizzata quando si deve progettare o rinnovare un bagno, grazie anche alla naturale classe e ricercatezza, in special modo nelle installazioni a filo pavimento, che rendono glamour e chic qualsiasi box doccia. Piatto doccia in pietra L’intento di utilizzare un piatto doccia in pietra naturale, è indubbiamente quello di impiegare un materiale di alta qualità che durerà nel tempo. Chi propende per una scelta di questo tipo, intende realizzare un bagno unico, distintivo e particolare dove il rivestimento del piatto doccia non è unicamente funzionale ma decorativo e legato a raggiungere un risultato esteriore eccelso. Molto utilizzato il travertino dalle venature impeccabili, o la pietra di Luserna proposta in una varietà di colori, o ancora la pietra lavica disponibile in grigio e nero. Tutti materiali per un piatto doccia in pietra resistente agli sbalzi di temperatura, con la capacità di contrastare particolari attriti e con un piano leggermente ruvido e antiscivolo. L’unico neo nella scelta di un piatto di doccia in pietra, è l’innegabile porosità del prodotto che richiede una maggiore accuratezza nelle fasi di pulizia e difesa contro l’accumulo di calcare. Piatto doccia in corian I professionisti del settore casa, dagli architetti agli interior designer, optano in molteplici casi per l’utilizzo del corian nelle progettazioni di alcuni ambienti di casa, come la cucina o il bagno. Questo materiale innovativo è il risultato della miscelazione di minerali naturali e polimeri di tipo acrilico, ideale per la creazione di un piatto doccia di design di elevato pregio con connotati tecnologici che migliorano l’utilizzo di un bagno esaltandone al contempo il valore estetico. Un piatto doccia in corian è oltremodo versatile e pratico. E’ un materiale omogeneo, durevole e non poroso. Molto apprezzato per la sensazione vellutata già percepibile al solo sguardo, che infonde calore al tocco e signorilità anche al bagno più minimalista. Come per uno in resina, un piatto doccia in corian può essere facilmente adattato a lavorazioni su misura e personalizzate, è oltremodo igienico e immediato da pulire. Alta tenuta, resistenza, ripristino e facilità di conservazione sono altri tra i numerosi vantaggi già elencati per un piatto doccia in corian che in ogni occasione sa davvero coniugare design e alta efficienza.
Finestre sul tetto: lucernari su misura per la casa
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Come per qualsiasi altro ambiente, la scelta dei nuovi infissi è importante per una serie di validissimi motivi, tutti improntati a migliorare la qualità di vita nell’utilizzo della propria casa. Ponderate con cura, le finestre sul tetto, aiutano a favorire l’aumento di comfort e benessere all’interno della casa stessa, migliorando il funzionamento degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, con relativo contenimento delle spese, aumentando l’isolamento acustico attraverso un contenimento maggiore di fastidiosi suoni e rumori, donando classe e stile a spazi prima inutilizzati e poco considerati. I vari modelli proposti rientrano nella gamma dei serramenti di ultima generazione, dove la manutenzione nel tempo è davvero minima, il ricambio d’aria è assicurato e la resa dei materiali utilizzati, garantisce una perfetta tenuta per un isolamento impeccabile. Ma come scegliere le finestre sul tetto più adatto seguendo le svariate necessità? Pochi ma importanti elementi devono essere presi in considerazione e tali infissi dovrebbero avere: un vetro stratificato e basso-emissivo con un valore di trasmittanza termica inferiore a 1,2 Uw; la presenza di oscuranti per consentire al meglio il controllo solare e migliorare le prestazioni termiche, con eventuale inserimento successivo di accessori elettrici a distanza; una ventilazione adeguata, con finestra sul tetto chiusa, e modalità per garantire una impeccabile tenuta all’acqua; un isolamento acustico con valori superiori ai 40 dB; la certificazione dei vari stabilimenti in cui vengono prodotti che garantiscano la qualità delle materie prime impiegate (es: legno Fsc e Pefc e assenza totale di piombo). Finestre sul tetto: differenti materiali Quando si parla di finestre sul tetto, ci si interroga su quale tra i differenti materiali che il mercato di oggi propone, riuscirà a soddisfare al meglio ogni nostra esigenza a seconda delle caratteristiche e peculiarità che offre. Sostanzialmente sono tre i materiali che trovano largo impiego grazie a doti e qualità largamente apprezzate. I primi da considerare sono i lucernari in pvc, molto resistenti perché forniscono una performance eccellente dal punto di vista dell’isolamento sia termico che acustico, grazie alle camere d’aria presenti nella struttura (in modo particolare se sono almeno cinque. Inoltre non richiedono particolare manutenzione e hanno una durata nel tempo molto lunga. Anche le finestre sul tetto in alluminio possiedono ottime proprietà e sono particolarmente adatte se le dimensioni degli infissi riguardano notevoli metrature. I recenti modelli più utilizzati sono di due differenti tipologie: a giunto aperto: ottimi perché aumentano l’impermeabilità del serramento, garantendo una tenuta oltremodo valida relativa al contenimento di piccole correnti d’aria e spifferi; a taglio termico: impeccabili, grazie all’ inserimento di un materiale a bassa conducibilità termica in una camera ricavata all'interno del profilato. Infine, vi sono le finestre sul tetto in legno che grazie alle connotazioni proprie di questo materiale, contribuiscono a creare un'atmosfera calda e accogliente all’ ambiente in cui sono installate. Oltre ad assicurare un ideale isolamento termo-acustico, sono molto stabili e disponibili in finiture che ne aumentano la durevolezza nel tempo, riducendo i costi di manutenzione. Vi sono poi delle finestre sul tetto realizzate secondo una tipologia mista (legno-alluminio). Infissi impeccabili perché riescono a coniugare in un unico prodotto la migliore estetica, solitamente quella del legno, ai vantaggi tecnologicamente evoluti di materiali innovativi. Aperture per finestre sul tetto Le finestre sul tetto possono essere posizionate sia sulle falde di quest’ultimo che su superfici piane e si suddividono in varie categorie a seconda delle differenti tipologie di apertura. Ciascuna può essere dotata di meccanismi controllati a distanza che ne facilitano le varie operazioni, a volte problematiche, a causa della loro collocazione sul tetto stesso. Vediamo insieme le principali: a battente: classica apertura nella categoria infissi, ma davvero poco utilizzata nel caso di finestre sul tetto, in special modo se posizionate ad un’altezza non troppo pratica e maneggevole; a bilico: è la finestra sul tetto più impiegata, grazie ad una barra di manovra posizionata nella parte alta che consente una facile gestione nel movimento di apertura e chiusura e una rapida pulizia; a compasso: sono le finestre sul tetto che occupano il minor spazio, dal momento che è prevista un’apertura dell’anta verso l’esterno. a doppia apertura: alcuni modelli prevedono una tipologia a vasistas/bilico grazie ad un duplice meccanismo con barra in alto e maniglia in basso che consente di utilizzare all’occorrenza l’apertura desiderata. E’ una tipologia impiegata per infissi ad altezza uomo che permettono un piccolo affaccio sull’esterno. Oscuranti per finestre sul tetto Le finestre sul tetto possono essere dotate di tende interne a rullo che assicurano un ottimo oscuramento della zona notte e un’ottimale privacy nelle ore diurne. Sono relativamente semplici da installare poiché dotate di placche per il fissaggio molto intuitive e solitamente di tipo manuale con rapido scorrimento dall’alto verso il basso. La manutenzione è immediata. E’ sufficiente utilizzare un panno umido per eliminare la polvere senza impiegare detergenti aggressivi. Infine, il telo può essere decorato e proposto in svariati colori e fantasie per adattarsi nel migliore dei modi al tipo di arredamento circostante. Vi sono poi degli oscuranti per finestre sul tetto, denominati tende plissettate che hanno il medesimo scopo delle tende a rullo ma possono essere distese in modi differenti, totalmente, nella parte alta, bassa o centrale a seconda delle esigenze. Altra tipologia da considerare è la veneziana, impeccabile per direzionare e controllare la luce in entrata potendo direzionare le lamelle a seconda della rotazione che gli si vuole impartire. Per ultimi, ma non meno importanti o efficaci, le tapparelle esterne per lucernari. Un tipo di oscurante che assicura una perfetta protezione contro gli agenti atmosferici, i disturbi acustici e le eventuali effrazioni. Collocate all’esterno dell’infisso sono nella totalità dei casi corredate di meccanismo automatizzato. Finestre sul tetto a norma Se ci si appresta a dover semplicemente sostituire finestre sul tetto malridotte e usurate dal tempo con infissi di medesime dimensioni, si rientra nella categoria delle opere di manutenzione ordinaria dove non è necessario comunicare o fornire alcun tipo di pratica per il lavoro da compiere. Progettare e installare nuove finestre sul tetto implica invece un intervento che rientra nei lavori di manutenzione straordinaria dove alcune parti dell’abitazione vengono sostituite e modificate. Tuttavia se l’inserimento di uno o più infissi non varia la metratura della casa e non altera le relative destinazioni d’uso, sarà sufficiente ricorrere ad una pratica da presentare all’ ufficio tecnico del proprio comune di residenza, denominata SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività (secondo la Legge 30 luglio 2010, n.122) per eseguire i lavori a norma di legge. Al contrario se i lucernari vengono pensati in funzione di superfici e i volumi subiranno ampliamenti (Es:. riconvertire mansarde e sottotetti per farli diventare abitabili) dovrà essere presentato il Permesso di Costruire e relativa documentazione. Costi per installare finestre sul tetto I costi per installare finestre sul tetto possono variare in relazione a molteplici fattori da considerare, tra cui: il modello scelto; il tipo di materiale: la tipologia di vetro; le dimensioni; gli accessori; gli imprevisti nella fase di montaggio. Volendo apportare dei miglioramenti per il comfort dei vari ambienti collocati nella parte più alta della casa e considerando che il numero di infissi da installare sarà relativamente contenuto, è bene non lesinare sulla qualità del prodotto scelto o sulla manodopera, poiché finestre sul tetto di dubbia efficienza e posizionate male provocheranno necessariamente danni a lungo termine al locale della casa con successive ripercussioni anche su eventuali parti strutturali. Trattando tre dimensioni standard, i costi per le finestre sul tetto non presentano rilevanti differenze anche se parliamo di diversi materiali per la sua composizione, con cifre che partono dai 350 euro (55 x 100), transitano sui 600 euro (95 x 120) per arrivare infine a 1.000 euro (135 x 140). Il legno e l’alluminio hanno costi leggermente superiori ma si è nell’ ordine di circa 50 euro aggiuntivi. Ciò che fa realmente la differenza è il modello per le finestre sul tetto. Un serramento fisso ha un costo di circa 500 euro al mq mentre per un infisso blindato il budget sale a circa 900 euro al mq. Il prezzo maggiore riguarda un lucernario elettrico che supera i 1.000 euro al mq. Il montaggio rientra di solito nel costo indicato a meno che durante la fase di installazione sopraggiungano delle difficoltà inaspettate. I vari accessori, come gli oscuranti, vengono considerati a parte e con fasce di prezzo oscillanti tra i 60 euro per le tende a rullo, per arrivare oltre ai 250 per tapparelle motorizzate. Infine, se le finestre sul tetto devono essere sostituite, va considerato anche l’importo per la rimozione del vecchio infisso con cifre che variano tra gli 80 e i 150 euro a seconda della loro grandezza.
Piscina interrata: caratteristiche e costi
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Un elemento sognato un po' da tutti e che incrementa decisamente il valore di una casa. Ma come realizzare una piscina interrata senza sbagliare? La risposta è molto semplice. Impossibile pensare di fare tutto in autonomia. Prima di iniziare un progetto di questo tipo è bene informarsi, tramite figura professionale, su quello che si dovrà affrontare, dalla documentazione da presentare ai materiali tra cui scegliere, alle dimensioni da valutare. Avere ben chiara le globalità delle operazioni da compiere è il primo passo verso un progetto di successo. Piscina interrata: forma, dimensioni e profondità Una piscina interrata non ha geometrie e misure standardizzate vincolanti. E’ possibile infatti personalizzarle a seconda di gusti e stili personali e renderle adatte e conformi al terreno e allo spazio di cui si dispone. La forma, rettangolare, circolare o sagomata, è un puro elemento estetico e la sua scelta è dettata esclusivamente dalla preferenza del committente. Per quel che riguarda invece i numeri, possiamo dire che una piscina interrata tipo, può avere una dimensione che va dai 35 ai 50 metri quadrati. Le misure, in media, sono di 3 - 5 metri di larghezza e 9 di lunghezza con un’estensione che può raggiungere anche i 15 metri. Parlando di piscina interrata dobbiamo tenere in considerazione altri 60 centimetri per lato circa, di spazi per lo scavo e la relativa posa delle tubazioni, altri 35 centimetri, per il bordo di finitura e all’incirca 1 metro se si vuole costruire un marciapiede di camminamento, e che la separi dal prato circostante o da altra pavimentazione che circonda la piscina stessa. La profondità standard di una piscina interrata può variare tra i 120 e i 150 centimetri (per arrivare anche a 170 centimetri) se l’utilizzo che se ne vuole fare è quello di nuotare godendosi momenti di relax e divertimento in piena tranquillità e sicurezza. Per chi pensa invece di inserire un trampolino e adoperarla per uno scopo più agonistico, allora l’altezza consigliata delle pareti deve essere di almeno 3 metri. Piscina interrata, quattro materiali per realizzarla Oltre alle caratteristiche geometriche e dimensionali, per realizzare una piscina interrata è bene analizzare quattro materiali per realizzarla, tra i più conosciuti e utilizzati oggi giorno. Piscina interrata in cemento armato: è di sicuro la più tradizionale e quella più costruita sino a qualche decennio fa. E’ molto versatile poiché i rivestimenti per il fondo e le pareti possono essere i più disparati grazie all’ottimo livello aggrappante della superficie. Ha importanti proprietà di durata nel tempo con un’estetica elevata di eccelso livello. Richiede però tempistiche molto lunghe per la preparazione e costruzione e una mano d’opera altamente specializzata che realizzi una gettata perfetta in calcestruzzo che una volta indurito, presuppone un’altrettanta lavorazione minuziosa, riguardante la fase dell’impermeabilizzazione. Piscina interrata in EPS: è una procedura ormai consolidata nel mondo delle piscine e con un sistema costruttivo del tutto simile a quelle in cemento armato, con la sola differenza che le pareti vengono preparate con casseri in polistirolo espanso sintetizzato (EPS), più maneggevoli, meno macchinosi di quelli in legno e con un maggiore isolamento termico. Piscina interrata in vetroresina: è la più veloce da installare dal momento che la vasca monoblocco viene inserita direttamente nello scavo e non ha necessità di alcun tipo di rivestimento. Presenta però alcuni svantaggi tra cui l’elevato costo, la poca personalizzazione delle forme (vi sono poche geometrie tra cui scegliere gli stampi), l’eccessivo surriscaldamento dell’acqua e il deterioramento dello strato superficiale in tempo troppo brevi. Piscina interrata in pannelli di acciaio: un’interessante innovazione nella produzione di piscine di ultima generazione. Sintetizzano al meglio le caratteristiche peculiari di una piscina interrata realizzata in muratura con la rapidità di posa di una in vetroresina. Un prodotto che assicura resistenza, elasticità e performance elevate anche a livello antisismico. Esteticamente accattivanti in acciaio inox o zincato si adattano a qualsiasi tipologia di abitazione con una manutenzione minima e facilità di pulizia grazie ad una superficie antimuffa e antibatterica. Progetto piscina interrata: a chi rivolgersi Per concretizzare il progetto di vedere realizzata la propria piscina interrata è bene farsi consigliare e seguire sin dalle prime fasi, da esperti del settore che avranno le necessarie nozioni e competenze per redigere tutta la documentazione adeguata, per procedere con i lavori. Disegni, autorizzazioni e ogni pratica burocratica saranno inoltrati nel modo corretto e più veloce per ottenere i necessari permessi di costruire. Superato questo stadio si dovrà interpellare un’azienda specializzata nel settore delle costruzioni di piscine interrate che eseguirà lo scavo, la struttura e la rifinitura della stessa. Consigli su come richiedere i permessi Quando si inizia a pensare a come procedere per concretizzare un progetto relativo ad una piscina interrata, si deve tenere in considerazione l’iter burocratico da assolvere per poter procedere in totale tranquillità e nel rispetto delle normative vigenti. Le fasi, secondo cui procedere, sono le seguenti: recarsi presso gli Uffici Tecnici Comunali per capire se vi sono restrizioni e limiti a livello di aree favorevoli ad accogliere scavi inerenti piscine interrate utilizzabili e inserite nel Piano Regolatore o relative a dimensioni minime e massime ammesse; ricadendo nella categoria dei lavori edilizi di nuova costruzione, si dovrà richiedere, previo progetto di tecnico autorizzato, il permesso di costruire presso il preposto Ente (Ufficio Tecnico Comunale), e se l’area fosse soggetta a particolari vincoli (storici o paesaggistici), si dovrà inoltrare una ulteriore richiesta di autorizzazione presso la Soprintendenza di zona; interpellare un geologo (a discrezione delle procedure diversificate per Regione) per avere una documentazione morfologica riguardante la composizione del terreno e capire se è sottoposto a vincoli idrogeologici. Di seguito capire se il terreno dello scavo può essere riutilizzato, rispettando le norme del Codice Ambientale, o se deve essere smaltito; presso il medesimo ufficio sopradescritto, è bene farsi istruire sul ricambio dell’acqua utilizzata, in quanto in alcune realtà comunali può essere classificata come residuo industriale e eliminata previa autorizzazione allo scarico in fogna. Se classificata come civile è possibile scaricarla nella fognatura (se comunque non supera i limiti prescritti di cloro e altri prodotti antibatterici e fungicidi). Quanto costa una piscina interrata Per stabilire un budget più o meno esatto per la realizzazione di una piscina interrata, si devono tenere in considerazione vari fattori ed elementi che concorrono a fornire un’idea del costo dei lavori da compiere. Lo scavo, che è indipendente dal materiale che verrà successivamente scelto per la costruzione, viene quantificato tra 7 e i 10 euro al metro cubo. Indicativamente, per una piscina interrata completa in cemento armato e in acciaio, i prezzi di mercato sono molto simili e compresi tra i 15.000 e i 20.000 (se consideriamo una dimensione standard di 40 - 50 metri quadrati), mentre per quelle in vetro resina si scende sui 13.000 circa. Quelle in EPS hanno costi più contenuti relativamente al materiale impiegato e ci troviamo nell’ordine dei 14.000 - 18.000. E’ tuttavia consigliabile farsi redigere un preventivo studiato appositamente dove saranno indicati nel dettaglio i costi per le pratiche da presentare, quelli del materiale, quelli di installazione e il lavoro relativo a tutte le opere edili.
Rinnovare il soggiorno: rivestimenti originali per le pareti
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Rinnovare il soggiorno della propria abitazione non significa necessariamente ritinteggiare o sostituire arredi e accessori, come avviene nella maggior parte delle progettazioni di questo genere. Per donare un nuovo look ad un ambiente così importante, è possibile anche giocare semplicemente su soluzioni creative materiche con rivestimenti originali per le pareti. E’ sufficiente optare per un elemento che piace in larga misura o che si abbinerà meglio con il mobilio esistente e valutare se creare un piccolo inserto in una nicchia, o valorizzare una sporgenza in rilievo, o ancora osare per rivestire un’intera parete e donare maggiormente carattere ad un soggiorno che risulterà realmente personalizzato. Ecco alcune scelte tra le migliori proposte progettuali di cinque materiali che hanno notevoli connotati e peculiarità e che sapranno coniugare tutte le esigenze relative al rinnovo originale di un soggiorno con creative pareti materiche. Pareti in legno: voglia di calore in soggiorno Per riscaldare un ambiente e in modo particolare un soggiorno, che per antonomasia deve essere ospitale, conviviale e confortevole, non vi è nulla di più indicato che il legno. Ma non impiegato nel modo tradizionale su pavimentazioni in parquet o negli arredi, bensì in una soluzione creativa per rinnovare il soggiorno con rivestimenti originali per le pareti. A seconda del colore che gli si attribuisce è possibile indirizzare la scelta stilistica verso progetti più tradizionali o più innovativi. Il bianco è sinonimo di luminosità e solo immaginando delle tavole che rivestono le pareti in legno di un soggiorno, la nostra mente va immediatamente a richiamare un ambiente country chic tipicamente scandinavo. Se al contrario pensiamo a perline orizzontali, tinteggiate in nero o grigio antracite, ecco che le pareti in legno, trasformano un soggiorno in un tipico spazio cittadino dove innovazioni e tecnologia fanno da padroni. Pareti in pietra per un soggiorno stile chalet Un materiale che invece richiama immediatamente l’idea di una baita di montagna è sicuramente la pietra, utilizzata in differenti modalità ma peculiare dove viene collocato il camino all’interno della zona giorno. Una scelta stilistica rustica per una soluzione creativa, che se trasportata e progettata in abitazioni contemporanee rende queste pareti in pietra per un soggiorno, il punto focale dell’ambiente in cui sono inserite, facendo trasparire un richiamo allo stile chalet ma rivisitato in chiave moderna. Una parete in pietra che diviene un elemento leggero all’interno di un soggiorno, perché contornato da complementi e arredi lineari e ariosi, ma che al contempo si impone con grandiosità e solidità nella progettazione della sua struttura. Impeccabile poi se viene applicata per intero sulle pareti di un soggiorno. Le pareti in pietra sono un’idea esemplare per coloro che vogliono ricreare un’atmosfera intima e raffinata per ambienti accoglienti e con un grande charme. Pareti con mattoni a vista per un soggiorno di stile Il mattone a vista è un classico intramontabile all’interno di abitazioni di ogni genere e dimensione. Il suo fascino è innegabilmente senza tempo ed è perfetto per progettare soluzioni creative materiche per le pareti di un soggiorno di casa. Impiegato in maniera differente, lasciandolo del suo colore naturale o dipingendolo solitamente in bianco, crea ispirazioni versatili per ambienti più tipicamente tradizionali o per altri più mondani. Tra le molteplici tipologie di impiego, possiamo sottolineare quelle tendenze che hanno portato in auge uno stile vintage dove il concetto di vissuto viene nuovamente apprezzato. Le pareti con mattoni a vista di questo tipo sono quelle che richiamano un soggiorno, all’interno di abitazioni ricavate in ex stabilimenti industriali o commerciali dismessi (i loft). Per soluzioni più delicate, luminose, e dal gusto leggermente nordico, ecco che le pareti con mattoni a vista in bianco spopolano in progetti contemporanei ma con richiami al passato. Ambienti affabili e a volte vaporosi per gli abbinamenti di tutte le nuance del colore puro per eccellenza, che trovano approvazione quando si tratta di rinnovare con un mood fresco e gradevole un soggiorno. Pareti in cemento per un soggiorno contemporaneo Rivestimenti originali per rinnovare le pareti di un soggiorno? Il cemento è la risposta. Una soluzione materica utilizzata originariamente per scantinati e garage non rifiniti, perché rapida e poco costosa ma rivalutata oggi giorno per donare quel tocco di ricercatezza nelle sue versioni sensazionali che riguardano una progettazione: non lavorata e lasciata al suo stato grezzo; rifinita e resa liscia da un’ottima levigatura; spatolata, con sfumature particolari. In linea generale queste pareti in cemento richiamano uno urban style dal sapore industriale e in un soggiorno contemporaneo, vengono abbinate ad arredi in metallo e complementi in pelle per enfatizzare maggiormente un look cittadino. Attenzione a non confondere le pareti in cemento autentiche con quelle dove il rivestimento viene riproposto simulandone l’effetto. Molte pitture o carte da parati richiamano l’idea di questo materiale ma è di sicuro meno convincente e accattivante se lo scopo è proprio quello di utilizzare un prodotto materico che anche al tatto dia le sensazioni caratteristiche dell’elemento scelto. Pareti rivestite in marmo per un effetto di lusso Il marmo è un rivestimento inusuale per le pareti di un soggiorno. Solitamente lo si trova nei paraspruzzi in cucina, nei rivestimenti delle docce e nei bagni in generale per le sue ottime qualità tecniche e capacità performanti. E’ un materiale di pregio, molto resistente e raffinato, anche se per molti è sinonimo di freddezza per i suoi colori di norma tendenti al grigio e per la finitura lucida a cui generalmente siamo abituati. Le pareti rivestite in marmo in un soggiorno, creano in verità un effetto di lusso riscontrabile in ogni progetto realizzato con questa tipologia di approccio. Un appellativo che non vuole indicare opulenza o sfarzo, ma eleganza e raffinatezza senza cadere nel kitsch. Ben si combina con ogni stile e mood di arredamento a cui è associato e scegliendo delle venature con tonalità calde e finiture satinate, sarà incredibile realizzare una soluzione originale e innovativa con lastre di piccole dimensioni, pratiche e creative, per rinnovare velocemente il proprio soggiorno.
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