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Jungalow style per arredare una casa eco dal gusto boho
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Il jungalow style è una tendenza ricca di energia, calore e creatività. La sua fondatrice definisce con poche parole questo nuovo modo per arredare una casa eco dal gusto boho: “…ciascuno di noi con lo stile jungalow può esprimersi realmente sperimentando una commistione di orientamenti differenti, caldi e accoglienti, in ogni ambiente in e outdoor della propria abitazione…”. L’unione dei fondamenti di un jungle trend allo spirito libero che riecheggia in un bungalow, danno origine ad un’innovativa maniera di vivere la casa. Idee minimaliste ed essenziali lasciano spazio al vigore e all’abbondanza di particolari e un formale e impostato imprinting a soluzioni easy e conviviali. Un tripudio di colori, vegetazione, arredi vintage e accessori da ogni parte del mondo, spopolano in zone giorno e notte di molte case fantasiose e ricche di passione, realizzate grazie a personalizzazioni uniche e originali. Lo spirito anticonformista bohémien riecheggia assolutamente in un jungalow style che si rispetti. Il non arredare una casa secondo canoni prestabiliti e in serie è il fondamento da cui partire, a cui si legano concetti di ecosostenibilità e al far entrare in gioco la natura in maniera prorompente. Detto ciò, se è vero che non vi sono rigide regole scritte per realizzare dei progetti di interior in jungalow style, è anche vero che vi sono però delle linee guida da cui si deve partire. I 5 must, per ricreare il jungalow style in casa, riguardano: l’utilizzo di palette di colori differenti; l’inserimento di carta da parati a tema; l’uso di arredi naturali vintage e retrò; la scelta di decorare con accessori etnici; il completamento con tante piante e vasi. Stile jungalow: utilizza palette di colori differenti Lo stile jungalow non è definito da tinte univoche e prestabilite. L’utilizzo di palette di colori differenti è ciò che rende questo orientamento quello che è: un tripudio di nuance che possono andare da colorazioni naturali e pacate a toni decisamente più forti e carichi di energia. Mixarli in modo sapiente aiuta a definire la prima linea che descrive un jungalow style per arredare casa. Solitamente sono i complementi d’arredo che spiccano su uno sfondo più sobrio. In particolare le sedute, che ospitano amici e familiari, assumono un ruolo incisivo grazie a gradazioni di verdi e blu decisi. Il contrasto con pareti chiari e neutre è spettacolare e necessariamente aiuta a far emergere i tanti particolari e accessori che “riempiono” nel vero senso della parola, ogni angolo di un ambiente jungalow. Stile jungalow: inserisci carta da parati a tema Un’alternativa ai colori sulle pareti, per far riecheggiare uno spirito dal passato, è quella di inserire carta da parati a tema. Naturalmente non tutti i pattern sono adeguati e optare per disegni legati alla flora e alla fauna sono senza alcun dubbio più appropriati e da preferire. L’esagerazione non paga mai e anche in un orientamento ricco e sovrabbondante come il jungalow, una carta da parati dovrebbe essere applicata su una o due pareti, senza cadere Per i puristi di questo genere, impiegare alternative in stoffa è una nota aggiuntiva di carattere ad un jungalow style che adora le scelte decise e personali. Prodotti di questo tipo sono reperibili tra i migliori brand del settore e posati a regola d’arte riescono davvero a far emergere quel tocco originale e frizzante ad un ambiente jungalow da copertina. Jungalow style: usa arredi naturali vintage e retrò Usare arredi vintage e retrò è una prassi comune nel Jungalow style, così come in molti altri orientamenti che partono dall’idea di far rivivere un passato comune, per poi differenziarsi su alcune attitudini. Arredare casa con mobili di modernariato, che ben si abbinano ad un look fresco ed energico, aiuta ancora di più a personalizzare e a sperimentare giocando con complementi d’arredo di famiglia e oggetti nuovi provenienti da ogni dove. Credenze impiegate come consolle in soggiorno, sedute industriali per realizzare una sala da pranzo e mobiletti che diventano delle strutture per esporre piante e fiori, si avvalgono di un riciclo creativo esemplare. Nel jungalow style è importante riportare a nuova vita dei pezzi unici di un’epoca conclusa, ma che ha lasciato un segno distintivo e peculiare in tanti stili odierni, utilizzati per progettare degli interni senza tempo. Jungalow style: decora con accessori etnici Decorare degli interni con accessori etnici è un ulteriore consiglio da seguire quando si desidera arredare casa in jungalow style. Inserire elementi di terre lontane, ereditati o acquistati duranti viaggi di lavoro o piacere, è un modo per far diventare la propria casa un “porto di mare” dove convogliare esperienze diverse e ricordare avventure entusiasmanti. Stampe, quadri, vasi, orologi, statue, lampade e ammennicoli di ogni tipo, trovano la loro perfetta collocazione in ogni ambiente jungalow, coordinandosi benissimo con gli arredi e i dettagli decorativi circostanti. Stile jungalow: completa con tante piante e vasi La vegetazione in generale è la protagonista incondizionata dello stile jungalow. Completare l’arredo con tante piante e vasi è ciò che ci si aspetta quando si decide di progettare gli interni di casa seguendo questa tendenza. Solitamente è la natura più incontaminata che fa da padrona. Da preferire infatti tipologie a foglia larga e dal sapore tropicale, avvolgenti ed emblematiche per ispirare sensazioni di calore e ospitalità. Specie in vaso, rampicanti o a cascata vanno benissimo per accessoriare tutti gli ambienti jungalow e la commistione di differenti varietà aiuta a non essere banali e monotoni nemmeno su questo punto. Inevitabilmente, per sopravvivere ed essere quanto mai rigogliose, è doveroso che tutte le piante debbano avere la giusta quantità di luce naturale e temperature consone per crescere bene e diventare floride e prosperose. Quelle più semplici da mantenere in vaso sono: il ficus, il banano e la kentia. Tra quelle da appendere a soffitto, a una travatura o a una ringhiera indoor, si possono valutare il pothos e il falangio. A tema jungalow style troviamo ottimi i cesti in fibra naturale per inserirvi vasetti magari poco attraenti o barattoli di latta riconvertiti a particolari copri vaso.
Camera matrimoniale: dove non mettere il letto
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Arredare una camera matrimoniale richiede abilità nel saper disporre al meglio i pochi pezzi che costituiscono l’arredo di una zona notte. Naturalmente il complemento più importante è il letto e collocarlo nel posto giusto permette di non pregiudicare il meritato riposo e di valorizzare e sfruttare bene tutti gli spazi a disposizione. In ogni progettazione d’interni, l’ubicazione del letto è fondamentale perché i mobili in una camera padronale vengono distribuiti proprio in base alla sua installazione. Gli elementi da tenere in considerazione per una realizzazione perfetta sono tanti e vanno dal numero delle aperture presenti, alla grandezza dell’ambiente, all’orientamento della stanza. Pertanto, dove non mettere il letto, per non incappare in difficoltà sia a livello tecnico che di benessere? Le 5 posizioni da evitare, per il letto in una camera matrimoniale, secondo noi riguardano: l’addossamento della testiera davanti alla finestra; la disposizione del letto su un muro perimetrale; la collocazione del letto di fronte ad una apertura; la sistemazione del letto a centro stanza; la posizione del letto in appoggio a due pareti. Addossare la testiera davanti alla finestra Addossare la testiera davanti alla finestra è una soluzione decisamente molto in voga nei progetti di interior odierni, ma non sempre risulta essere l’idea ottimale se non si prendono le giuste precauzioni. La parete alle spalle del letto sarà sicuramente molto fredda e se gli infissi non sono correttamente posizionati e di qualità eccellente per quel che riguarda l’isolamento sia acustico che termico, i rumori esterni e gli spifferi faranno capolino tra le lenzuola. Inoltre avere dei serramenti aperti nel periodo estivo rischia di creare dei problemi di salute avendo correnti d’aria dirette, sul complemento più importante di una zona notte. Altro fattore out è l’idea di essere osservati. Benché si utilizzino oscuranti e/o tende avere una parete trasparente dietro la testiera del letto, può creare disagio e insicurezza. Garantire privacy e riposo in questo ambiente di casa è molto importante, pertanto addossare il letto sotto una finestra è un’opzione B, da utilizzare esclusivamente come ripiego. Disporre il letto su un muro perimetrale Disporre il letto su un muro perimetrale non è certamente la soluzione più consona e corretta tra le varie scelte da ponderare. Questa parete, rispetto a quelle interne, risulterà sempre più fredda durante il periodo invernale e a seconda dell’esposizione, anche troppo calda d’estate. Pensare ad un’alternativa per la posizione del letto in una camera matrimoniale è sempre da preferire, ma se proprio non è possibile fare altrimenti, il consiglio è quello di cercare di isolare al meglio la superficie dove è collocata la testiera. Un costo aggiuntivo va quindi pensato per pannelli e materiali appositi, che con tecnologie innovative permettono oggi giorno di creare dei cappotti termici interni con minimi ingombri. Questo intervento di coibentazione, con i piccoli disagi di dover progettare e pagare un lavoro supplementare, risolverà però le problematiche relative alla disposizione di un letto su un muro perimetrale. Collocare il letto di fronte ad una apertura In alcune abitazioni le porte e le finestre sono un vincolo che non si può in alcun modo abbattere e che obbligano a delle scelte, magari non volute, per quanto riguarda la sistemazione interna di arredi e accessori. Collocare il letto di fronte ad una apertura rientra in tale categoria. Aprire la porta di una zona notte e trovarsi l’ingombro del letto in posizione antistante non è esteticamente l’opzione migliore e a livello di quiete e rilassatezza, dormire frontalmente ad un’apertura con corridoio di passaggio, non aiuta decisamente il riposo notturno. Sarebbe meglio collocare il letto in maniera opposta alla porta stessa o per lo meno a lato di quest’ultima. Per quanto riguarda invece la sistemazione del letto di fronte ad una finestra, se lo si fa in una casa vacanze, dove si può godere di una vista su mare, lago o montagna, è una cosa decisamente piacevole e che aumenta il tempo da dedicare ai momenti di relax. Tuttavia è raro che nella quotidianità si riesca a compiere con costanza quest’azione. Ma soprattutto il panorama non sempre è così incantevole e affascinante, nemmeno in abitazioni private con ampio margine di giardino circostante. Sistemare il letto a centro stanza L’idea di sistemare il letto a centro stanza è senz’altro suggestiva e di grande impatto e gestibile quando le dimensioni della zona notte sono davvero importanti. Questa soluzione richiede però una serie di compromessi, dettati da vincoli che vanno assolutamente valutati. Lo spreco di spazio è il primo contro da considerare, perché per avere un passaggio agevole sui 4 lati è necessario togliere metratura per altri ingombri e aggiungerla a ciò che un letto collocato a parete normalmente richiederebbe. Un’altra riserva riguarda la collocazione dell’armadio, solitamente alle spalle di un letto a centro stanza. Tale sistemazione implica di optare quasi sempre per ante a scorrimento, per evitare che quelle a battente tocchino contro la testiera e intralcino il camminamento se lasciate aperte. Il letto a centro stanza comporta inoltre la previsione di un impianto elettrico ad hoc e per forza passante nel pavimento. In questo modo verranno raggiunti gli ipotetici comodini o la testiera stessa, in punti fissi e prestabiliti, dove saranno installate le prese per i punti luce. Per evitare questo svantaggio si può pensare di utilizzare abatjour ricaricabili con presa usb, ma con l’accortezza di dover attaccare altrove questo complemento, per poi riposizionarlo sulla sua sede una volta pronto all’uso. Infine, un problema che non rientra nel settore tecnico, riguarda la difficoltà che un letto a centro stanza non possiede punti di riferimento fissi introno a sé e viene lasciato “fluttuare” nel nulla. Questa sensazione può non essere piacevole, creando a lungo termine delle difficoltà a livello di riposo tranquillo e continuo. Una testiera con altezza rilevante può aiutare, ma rimane comunque un palliativo che non sostituisce una parete alle spalle sicura e in qualche modo avvolgente. Posizionare il letto in appoggio a due pareti La disposizione di un letto matrimoniale in una zona notte presuppone una collocazione comoda e funzionale per entrambi gli occupanti di questo complemento d’arredo. Le manovre ai lati del letto dovrebbero essere cosa pratica e favorevole su ambedue i lati, avendo a disposizione uno spazio consono per poter salire e scendere senza particolari problemi. Questa premessa mette in cattiva luce l’idea di posizionare il letto in appoggio a due pareti, dove chi dorme a fianco del muro dovrà necessariamente importunare il suo vicino di cuscino per alzarsi o utilizzare il fondo stesso del letto. Ulteriore fattore negativo riguarda il “rifare” il letto. Con un appoggio a due pareti diventa davvero ingestibile il cambio di lenzuola settimanale e soprattutto il rassettamento quotidiano di coperte e copriletti risulta assolutamente faticoso e impegnativo. Escamotage non sempre ben visto, per abitudini e usi differenti, è l’utilizzo di sacchi per piumone. Sprimacciati e adagiati semplicemente sulla superficie non richiedono di essere fermati o rimboccati nel modo più tradizionale, ma non tutti sono pronti a questa alternativa dal sapore nordico.
Arredare un bagno moderno con sanitari e mobili di stile
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Arredare un bagno moderno implica una serie di scelte fondamentali che riguardano sanitari e mobili di stile. Esteticamente un ambiente di servizio di casa contemporaneo, si presenta progettato con linee pulite e minimaliste, dove idee di tendenza e design giocano un ruolo molto importante. Sanitari a colonna, piatti doccia alti, termosifoni sotto le finestre, luci a sospensione e mobiletti con specchio integrato, sono solamente alcune tra le cose da evitare, quando ci appresta ad arredare un bagno moderno. Gli elementi che vanno invece considerati, quando si scelgono i sanitari e gli arredi di una salle de bain attuale e legato ad un’ottica modernista, riguardano: la valutazione di tipologie trendy per il lavandino; l’installazione di modelli minimal per wc e bidet; a posa di docce accattivanti e di stile; la collocazione di vasche performanti di tendenza; l’inserimento di arredi lineari e di design. Bagno moderno: tipologie trendy per il lavandino I lavabi da bagno odierni hanno subito un radicale cambiamento rispetto a quelli utilizzati fino a qualche tempo. La colonna di sostegno ha lasciato spazio ad alternative sospese o ad appoggio su mensole e piani dei mobiletti, creando uno skyline molto più sobrio e in linea con l’idea di modernità tanto in voga da utilizzare all’interno di un’abitazione. La forma di questi lavandini trendy segue una geometria che può essere più rigida (quadrata o rettangolare) o curvilinea (tonda, ovale) e la moda di oggi predilige elementi dallo spessore ridotto e con bordi davvero minimalisti. La ceramica bianca, caratterizzata da un’eleganza innata e ricca di fascino, va per la maggiore, anche se opzioni in nero o grigio satinato estremizzano l’idea di bagno moderno in casa. Abbandonate quasi del tutto sono le soluzioni in vetro. La rubinetteria abbinata può essere incassata a parete, quasi sempre nella versione acciaio (lucido o opaco) o nelle ultime proposte anche in nero sabbiato, o appoggiati sul top del mobile con erogatori innovativi a cascata, con doccetta estraibile e miscelatori dalle linee accattivanti e corredate di funzioni tecnologicamente avanzate. Bagno moderno: modelli minimal per wc e bidet Anche wc e bidet prediligono in un bagno moderno, dei modelli minimal contenuti e senza fronzoli. Solitamente sospesi seguono dei disegni semplici ed ergonomici, dove comodità ed estetica vanno di pari passo. Una scelta differente che sta prendendo piede, riguarda il wc senza brida, a cui rimandiamo un’approfondita lettura in altro nostro articolo. Questo nuovo prodotto viene utilizzato nei locali di servizio contemporanei perché dotato di un look all’avanguardia e di un sistema di scarico senza bordo con un unico foro, che permette all’acqua dall’alto verso il basso e igienizzare completamente le intere pareti del vaso. Un’alternativa caratterizzata da un aspetto semplice, ma affascinante a cui si abbina un meccanismo ingegnoso e funzionale. Naturalmente wc e bidet vanno scelti in coppia e quasi sempre il bianco la fa da padrone anche in questo caso. Poche sono le alternative colorate e se prese in considerazione è perché si vuole contrastare la scelta di pavimenti e rivestimenti chiari. I rubinetti vengono coordinati a quelli del lavabo dove preferenze slim e poco lavorate sono sempre le migliori selezioni. Bagno moderno: docce accattivanti e di stile Se un tempo i migliori piatti doccia erano quelli in ceramica con bordo alto, per contrastare la fuori uscita di acqua, oggi giorno in un bagno moderno meglio si addicono soluzioni a filo pavimento o con basi thin a cui vanno ancorati vetri fissi o scorrevoli a seconda delle necessità. Esteticamente più affascinanti questi prodotti contemporanei vengono realizzati con materiali differenti che presentano un fondo antiscivolo, delicato al contatto e facile da igienizzare. Queste nuove docce accattivanti e di stile, contraddistinguono nell’immediato un bagno moderno, grazie ad una linearità delle forme tipiche ed essenziali nel loro genere. Le pareti satinate lasciano il posto a versioni trasparenti e dotate di telai e profili molto sottili. Se possibile, un bagno moderno prevede oggi giorno delle docce walk-in, dove non è necessaria la presenza di una porta ermetica e grazie alla corretta pendenza l’acqua scorre tranquillamente verso lo scarico. Per quel che riguarda i soffioni, quelli installati a soffitto hanno decisamente una marcia in più, ma sono sicuramente più vincolanti e costosi. Il design di porzioni fisse a parete, più doccette estraibili, riesce a coniugare un look di tendenza ad una spesa consona per un erogatore di stile in un bagno moderno, perfetto e ben progettato! Bagno moderno: vasche performanti di tendenza Le vasche performanti e di tendenza, per arredare un bagno moderno, sono le tanto amate freestanding che hanno spopolato nel settore e che trovano larghi consensi in ogni progetto in cui vengono inserite. Una rivisitazione in chiave contemporanea della vasca da bagno con piedini, non incassata e libera da muratura perimetrale e relative piastrelle come rivestimento. Un sanitario che torna quindi alle sue origini, ma con forme attuali e che viene collocato in punti anche non consueti all’interno di un bagno moderno. Gli erogatori vanno di pari passo con il posizionamento di questo elemento importante. In alternativa ai tipici rubinetti a parete, si utilizzano oggi soluzioni a pavimento, di grande design e ricchi di charme. In un bagno moderno vengono anche ideate alternative con vasche ad incasso nel pavimento. In progettazioni su richiesta questa tipologia si utilizza quando la vasca stessa deve diventare la protagonista in un ambiente di servizio fuori dal comune con dimensioni e caratteristiche ben precise. Opzione di lusso per godersi appieno i momenti di relax in un bagno moderno trendy e glam. Bagno moderno: arredi lineari e di design Arredi lineari e di design sono l’unica possibilità per arredare un bagno moderno. Strutture semplici, geometriche e molto spesso presentate nelle versioni con spessori contenuti, sono ciò che rende contemporanea una zona di servizio, comunque ben attrezzata. Molto spesso questi complementi sono realizzati con cassetti e cestoni con maniglie impercettibili a gola o con sistema push-pull. Questo per rimanere fedeli ai temi di essenzialità e pulizia delle linee.  Per quel che riguarda materiali e finiture ci si può sbizzarrire con opzioni mono tematiche o con commistioni e abbinamenti vari. Oltre alla scelta del legno, in ogni sua nuance, i colori più consoni sono il bianco, il grigio, il tortora e il nero. Più sobrio ed equilibrato nelle versioni opache, con accenti frizzanti e luminescenti in quelle lucide
Sostituire il top della cucina: cosa c’è da sapere
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Cambiare il top della cucina è una procedura ormai consolidata per rinnovare il proprio angolo cottura di casa. Dettato da esigenze prettamente pratiche o decisamente legate più ad un fattore estetico, la sostituzione di un piano di lavoro può oggi essere effettuata in maniera semplice e veloce. Questa procedura richiede però una valutazione di alcuni elementi a priori per evitare di imbattersi in diverse problematiche. I fattori da considerare per sostituire e rinnovare il look della cucina, riguardano le risposte a 5 domande fondamentali: quando cambiarlo; a chi rivolgersi; come sostituirlo; quali materiali scegliere; quanto costa sostituirlo. Top cucina: quando cambiarlo Il top di un angolo cottura è senza alcun dubbio la parte più sollecitata in cucina e incline a deteriorarsi nel corso degli anni. Benché progettata per resistere all’usura, il suo aspetto può mutare drasticamente. Se a volte si tratta esclusivamente di cambi di colore o opacizzazione della finitura superficiale, in altre situazioni il top può presentare segni più importanti che determinano un danneggiamento irreversibile di tutto il piano di lavoro. L’attenzione a evitare il contatto con pentole roventi o a lavorare direttamente i cibi senza tagliere di protezione, aiuta nella manutenzione ordinaria di un top cucina; così come l’utilizzo di detergenti non aggressivi o di panni morbidi e anti graffio. Tuttavia, nonostante le corrette precauzioni usate, arriva il momento in cui ci si deve arrendere, valutando il cambio del top per ripristinarne la sua funzione principale. Per chi invece desidera dopo tanto tempo rinnovare l’aspetto estetico della propria cucina, ma senza stravolgerla del tutto, può pensare di sostituire il top per “svecchiare” mobiletti e pensili, in modo soft, ma caratterizzante. Un relooking limitato a questa componente, permette di attuare un lavoro mirato e decisamente non invasivo, utilissimo per eseguire un restyling moderato e di grande effetto. Top cucina: a chi rivolgersi A chi rivolgersi per sostituire un top cucina? Pensare di affrontare in autonomia questo cambio non è così facile come potrebbe sembrare. La posa corretta di un nuovo piano implica infatti un’installazione esemplare e impeccabile, soprattutto per renderlo immune dall’attacco di qualsiasi agente. Oltre a valutare i fori perfetti da effettuare, per l’ingombro di fornelli a gas o a induzione e delle vasche del lavello, sono da considerare le guarnizioni da applicare oltre a silicone e stucchi appositi per sigillare il tutto. Il suo errato posizionamento determinerebbe anche la creazione di piccole fessurazioni, che con infiltrazioni di acqua e polvere, potrebbero danneggiare i mobiletti e gli elettrodomestici sottostanti. Per non parlare di situazioni più complesse dove il top cucina si presenta come un piano unico, ma con forme sagomate, a L o a U. Qui, l’attenzione richiesta è ancora più elevata e necessita di un eccellente lavoro di rifinitura a livello di profili a muro, lineari o angolari, che vanno applicati senza margine di errore. Rivolgersi a professionisti del settore è senz’altro più vantaggioso sotto molti aspetti. L’onorario dei tecnici non implica un costo così oneroso e si avrà la sicurezza di ottenere una posa ben fatta ed eseguita ad opera d’arte. Top cucina: come sostituirlo La sostituzione di un top cucina può essere eseguita secondo due differenti modalità e che riguardano: un intervento totale: presuppone un cambio globale del piano di lavoro da effettuare quando l’intero top è completamente deteriorato; quando la sua metratura è contenuta e si desidera semplicemente rinnovare il look della cucina con un suo rimpiazzo; quando si desidera integrare piano e paraschizzi utilizzando un unico materiale continuo; un intervento parziale: riguarda l’utilizzo di materiali innovativi che permettono un relooking personalizzato e meno invasivo. Si tratta di un cambio parziale perché il top esistente, presentando piccole imperfezioni, non viene smantellato, ma ricoperto da un film di appena 2-3 mm di prodotti appositi (resina, micro-cemento e similari) che ridonano compattezza al top stesso e donano un look più accattivante a tutta la cucina. Top cucina: quali materiali scegliere Per chi sta chiedendo quali siano i materiali migliori tra cui scegliere, per effettuare un cambio ad hoc del proprio top cucina, la risposta è che tutti quelli proposti dai vari brand, sono validissimi. Optare per uno piuttosto che per un altro, implica la valutazione di tutti i pro e i contro di ciascuno. Tra i tanti prodotti presenti sul mercato (pietre naturali, acciaio, corian, dekton e laminam) per sostituire un piano di lavoro in cucina, presentiamo quelli più utilizzati che riguardano: top in laminato: è realizzato da un pannello composto da strati di fibre di cellulosa e rifinito con resine termoindurenti. Presenta diversi spessori che vanno dai 2 ai 6 cm con bordi e profili con lavorazione post-forming. Disponibile in una vasta gamma di colori ben si addice a diverse tipologie di cucina. Meno resistenti a graffi e alle fonti di calore, questi top richiedono un’accortezza maggiore nelle fasi di preparazione e cottura del cibo; top in fenix: materiale molto apprezzato per la resa superficiale soft-touch, morbida a vista e tatto. Presenta una finitura realizzata con resine acriliche di nuova generazione, che lo rendono un prodotto oltremodo funzionale. Semplice da pulire, idrorepellente, antimuffa, antistatico e anti-impronta. Gli spessori sono decisamente più contenuti e le lastre disponibili vanno da: mm 0,7 - 1,2 - 4 - 6 -10 -12. Presentandosi solamente nella finitura opaca ha una conseguente limitazione dei colori tra cui scegliere. top in gres: grazie alla sua infinita possibilità di abbinare colori e finiture è un materiale molto versatile e utilizzato sia in contesti classici che contemporanei. Presenta performanti qualità sotto ogni punto di vista rendendosi una tra le alternative più scelte per sostituire e rinnovare un top cucina. Disponibile negli spessori di 2 - 3 - 4 - 6 - 10 -12 cm. Un piccolo neo riguarda la difficoltà di rimuovere macchie di cibo e unto; top in quarzo: prodotto eccellente derivante dalla miscela di quarzo (85%) e di resine acriliche colorate. Le prestazioni a livello tecnico, quali solidità e resistenza sono impeccabili e garantite nel tempo. La finitura estetica risulta elegante e di tendenza negli spessori tipici e nelle colorazioni più disparate. Unico svantaggio è la sensibilità agli agenti acidi. Top cucina: quanto costa sostituirlo Il costo per sostituire un top e rinnovare così il look di una cucina, dipende essenzialmente dal materiale scelto, dal suo spessore e dalla grandezza del piano di lavoro. In alcuni casi il montaggio è incluso viceversa va conteggiato anche il prezzo della mano d’opera. Per avere un’idea del budget da preventivare vediamo un listino per i materiali sopra descritti: top in laminato: dai 70 ai 130 €/ml; top in fenix: dai 90 ai 160 €/mq; top in gres:dai 270 ai 600 €/ml; top in quarzo: dai 300 agli 800 €/ml. Il microcemento, di cui abbiamo accennato, va dai 50 ai 100 € al mq, ma il costo varia molto in base alle personalizzazioni.
Lagom style: la filosofia svedese per arredare casa
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Il lagom style è una vera e propria filosofia che nasce in Svezia e si applica ad ogni ambito della vita. Un’ideologia che prevede di circondarsi di tutto ciò che fa star bene senza ricadere negli eccessi, concentrandosi sul valore delle piccole gioie quotidiane. Anche in tema di arredo questo orientamento proveniente dal nord, entra nelle varie case delineando con equilibrio e moderazione, i punti fondamentali per progetti di interior davvero sensazionali e dove ciascuno trova la giusta misura seguendo le proprie necessità. Il lagom style sottolinea i temi legati alla sostenibilità e alla regolatezza, dove si dà grande importanza al benessere generale che si percepisce in casa. Arredare in stile lagom significa creare degli ambienti accoglienti, personalizzati e casalinghi dove ci si trova pienamente a proprio agio. L’acquisto di ammennicoli e fronzoli deve lasciare spazio a ciò che realmente viene impiegato ogni giorno in casa; questo però senza abbandonare il recupero dei cimeli di famiglia legato a bei ricordi, che si integrano alla perfezione con i concetti base di questo stile scandinavo. I principi essenziali, per arredare casa in stile lagom, riguardano: la ricerca dell’equilibrio indoor; l’eliminazione del superfluo; la scelta di materiali qualitativamente elevati; l’utilizzo di colori naturali; il seguire le idee di sostenibilità e riciclo. Lagom style: ricercare l’equilibrio indoor Armonia, felicità e salubrità di mente e corpo, nascono da una stabilità interiore che scaturisce anche dal ricercare l’equilibrio indoor degli ambienti in cui si vive. Ecco il primo principio su cui di fonda il lagom style e che con pochi e semplici insegnamenti, riesce a determinare l’ottima riuscita progettuale di arredare casa con moderazione, ma senza rinunciare a tutto il necessario che ci fa star bene. Arredare un’abitazione lagom, che richiede di mantenere la giusta quantità di oggetti, presuppone che prima di “far entrare” un nuovo complemento sia necessario “farne uscire” un altro. Questo suggerimento viene dato per cercare di ottenere l’ordine e il bilanciamento, che dovrebbe essere sempre presenti in casa. Mantenere in evidenza la funzionalità di ogni arredo, abbinata comunque all’estetica, determina il corretto equilibrio interno che sta alla base dello stile di vita lagom. Stile lagom in casa: eliminare il superfluo Un altro punto di forza del lagom style, riguarda l’eliminazione in casa di tutto ciò che è superfluo. Come per altri stili, l’idea di arredare con ingredienti che sono realmente necessari è alla base di questa filosofia svedese. Acquistare il giusto lasciando da parte un atteggiamento compulsivo, ovvero allontanando la prassi di possedere perché è la moda o perché esteticamente molti complementi sono belli da esporre, aiuta a delineare una realizzazione lagom d’interni. Attivarsi in questo senso non significa che una progettazione finale riguarderà ambienti spogli o disadorni. Tutto ciò che ha un valore affettivo e viene tramandato nel tempo, trova spazio in questo modo di arredare casa. Nello stile lagom non si devono infatti abbandonare accessori o optional che sono funzionali e molto spesso degli elementi complementari di molti mobili. Non si parla di limitazioni, ma di arredare con oggetti confortevoli e che aiutano nella quotidianità. Quello che va tenuto da parte è l’accumulo di cose inutilizzate. Infatti, anche se di primo acchito sembra che molti pezzi siano assolutamente necessari, quasi sempre il 50% di ciò che entra in casa, viene invece lasciato da parte e non assolutamente valorizzato. Stile Lagom in casa: scegliere la qualità dei materiali Di pari passo con il concetto di eliminare il superfluo, troviamo nel lagom style il suggerimento di valutare e scegliere sempre la qualità dei materiali che costituiranno i vari complementi d’arredo. Regola che vale per qualsiasi orientamento e che si avvale del detto “chi più spende, meno spende”. Durante la fase di ideazione e progettazione di uno o più ambienti si considerano e analizzano ovviamente i costi per l’intera realizzazione. E quando si arriva al traguardo dell’acquisto dei mobili, si tende a guardare molto spesso il prezzo d’occasione o le offerte in corso, non pensando che alcuni elementi, come una cucina o un armadio in camera da letto, non si cambiano come un cuscino o un quadro e devono essere qualitativamente eccellenti perché utilizzati e sollecitati ogni giorno. Il consiglio, per chi decide di arredare secondo la filosofia svedese del lagom style, è quello di non fermarsi all’apparenza, ma di testare con mano la validità dei materiali per avere in casa degli oggetti solidi e che non si deteriorino dopo poco tempo. Lagom style: arredare casa con colori naturali Come per qualsiasi orientamento proveniente dal nord Europa, l’uso di colori naturali è alla base di tutte le più riuscite progettazione d’interni. Utilizzare tinte neutre e palette monocrome, aiuta ad armonizzare i vari elementi che saranno inseriti in casa, circondandosi di un’atmosfera serena e tranquilla. Inoltre, avvalersi di tonalità non marcate e preponderanti, aiuterà ad ampliare la luminosità già presente negli ambienti di un’abitazione e che contribuisce a mantenere un clima di equilibrio e positività da vivere appieno. Stile lagom in casa: optare per la sostenibilità e il riciclo Un ulteriore pilastro fondamentale dello stile lagom in casa concerne l’idea di optare per la sostenibilità e il riciclo. Molti brand cercano oggi giorno di incentivare i propri clienti a scegliere i prodotti opportuni per un’abitazione, tenendo in considerazione i temi di uno sviluppo compatibile con le esigenze dell’ecologia e di recupero. Concentrarsi sul rispetto per l’ambiente e su una gestione eco friendly per quel che riguarda l’arredo, sono argomenti molto importanti e discussi e non secondari tra i punti di forza di questa tendenza. Il lagom style prevede quindi una scelta oculata e mirata per tutto ciò che non rappresenta un rischio per la salute a livello globale, prediligendo un approccio green su materiali e produzione dei vari complementi che costituiscono una progettazione d’interni a 360°. Il recycling accorto e oculato è bene accetto e quasi sempre riesce a dare quel tocco originale e personale agli ambienti di una casa che non viene arredata in serie o con elementi passeggeri di una moda a breve termine.
Barn door: porta scorrevole in camera da letto
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Una porta scorrevole in camera da letto è un elemento di tendenza ampiamente utilizzato nelle progettazioni odierne. Un oggetto che non può assolutamente mancare per garantire privacy ad un ambiente così intimo di casa e che racchiude in sé stile, praticità e perfetta ottimizzazione degli spazi. Tra i vari modelli presenti sul mercato, vi vogliamo parlare della barn door, ovvero la classica porta da fienile, che ha preso piede nelle più originali realizzazioni d’interni. Anche se in apparenza il suo aspetto può sembrare prettamente “rustico”, riesce invece ad inserirsi benissimo in qualsiasi contesto di una zona notte. Grazie alla sua versatilità, che può dipendere dalla tipologia di legno, dalla finitura e dal supporto per lo scorrimento, una barn door può essere installata sia in una camera da letto più classica o country, che in una contemporanea o industriale, coniugando alto design e massima funzionalità. Ma perché inserire proprio una barn door nella zona notte, scegliendola tra le tante proposte che riguardano i serramenti interni? Scopriamo insieme i pro dell’utilizzo di una barn door scorrevole in camera da letto e che nel dettaglio la definiscono: essenziale e salvaspazio; pratica per separare aree diverse; funzionale per schermare; divisoria per garantire privacy; decorativa con accessori incorporati. Barn door in camera matrimoniale: essenziale e salvaspazio Essenzialità e gestione degli spazi sono due caratteristiche importanti per cui una barn door viene scelta per la camera da letto. Con le sue linee pulite e minimaliste, riesce nella sua semplicità a mettersi in evidenza senza però oscurare gli elementi circostanti. Senza fronzoli o accessori particolari trova sempre il giusto contesto in cui inserirsi, sia nel suo color legno naturale che in varianti di differenti palette. Una barn door tipica è quella realizzata con porzioni di legno verticali, tenuti insieme da due listelli orizzontali e uno verticale. Ma le opzioni sono tantissime e possono prevedere disegni su richiesta con differenti pose, per arrivare a soluzioni con pannelli completamente lisci. La semplicità di realizzazione è il vero punto forte di questa porta scorrevole che con il suo look essenziale riesca ad accostarsi a qualsiasi trend caratterizzi la camera matrimoniale. La seconda peculiarità di una barn door scorrevole riguarda la sua modalità salvaspazio. Il minimo ingombro deriva dal fatto che i classici 80 cm scorrano sulla parete adiacente, e che si possa sfruttare appieno tutta la metratura dei due ambienti adiacenti. Si può utilizzare nella versione a scrigno a scomparsa nel muro, o montata su binari esterni, scelta che va per la maggiore perché la qualità di una barn door ricade proprio sul fatto che si voglia utilizzare ovviamente un elemento utile, ma bello da vedere anche in fase di apertura. Barn door: pratica per il bagno in camera da letto Come abbiamo detto, l’installazione di una barn door in camera da letto, riguarda la sua praticità nel poter separare aree diverse in una zona notte. Per chi ha la fortuna di possedere un bagno in camera, avvalersi di una porta scorrevole in stile “fienile” è un’alternativa assolutamente da valutare. Ottimizzare lo spazio in un ambiente di servizio è il primo obiettivo da raggiungere e non avere l’ingombro di una tradizionale porta a battente aperta, aiuta a gestire meglio la disposizione interna di sanitari e arredi.  La silenziosità dello scorrimento è essenziale in una camera matrimoniale e per chi si pone delle domande sulla chiusura non ermetica di tale alternativa, possiamo dire che si tratta della separazione di un locale di servizio esclusivamente privato e che non prevede la presenza di ospiti nell’area accanto. Inoltre l’aspetto estetico che ne deriva sarà spettacolare, incisivo e senza imposizioni. Perfetto per chi desidera caratterizzare una camera da letto con una barn door senza eguali. Barn door nella zona notte: funzionale per la cabina armadio Se in alternativa al bagno si possiede una cabina armadio in camera da letto, ecco che una funzionale barn door scorrevole può entrare in gioco. La scelta di chiudere l’ingresso di una closet room è solitamente dettata dalla necessità di nascondere abiti e accessori. Anche se una camera matrimoniale è un luogo privato, dove gli ospiti solitamente non entrano, per molti di noi l’idea di avere una vista diretta sulla propria biancheria non piace. Ecco allora che un elemento decorativo e pratico al contempo, aiuta a tale scopo salvaguardando anche l’ingresso di ulteriori acari e polvere. Barn door in camera matrimoniale: divisoria per un balcone indoor In special modo nelle camere matrimoniale delle case vacanza non è insolito che la zona notte sia corredata di balcone interno con finestre ad hoc per godere di una splendida vista su mare o montagna. Quadi sempre tali serramenti non vengono dotati di oscuranti, poiché poco pratici da aprire e chiudere. Per ovviare al problema della luce proveniente da questi infissi vengono utilizzate delle barn door divisorie che con un semplice gesto risolvono l’inconveniente. Una porta scorrevole accessoria, calda e funzionale, che si mimetizza con le pareti quando la si lascia aperta per accedere ad un delizioso balcone indoor; mentre diventa perfetta quando è chiusa, per celare qualsiasi infiltrazione di luce durante le ore notturne dedicate al riposo e garantire allo stesso tempo la giusta privacy ai padroni di casa. Barn door in camera da letto: decorativa con specchio incorporato E’ possibile accessoriare una barn door come un’altra qualsiasi porta di casa? La risposta è assolutamente sì. Un optional fondamentale in una camera da letto è senza alcun dubbio lo specchio. A chiunque piace rimirare la propria figura per valutare abbinamenti di abiti e verificare di essere in ordine prima di uscire di casa. Una barn door può diventare quindi una porta scorrevole decorativa con specchio incorporato. Una composizione che sposa praticità e design per ottenere un look estetico unico e originale. La metratura dello specchio stesso può variare secondo i gusti personali. Infatti lasciare uno spessore maggiore o minore del telaio, intorno all’elemento riflettente, dipende esclusivamente dalle preferenze di ciascuno di noi.
Wc con bidet integrato: soluzione salvaspazio per il bagno
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Un wc con bidet integrato è una tra le tante soluzioni salvaspazio per il bagno, da prendere in considerazione per affrontare tutte le problematiche di dover progettare degli ambienti contenuti in casa. Ottimizzare la scelta degli elementi da inserire in questa stanza di servizio, è fondamentale per non far mancare nulla di ciò che risulta assolutamente necessario, tenendo presenti i limiti delle misure a disposizione. Un washlet è una tipologia di sanitario utilissima allo scopo. Un pezzo di design ideale per un piccolo bagno che sfrutta un’alta tecnologia, innovativa e all’avanguardia. Per tutti coloro che conoscono poco questa alternativa, vogliamo spiegare di seguito di cosa si tratta.Ovvero capire nel dettaglio che cos’è un washlet, come funziona, perché lo si dovrebbe scegliere, dove sia meglio installarlo e quali sono i costi d’acquisto e le relative manutenzioni da effettuare. Washlet: che cos’è Il washlet o water closet con doccetta, è una novità nel settore dei sanitari. Un termine che nasce dalla fusione delle parole wash e toilet, per indicare un unico elemento, in cui sono inglobate sia le funzioni di un wc che quelle di un bidet. Nato in Europa nel 1956 dall’invenzione di Hans Maurer, ha avuto maggior successo negli Stati Uniti, ma è soprattutto in Giappone che in più della metà delle abitazioni è presente questo wc con bidet integrato. Proprio qui, l’attenzione per i dettagli e la voglia di migliorare un prodotto che si è rivelato utilissimo in molte situazioni progettuali, ha indotto le aziende asiatiche a lanciare un sanitario attento a ogni tipo di esigenza. I washlet odierni hanno raggiunto degli standard igienici ottimali, per l’ergonomia della silhouette e per i vari migliorati sistemi di pulizia ad acqua calda, purificazione dell’aria e funzioni automatiche. Oltre a queste caratteristiche standard possono essere dotati di molti accessori: riscaldamento della tavoletta e sua regolazione in altezza in relazione a quella del fruitore, utilizzo di deodoranti incorporati e illuminazione in mancanza di luce. Wc e bidet integrato: come funziona Il funzionamento di un wc e bidet integrato presuppone l’’inevitabile utilizzo di corrente elettrica. Tutte le tipologie presentano delle funzioni base, a cui possono essere aggiunti degli optional. Le attivazioni delle varie mansioni vengono comandate da pilsanti presenti su un pannello di controllo del washlet stesso, attraverso eventuale telecomando o nei modelli più avanzati da rilevatori ad infrarossi. Vediamo i tre passaggi fondamentali di come funziona un washlet: attivazione apertura: può avvenire in modo manuale, ma le tecnologie odierne permettono di dotare il wc con bidet integrato, di sensori che aprono il copri water quando individuano la presenza di una persona o quando viene aperta la porta del bagno stesso; attivazione pulizia: dopo aver espletato le proprie necessità ecco che entra in gioco la modalità bidet. Un ugello viene azionato per ottenere l’erogazione di acqua utile per il lavaggio delle parti intime. In questa fase è possibile naturalmente scegliere la temperatura, la posizione e l’intensità del getto. Successivamente si può avviare una ventola per la fuoriuscita di aria calda; attivazione conclusione: terminate le attività è necessario utilizzare lo sciacquone. Come nei wc tradizionali sono presenti due pulsanti, da premere in relazione al bisogno effettuato con utilizzo intelligente della quantità d’acqua emessa. Washlet: perché sceglierlo Perché scegliere un washlet per il proprio progetto di interni? Come abbiamo detto la necessità nasce dal fatto di dover attrezzare un piccolo bagno, dove non si vuole rinunciare ad alcuna comodità. Solitamente è il bidet che viene messo sempre da parte. Questo perché o la metratura non consente di inserirlo o perché viene ripetuto che in un locale di servizio può anche non essere contemplato. La soluzione di avere invece un wc con bidet integrato permette di poter utilizzare tutti i pezzi sanitari utili e pratici a cui siamo abituati, avvalendosi dell’escamotage di avere due funzioni in unico elemento. Tale espediente viene preso in considerazione anche in abitazioni con bagni più grandi, ma dove si vuole arredare con un pizzico di design aggiuntivo o perché si è amanti di alternative tecnologiche che sfruttano concetti moderni e all’avanguardia del vivere in modo differente le attività quotidiane di casa. Wc e bidet integrato: dove installarlo Quando si progetta un piccolo bagno e si intende inserire un washlet salvaspazio, è necessario prestare molta attenzione al “dove” installare questo apparecchio. Modelli e design differenti influenzano delle peculiarità importanti di ogni singolo prodotto, che incidono necessariamente sulla valutazione del luogo in cui il washlet stesso dovrà essere montato. Per gestire al meglio la sua collocazione nell’ambiente bagno, è doveroso prendere in esame alcune caratteristiche che riguardano: la dimensione del sanitario; la forma del wc con bidet integrato; la presenza di prese di corrente vicine; la vicinanza ad altre fonti erogatrici di acqua; l’ostruzione di movimento da parte di elementi secondari. Rispetto alle normali grandezze, un washlet è necessariamente più ingombrante, e anche la sua forma risulta leggermente più impattante per tutto il sistema integrato necessario al suo funzionamento. Pertanto va valutato il globale volume del prodotto. La vicinanza alle prese di corrente è un ulteriore elemento che influenza la posizione di questo sanitario, così come la distanza minima che si dovrebbe avere da lavabi e docce (l’acqua limitrofa può causare danni ad un sanitario elettrico) o armadietti contenitore. Indicativamente, per avere un’accessibilità consona al washlet, si dovrebbe mantenere un raggio libero di circa 30 cm intorno al wc con bidet integrato. Washlet: costi
Cucina ad angolo: guida per una progettazione perfetta
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Una cucina ad angolo in casa richiede una progettazione puntuale e organizzata, per poter sfruttare e valorizzare al meglio le porzioni dei mobili che si vanno ad incontrare in punto nevralgico. In molti ambienti, la disposizione a 90° di banconi e pensili, è vincolata da pareti portanti o da infissi, ma studiata a tavolino anche una cucina angolare ad hoc, solo apparentemente difficile da collocare, saprà risultare esteticamente perfetta e oltremodo pratica. Le tante alternative odierne permettono di giocare molto sui pieni e vuoti e di non avere un impatto visivo troppo imponente e tradizionale, di un arredo sequenziale tutto uguale. Vani a giorno e mensole si vanno ad integrare con alcuni armadietti con antine e i piani di lavoro trovano con elettrodomestici all’avanguardia, un nuovo look molto accattivante. Alternative e idee per arredare una cucina angolare ve ne sono davvero tante, ma seguire i pochi e semplici passi di una guida per una progettazione perfetta e ciò che consigliamo. I consigli da seguire, per realizzare una cucina ad angolo, riguardano: l’organizzazione dei due lati in modo proporzionato; il posizionamento degli elettrodomestici; la scelta di un top continuo; l’alternarsi di pensili e mensole; l’inserimento di utili accessori. Come organizzare i due lati in modo proporzionato Chi deve organizzare i due lati di una cucina angolare, si chiede spesso quale sia il metodo migliore per farlo in modo proporzionato. Non esistono in realtà regole scritte e imprescindibili, ma situazioni da valutare caso per caso. Per gestire in maniera consona, razionale e comoda una cucina ad angolo, è necessario valutare: la lunghezza di entrambi i lati; la posizione di eventuali aperture (come finestra su lavello); l’ubicazione degli impianti; la scelta, con relative dimensioni, degli elettrodomestici; l’eventuale presenza di isole e penisole; l’inserimento di pensili o vani a giorno; l'utilizzo esterno per antine aggiuntive e scompartimenti inusuali ma molto pratici. Tutti questi elementi convogliano nel calderone di come dover strutturare funzionalmente ogni spazio e di porre secondo una sequenza logica le varie aree di lavoro di una zona cottura pratica. Non vi sono posizioni inderogabili che escludono alcune soluzioni a discapito di altre. Organizzare i due lati di una cucina ad angolo richiede esperienza da parte degli addetti ai lavori, che sapranno coniugare al meglio le varie proposte fattibili con le personali richieste dei padroni di casa. Dove posizionare gli elettrodomestici A chi piace, posizionare gli elettrodomestici partendo dall’angolo, è una prima ipotesi per arredare la cucina di casa. Piano cottura, forno basso e cappa trovano collocazione nel punto nevralgico a L, lasciando però in questo modo molto spazio per i piani di lavoro. Altra ipotesi è quella di posizionare gli elettrodomestici agli antipodi dei due lati, per avere a disposizione un piano di lavoro continuo e capiente dove poter collocare anche piccoli robot da cucina pronti all’uso e utensili appesi a muro.  Ulteriore alternativa riguarda invece la collocazione di lavello, lavastoviglie, piano cottura e colonna forno attigui e disposti su un unico lato lungo, per procedere con unico top angolare per cucinare e utilizzare come appoggio di stoviglie e alimenti. Commistioni di queste soluzioni danno origine ad altre validissime progettazioni e la scelta finale deve sempre rispecchiare il modo di vivere e di gestire una cucina ad angolo come da richiesta dei committenti. Quando è meglio scegliere un top continuo Alternative molto in voga permettono oggi giorno di scegliere tra differenti finiture per quanto riguarda il top in cucina. Soluzioni di design richiedono materiali e anche colorazioni diverse per enfatizzare i cambi di destinazione d’uso di banconi e piani di lavoro, introducendo una moda decisamente apprezzata che al tatto rimane assolutamente inalterata. Questa ideazione è assolutamente gestibile anche in una cucina angolare, quando elementi freestanding interrompono la continuità del top stesso. Se ciò non avviene e l’angolo presenta una situazione a prosecuzione allora è meglio scegliere un’unica opzione per l’intera superficie, valorizzando un’estetica già particolare e rendendola quanto più omogenea con l’arredo scelto. In questo caso un senso di continuità per elementi non in linea e caratterizzati già da altre peculiarità, aiuta la visione d’insieme di avere una bella composizione, organizzata e proporzionata.  Perché intervallare pensili e mensole in una cucina ad angolo Intervallare pensili e mensole in una cucina ad angolo permette di alleggerire la già difficoltosa collocazione di mobili e complementi, che risulterebbero in questo caso eccessivamente ridondanti. Questo escamotage è particolarmente consigliato quando le dimensioni dell’ambiente di casa sono contenute e si sente proprio la necessità di dover dare ariosità e leggerezza a tutto il contesto. Alternative a giorno sono pratiche per riporre libri di cucina o barattoli e contenitori molto utilizzati. Abbinati o a contrasto per materiale e colore, pensili e mensole in una cucina ad angolo, aiutano a creare delle progettazioni di tendenza e oltremodo funzionali. Quali utili accessori inserire in una cucina ad angolo Come in tutte le cucina, anche in una tipologia ad angolo, è necessario preventivare l’inserimento di utili accessori, che siano oltremodo pratici nel loro utilizzo quotidiano. Cestoni organizzati per pentole e coperchi, cassetti su misura per utensili e posate, taglieri estraibili dal top e illuminazioni a sensori, sono alcuni tra i tanti optional che si possono includere nei complementi d’arredo scelti. Ma ciò che realmente deve essere efficiente in una cucina angolare è proprio lo spazio ad angolo retto difficile da gestire e strutturare internamente. A livello di ripiani si può ovviare al classico pensile con più vantaggiose mensole, immediate da raggiungere per riporre barattoli o stoviglie e facilmente igienizzabili. Altra opzione, molto di moda e dallo spiccato design, è quella di utilizzare dei pensili solo su di un lato e appoggiati direttamente al bancone. Lo sportello sarà apribile in maniera agevole e completa e lo spazio all’interno sarà sfruttabile al 100% inserendovi anche macchinette del caffè o altri piccoli elettrodomestici. I cesti girevoli ed estraibili sono un altro modo per accessoriare in modo intelligente una cucina ad angolo. Utili contenitori che si prestano benissimo per la loro mobilità e flessibilità di movimento.
Bellissime idee per un gazebo da giardino
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La primavera è alle porte e organizzare un outdoor di stile è ciò a cui ogni padrone di casa aspira, per arredare il proprio giardino. Inserire un gazebo funzionale e di design è un ottimo modo di progettare un esterno, perché consente di sfruttare al meglio uno spazio dedicato al relax o da condividere con amici e familiari. Oltre ad una delimitazione a livello perimetrale, avere anche a disposizione una copertura aumenta la fruibilità di un gazebo in giardino, utilissima sia in giornate troppo soleggiate che in situazioni di leggera pioggia. Materiali, forme e dimensioni, si differenziano a seconda delle esigenze e necessità, e sul mercato sono disponibili una varietà di soluzioni che soddisfano davvero tutte le richieste. Tra i tanti gazebo da giardino è inoltre possibile valutare alternative mobili, di cui parleremo in altra sede, da ritirare durante la stagione invernale, o fisse che diventano un vero e proprio elemento d’arredo importante da coordinare con l’ambiente circostante. Per tutti coloro che non hanno ancora ben chiare le tipologie tra cui scegliere, e desiderano considerare svariate opzioni da esaminare in tutta tranquillità, proponiamo delle bellissime idee per un gazebo da giardino da osservare e analizzare. In questi suggerimenti si vedranno differenti proposte dove commistioni materiche e cromatiche, seguono quasi sempre lo stile e orientamento dell’abitazione principale, dove in e out devono saper dialogare in maniera armoniosa. Ciascuna, con le sue qualità, risulterà adatta per tanti outdoor di stile dove praticità e tendenza vanno di pari passo, in un esterno di casa tutto da vivere. Gazebo in giardino: moderno in corten e tessuto plastificato Lo stile moderno connota in modo emblematico abitazioni minimal e studiate nel minimo dettaglio. Progettazioni dove nulla è lasciato al caso e dove nemmeno un gazebo da inserire in giardino, deve porsi in contrasto con tale scelta estetica. Avvalersi di una soluzione in corten e tessuto plastificato, per un gazebo outdoor, è assolutamente perfetto! Un materiale contemporaneo e molto in voga, caratterizzato dal suo color ruggine che ben si sposa con le nuance neutre delle pareti esterne di casa. Strutture di questo tipo sono solitamente mantenute nella loro posizione per tutto l’anno, poiché non temono assolutamente i cambi di temperatura né gli agenti atmosferici. Con la loro linearità e semplicità di forma, sono dei gazebi da giardino poco invasivi e leggeri alla vista, ma al contempo solidi e assolutamente stabili anche sulle grandi dimensioni. La copertura viene quasi sempre realizzata con tessuti plastificati molto resistenti e removibili all’occorrenza per essere igienizzati o nel tempo sostituiti. Gazebo in giardino: minimalista in pvc Rimanendo in tema di modernità, avvalersi di un gazebo in giardino minimalista in pvc, è una seconda opzione da considerare assolutamente. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad un arredo di tipo fisso perché decisamente resistente a tutte le condizioni climatiche. Nelle sue colorazioni in grigio, nero o marrone scuro, sottolinea lo stile che un giardino contemporaneo deve avere. Forma squadrata e silhouette rettilinea, sono d’obbligo. La copertura è piana e disponibile in colori chiari a contrasto per alleggerire e ampliare la luminosità al di sotto del gazebo stesso. Le pareti sono essenzialmente aperte, ma accessori come zanzariere o pareti scorrevoli, possono essere acquistate anche successivamente e montate all’occorrenza. Gazebo in giardino: freestanding in legno con rampicanti Nella categoria dei gazebi in giardino più tradizionali, rientrano tutti quelli che presentano una costruzione in legno, abbinata poi ad altre scelte materiche per quel che riguarda eventuali pareti e tetto. Questa altra tipologia piace sempre, perché realizzata con il re dei materiali da costruzione caldo ed estremamente versatile anche per essere usato all’esterno di casa. Trattato nel modo corretto non presenta alcun tipo di problematica, anche se una manutenzione ordinaria, aiuta sicuramente a mantenere perfetta la sua conservazione nel tempo. Prima di visionare alternative coperte, vi vogliamo proporre una struttura freestanding con rampicanti. Per chi ama la natura e possiede uno spiccato pollice verde, circondare un gazebo in giardino con fiori profumati è l’idea vincente verso cui indirizzarsi. La vegetazione fungerà da copertura naturale, mantenendo fresco l’ambiente sottostante. Abbinabile a stili più country, nordici o orientaleggianti, questi gazebi o pergole sono perfetti per arredare in modo immediato, un outdoor di stile. Gazebo in giardino: legno e tegole Varianti sul tema ne esistono davvero tante, e quella più comune e che non passerà mai di moda, riguarda un gazebo in giardino dalla tipica forma esagonale o circolare con copertura in tegole. Questa soluzione d’oltreoceano, trova consensi anche nei nostri outdoor di casa, con il suo stile classico e intramontabile! Grazie alle dimensioni contenute e proporzionate accoglie salottini privati graziosi e ospitali da condividere in svariate situazioni. Con un tetto in tegole, la struttura in legno ha poco da temere, ma per il suo mantenimento prolungato, consigliamo di avvalersi di prodotti appositi per mantenere sempre inalterata la finitura superficiale. Caratteristica di tale scelta sono le pareti decorate che ricordano i parapetti dei balconi, quasi sempre tinteggiati in bianco. Un modo per circoscrivere lo spazio, ma senza delimitarlo visivamente, rendendolo fresco e luminoso. Gazebo in giardino: fisso in mattoni e legno Ulteriore possibilità per arredare un outdoor di stile con un gazebo in giardino, è quella di valutare l’ipotesi di una commistione in mattoni e legno. In alcuni casi, vuoi per questioni di privacy, vuoi per le condizioni climatiche di eccessivo vento o piogge, si è costretti a delimitare uno o due lati in modo permanente. I mattoni a vista sono una soluzione estetica piacevole e molto versatile, se abbinata ad una struttura in legno con copertura mista in vetro e tessuto. L’utilizzo di 4 differenti materiali, permette di frazionare gli spazi di un gazebo imponente, dove ogni funzione trova la sua perfetta collocazione. Nelle zone riparate in modo perenne possono addirittura essere predisposte delle aree cottura, con una parete solida su cui predisporre gli impianti e una copertura fissa che lascia passare esclusivamente la luce. In quella “arieggiata” è fattibile invece inserire sedute da esterni e tavoli, dove avvolgendo le tende a disposizione si può creare un solarium privato a tutti gli effetti.
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