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Arredare casa con le piante: perfette anche in bagno
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Arredare casa con le piante è una soluzione ottimale, per abbellire e rendere profumato e colorato un qualsiasi ambiente di un’abitazione. Con le loro differenti caratteristiche, a seconda che si tratti di specie verdi o con fiori, hanno la duplice mansione di essere sia un elemento di decoro che uno strumento pratico e utile, grazie a peculiarità funzionali versatili. Se nelle varie stanze di casa arricchiscono uno spazio in modo esemplare, sono assolutamente perfette anche in bagno! Una tendenza molto in voga negli anni Settanta, è ritornata attualmente di moda grazie allo stile Jungle, che richiede necessariamente l’impiego di una fitta vegetazione ovunque lo si inserisca. Il bagno è un luogo ideale non solo per coltivare piante esotiche e legate a questo trend. Moltissime specie possono entrare a far parte dell’arredo di questo luogo di casa, con risultati davvero spettacolari. Da grandi spa casalinghe a bagni piccoli e di servizio, le piante sono importanti perché riescono a sanificare e purificare l’aria interna e al contempo ad arricchire un look ricercato e di stile. Ogni bagno presenta connotati diversi e non esistono indicazioni standard che permettano di creare una classifica certa, su quale pianta vada bene in modo esclusivo per quella tipologia di spazio. In generale, è consigliabile scegliere piante decisamente resistenti, che non temano né il caldo né il freddo, la penombra o l’eccessiva luce e l’elevata umidità.  Ma allora cosa valutare prima di inserire le piante nel bagno di casa? I fattori da considerare sono 5 e nel dettaglio riguardano: la dimensione della stanza; le condizioni di umidità; la quantità di luce; la temperatura dell’ambiente; il ricambio di aria. Vediamo insieme alcune idee e consigli utili per ciascuna necessità! Piante in bagno: la dimensione della stanza Considerare le dimensioni della stanza, quando si pensa di arredare con le piante in bagno, è un fattore da esaminare, ma che non deve eccessivamente imporsi sulla scelta della categoria di vegetazione da acquistare. Per chi non ha le idee chiare sulla natura, ma vuole accostarsi a questo mondo, consigliamo di avanzare per step e partire da vasi di piccola dimensione per capire se avere delle piante in bagno è ciò che fa per noi. La begonia, molto colorata e adatta a decorare, è una scelta ottimale. Capace di diventare un elemento ornamentale non impone la sua presenza sull’ambiente circostante, piccolo o grande che sia, e adorna in modo soft qualsiasi metratura. I filodendri sono al contrario piante tropicali che possiedono foglie molto ampie, adatte agli amanti di un effetto jungle, molto incisivo. Avere un bagno con una certa grandezza aiuta a non far diventare la stanza eccessivamente cupa e infestante, creando un look da foresta equatoriale senza pari. Piante in bagno: la condizioni di umidità Per chi pensa che sia meglio non inserire piante in bagno per l’eccessivo grado di umido presente, è in errore! Una vasta gamma di “verde” richiede necessariamente delle condizioni di umidità elevata, trovando così in questo ambiente di servizio, il luogo perfetto in cui vivere. E’ anche vero che non sempre il bagno presenta questo requisito, specialmente di notte e in pieno inverno quando fa molto freddo. E’ necessario quindi informarsi su quali specie riescano a gestire al meglio i cambi di habitat, che subiscono variazioni durante la giornata. La felce da interni, ad esempio, è una pianta che predilige situazioni umide e al contempo gode di grandi capacità per adattarsi a continui sbalzi di temperatura, quindi perfetta per poter essere inserita all’interno di un bagno con queste condizioni. Alcuni tipi preferiscono una luce intensa, altri più soft. In base a tale requisito sarà molto semplice collocarle maggiormente vicine ad una fonte di luce naturale, piuttosto che in una zona più buia del bagno stesso. Anche le piante che in genere crescono su altre specie vegetali, chiamate epifite, sono rigogliose in un ambiente umido come quello del bagno e pertanto indicate ad essere utilizzate per arredarlo. Piante in bagno: la quantità di luce Un altro elemento da considerare quando si parla di inserire le piante nel bagno di casa, è la quantità di luce necessaria per la loro sopravvivenza. Alcune varietà richiedono una scarsa luminosità, come l’aspidistra. Chiamata anche pianta di piombo, necessità di pochissime cure, ma soprattutto luce scarsa e indiretta. Appartiene alla categoria dei sempreverdi ed è capace di sopravvivere con una bassa illuminazione e pochissima acqua. Anche il bambù è una pianta che va illuminata in maniera mediata ed è particolarmente indicato per essere inserito in bagni ciechi. Entrambe piante da vaso, sono adattissime per chi non possiede uno spiccato pollice verde o si approccia al mondo della natura indoor per la prima volta. Anche le piante grasse possono essere una valida alternativa da inserire. L'aloe vera è una pianta rigogliosa e adatta per il bagno dove è necessaria la luce solare, ma non diretta perché può bruciarne le foglie. Posizionarla accanto a lato di una finestra è perfetto per farla crescere con costanza. L'asparagina è una pianta che ama l'umidità all’interno di un bagno di casa e trova il suo massimo splendore con molta luce, pertanto maggiormente adatta a locali di servizio con finestre o velux. Piante in bagno: la temperatura dell’ambiente  Dal momento che ogni bagno di casa è diverso, è necessario valutare oltre a umidità e dimensioni, anche la temperatura dell’ambiente. Questo è utile sia per capire la varietà di vegetazione da inserire, sia per trovare la posizione giusta per farla crescere. Le orchidee sono piante ideali per qualsiasi bagno, prosperano con condizioni di umido e luminosità più o meno intenso, ma prediligono ambienti in cui non faccia eccessivamente freddo. In bagni esposti a sud non trovano difficoltà a livello di condizione termica favorevole, se a nord è bene avvicinarle ad una fonte di calore come caloriferi o termo arredo. La sanseveria o lingua di suocera, è un’ottima scelta quando si vuole inserire qualcosa di alternativo alle piante da vaso. Bellissima nella sua collocazione sospesa, richiede poche cure e si adatta molto bene a qualsiasi ambiente, anche non troppo ideale. Perfetta quindi sia per bagni in cui il caldo non manca per tutto il giorno, sia in locali con una temperatura inferiore. Piante in bagno: il ricambio di aria  Il ricambio di aria all’interno di un bagno è doveroso e viene effettuato più volte durante la giornata. Quando si pensa di collocare delle piante in questo ambiente, si deve valutare anche la delicatezza e sensibilità di alcune specie, che temono le correnti d’aria frequenti. I pothos sono delle piante praticamente indistruttibili, che crescono con estrema facilità. Adatte a qualsiasi tipo di illuminazione e condizione climatica in genere, sono considerate quasi infestanti, perché nulla le scalfisce nemmeno i ricambi di aria abituali e ripetuti.
Come progettare una biblioteca privata in casa
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Progettare una biblioteca privata in casa è il sogno dei grandi amanti della lettura e di chi possiede innumerevoli volumi antichi e anche attuali, che si desidera esporre come elementi d’arredo per creare un ambiente unico, accogliente e confortevole. Quando si pensa ad una biblioteca, l’immagine a cui tutti pensano, è quella di un enorme spazio con scaffali addossati alle pareti e postazione centrale per consultare i libri in piena libertà, circondati da silenzio, calma e tranquillità. Organizzarla in casa diventa una sfida poiché non tutti hanno a disposizione una stanza apposita da dedicarle. Molto spesso una biblioteca privata casalinga, viene inserita nei luoghi meno usuali: su un pianerottolo ampio delle scale, lungo un corridoio o inglobata in altri ambienti di casa altrimenti poco sfruttati. Questi escamotage non vanno confusi con le classiche librerie che ciascuno può utilizzare per arredare i medesimi spazi, ma dove assumono semplicemente il ruolo di contenitore perché non sono presenti postazioni fisse per leggere e sfogliare svariati testi e fascicoli, quando lo si desidera. Per realizzare una biblioteca privata in casa è necessario personalizzare e valutare differenti fattori che riguardano: la scelta dello stile: classico, rustico, contemporaneo...; la valutazione degli scaffali: a giorno, con antine, a terra, sospesi…; l’inserimento di comode sedute: poltrone, divanetti, daybed…; l’impiego dei colori: tenui, scuri, pastello…; l’ottimizzazione dell’illuminazione: faretti, lampade da terra, lampade da tavolo… Le alternative tra cui optare sono infinite, come accade per qualsiasi altra soluzione d’arredo si stia valutando per arredare un’abitazione. Ma per creare e progettare una perfetta biblioteca privata in casa, è necessario far emergere al meglio la propria personalità e i propri gusti estetici, molto più rispetto ad ambienti. Una biblioteca di casa è intima e raccolta, un luogo dove potersi appartare e immergersi in un mondo alternativo che solamente i libri sanno costruire! Biblioteca in casa: scegli lo stile Il punto di partenza quando si desidera progettare una biblioteca in casa, concerne la scelta dello stile estetico che si intende seguire per l’intera realizzazione. Optare per un orientamento più consueto o per qualcosa di insolito, condizionerà la selezione della tipologia di arredo e accessori da inserire nell’ambiente. Seguendo alcuni trend, come un’arte povera, uno shabby chic o un vintage, sarà necessario indirizzarsi vero l’acquisto di mobili più imponenti e corposi in linea con l’idea di fondo di tali stili, mentre per tendenze scandinave, urbane o industriali, anche arredi casual, meno formali e misti possono andare sicuramente bene. Pertanto, capire in primis ciò che ci intende far emergere secondo il proprio gusto personale, ma che segue una scuola di pensiero definita, aiuterà a delineare gli elementi da acquistare per una biblioteca casalinga senza eguali. Biblioteca privata: valuta gli scaffali Valutare gli scaffali per una biblioteca privata in casa è il nodo cruciale di tutto il progetto. Insieme ai libri sono loro i protagonisti di questo spazio e con i loro colori, le loro finiture e la loco collocazione, definiscono l’ottima riuscita di un intervento d’interni da urlo! Questi mobili contenitore vengono realizzate in una infinità di dimensioni, composizioni e installazioni e ciò che possiamo trovare in commercio rientra in 6 macro categorie: scaffali su misura: creati ad hoc da un falegname o un mobilificio, per seguire andamenti di muri e soffitti non usuali e sfruttare al meglio ogni centimetro disponibile; scaffali a nicchia: utilizzati quando sono presenti rientranze naturali o create appositamente nelle pareti di casa e si intende inglobare un mobile intero o utilizzare semplici mensole per riporre i libri; scaffali ad angolo: utilissimi in quegli ambienti con molte aperture che non consentono di avere una parete intera per mobili in linea e dove è possibile valorizzare un punto morto dell’ambiente stesso; scaffali a giorno: funzionali per poter “toccare” con mano i libri e averli sempre a disposizione; scaffali con ante: pratici per preservare i vari volumi da polvere e luce che possono a lungo termine danneggiare copertine e pagine. scaffali a ponte: impiegati quando le altezze lo consentono, ma gli spazi sono minimi e si pensa di aggirare una porta o le finestre della biblioteca stessa con soluzioni scenografiche e visivamente sensazionali. All’interno di tali aree di competenza si apre un mondo dove in base ai vari stili vengono presentate opzioni e possibilità per tutti i gusti. Si passa da pareti attrezzate con soluzioni freestanding a cui vengono abbinati ripiani e mensole, a soluzioni fantasiose a spirale e girevoli, a vetrinette a tutt’altezza con scale scorrevoli. Ogni alternativa può essere realizzata con i più disparati materiali: legno, metallo, vetro, cartongesso, mattone a vista, ecc… Idem per le finiture: colorate, laccate, satinate, opache, lucide e così via. Insomma, una vastissima gamma di soluzioni per creare una biblioteca in casa precisa e definita a livello sartoriale. Biblioteca in casa: inserisci comode sedute L’elemento che contraddistingue una biblioteca in casa e la differenzia da una semplice postazione per librerie e scaffali, è l’inserimento di comode sedute, da utilizzare per poter leggere e consultare al meglio i volumi che contiene. Spesso viene abbinata una sedia con schienale alto ad una postazione “scrivania”, perché è maggiormente pratico coinvolgere più funzioni in un'unica area. In questo caso la biblioteca privata trova sede accanto ad uno studio dove ci si può sedere per leggere, ma dove lo si fa quasi esclusivamente per uno scopo lavorativo. Infatti una poltrona relax accanto ad una finestra, un soffice divanetto di fronte al camino o una chaise longue avvolgente con ripiano per una tazza di cioccolata calda, sono i veri arredi essenziali per accoccolarsi con un buon libro e immergersi in una lettura rilassante e distensiva. Sono proprio questi i complementi fondamentali che caratterizzano e non devono assolutamente mancare per progettare una biblioteca casalinga funzionale e di tendenza. Biblioteca privata in casa: calibra i colori Anche la scelta delle nuance per soffitti e pareti, non è così scontata quando ci si appresta a tinteggiare una biblioteca privata in casa. I libri di per sé sono già delle macchie di colore posizionate le une accanto alle altre, grazie alle svariate palette delle loro copertine. Rimanere sul neutro è senza alcun dubbio la soluzione più semplice da attuare e che ben si sposa con qualsiasi stile d’arredo si sia valutata per mobili, ripiani e sedute. Quindi il tradizionale bianco, nelle sue varianti, tavolozze di grigi o di beige sono le opzioni che vanno per la maggiore. Tali colorazioni sono da utilizzare assolutamente quando si pensa di organizzare i libri secondo una scala cromatica ben stabilita; ovvero quando si decide di disporli secondo la sequenza dei colori dell’iride. Percependo questa successione policroma, avere uno sfondo naturale aiuta ad enfatizzare il risultato che si vuole ottenere. Per chi invece ama circondarsi di tinte forti e incisive, nulla vieta di calibrare i colori tenendo una linea comune per tutti gli elementi presenti. Un total black, blu o red, dove la contemporaneità di stile è decisamente spiccata, risulta perfetta per far emergere nuovamente i libri che contrastano queste gradazioni energiche e penetranti, dando vita però a progetti trendy per una inusuale biblioteca privata di casa. Biblioteca in casa: ottimizza l’illuminazione Ottimizzare l’illuminazione presente in una biblioteca in casa, è l’ultimo step da considerare per completare una progettazione ad hoc. Devono essere contemplate varie necessità a livello di luce e da collocare nello spazio preposto in base allo scopo che si vuole raggiungere. Le tipologie luminose da inserire, per arredare una biblioteca privata in casa, riguardano: la luce diretta: utilizzata quando si ha la necessità di avere una fonte luminosa puntuale ed efficiente. E’ adatta per illuminare in modo indipendente le sezioni degli scaffali con collezioni importanti da mettere in evidenza; la luce soffusa: è un tipo di illuminazione “riposante”, idoneo per creare angoli riservati e rilassanti attraverso una fonte luminosa soft, specialmente in prossimità delle sedute; la luce intensa: usata per illuminare in modo equo senza avere zone d’ombra o poco illuminate. I faretti ad incasso sono perfetti per tale scopo e servono quando si ha bisogno di contemplare appieno tutto lo spazio della biblioteca stessa. Per quel che riguarda la versione fredda o calda, è una questione soggettiva e dipende essenzialmente dallo stile d’arredo presente. Una gradazione cool va bene in una biblioteca connotata da un modernismo spiccato, minimal e lineare. Avvalersi invece di una soluzione warm, risulta perfetto per stili classici, boho chic, country o eclettic, dove la luce d’atmosfera è indispensabile.
Cancello automatico: consigli per una scelta funzionale e sicura
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Il cancello automatico è un pratico e validissimo aiuto per aprire con tutta comodità l’ingresso carraio della propria abitazione. Una volta considerato un elemento per pochi, viene oggi scelto quotidianamente in tutti i progetti di nuova costruzione e ampiamente valutato in situazioni esistenti, dove il tradizionale portone viene molto spesso riconvertito e automatizzato. Avvalersi di questo strumento significa facilitare ulteriormente gli accessi all’interno della propria area privata e di godere di una comodità senza pari a cui una volta abituati, non si può davvero più rinunciare. Ma come scegliere un cancello automatico per la casa? Gli elementi da considerare non sono molti, ma tutti vanno ponderati con attenzione e sostanzialmente riguardano: la tipologia: se con apertura scorrevole o a battente (a una o due ante); la grandezza: standard o su misura; il peso: valutato in base alla struttura (piena o listata) e al materiale. il tipo di motore da utilizzare; i costi di acquisto, installazione e manutenzione. Seguire dei consigli per una scelta funzionale e sicura, da parte di brand e tecnici specializzati, è senz’altro la strada giusta da percorrere. Con la loro professionalità ed esperienza sapranno valutare caso per caso le diverse caratteristiche di ciascun modello e combinare le varie alternative disponibili. per arrivare alla soluzione più congeniale e opportuna caso per caso. Cancello automatico: cos’è e come funziona Il cancello automatico è uno strumento elettrico funzionale che serve per facilitare l’apertura e la chiusura di una proprietà privata. Oltre alla sua mansione primaria di garantire sicurezza e tranquillità quando si è all’interno del cortile o del giardino di casa, permette quindi di eliminare l’attività manuale dell’aprire con le chiavi e spostare una o due ante del cancello stesso e di doverle successivamente richiudere. Il cancello automatico funziona grazie a un motore che attiva il movimento per far aprire l’anta, attraverso un braccetto dotato di pistone. Quest’ ordine viene impartito da un telecomando, fino ad un determinato raggio di distanza, che comunica con una centralina, che regola tutte le mansioni. Nei modelli più contemporanei e innovativi sono previsti dei collegamenti con la rete, che tramite tecnologia smart, comunicano direttamente con smartphone e tablet. Controllare l’apertura del cancello automatico sarà ancora più semplice con un semplice tocco sul proprio cellulare. Sono inoltre presenti delle fotocellule, che tramite dei sensori, rilevano se ci sono eventuali ostruzioni inerenti alla corretta chiusura dell’anta. In tali circostanze, comunicano il problema alla centralina, la quale arresta immediatamente il movimento del cancello automatico, prevenendo danni a cose o persone. Cancello automatico: apertura scorrevole o battente (a una o due ante) In base al tipo di apertura è possibile classificare un cancello automatico in due categorie: scorrevole o a battente. La prima tipologia viene adottata solitamente in case di nuova costruzione dove a priori si è valutato l’intero spazio necessario, da lasciare a disposizione di questo importante elemento. Oltre alla larghezza da destinare alla luce effettiva per il passaggio delle auto, è necessario calcolare l’ingombro doppio che il cancello va ad occupare lateralmente quando scorre e si apre. Questo procedimento avviene grazie ad una guida installata nel terreno che funge da binario su cui il meccanismo automatizzato funziona. La seconda modalità per installare un cancello automatico riguarda invece la tipologia a battente, che può essere a una anta o a due ante. Solitamente l’ipotesi di avere un’unica apertura, implica di avere poco spazio a disposizione o di avere recinzioni in comune con i vicini e di non poter vincolare su quel lato i metri che servirebbero per una doppia battuta. Quando invece non si hanno obblighi di alcun genere le due ante sono da preferire, sia per la stabilità dei braccetti sia per la velocità di esecuzione delle manovre di apertura. Questa, solitamente pensata verso l’interno dell’abitazione, può in realtà essere scelta anche verso l’esterno se esigenze particolari lo richiedono. Valutiamo i pro e i contro di entrambi: esteticamente un cancello a battente è decisamente più bello da vedere e più facilmente abbinabile ad una maggiore scelta di orientamenti stilistici che connotano l’abitazione che protegge. Uno scorrevole si addice quasi esclusivamente a tendenze contemporanee o industriali; un cancello a battente è però maggiormente costoso rispetto ad uno scorrevole, e la sua durata nel tempo è decisamente inferire se confrontato con un meccanismo a scorrimento. La possibilità di personalizzazione è peculiarità di entrambi e alla fine, i vantaggi e gli svantaggi di ciascuno, vanno di pari passo con le esigenze e i gusti personali dei padroni di casa, da tenere in grande considerazione per ogni caso progettuale a sé stante. Cancello automatico: i migliori motori da utilizzare Quando si parla di cancello automatico ci si chiede quali siano i migliori motori da utilizzare e che nel rapporto qualità-prezzo diano delle certezze tangibili. Per quanto riguarda un cancello automatico scorrevole i primi 4 migliori motori sul mercato sono: Came: un brand diffuso e conosciuto per la perfezione di costruzione dei suoi componenti; Faac: tra i più competitivi nel suo campo, presenta un’affidabilità garantita nel tempo; BFT: la caratteristica che differenzia questo marchio dalla concorrenza è facoltà presente nel motore di adottare un livello di spinta intelligente costante, mai esagerata rispetto alle esigenze reali; Nice: ha una centralina integrata dotata di un sensore di temperatura che ottimizza l’impiego della forza necessaria in base al clima. Nei cancelli automatici a battente i migliori motori sono invece: Came: con il suo kit interrato a 230vac per aperture fino a 3,5 m per anta, a perfetta tenuta stagna; Faac: con il sui eco kit green con anta singola fino a 2,3 m Cancello automatico: manutenzione La manutenzione richiesta su un cancello automatico non è così invasiva come si pensa. Si consiglia di effettuare un chek-up una volta l’anno, dato il suo l’utilizzo quotidiano e la sua esposizione ad ogni tipo di temperatura e condizione climatica. Il controllo sistematico annuale, permette di controllare che sia tutto in regola e assicurare una maggiore durata nel tempo di tutte le componenti interessate. Parti danneggiate o inconvenienti sporadici, derivano proprio dalla non curanza di alcune piccole problematiche, che attraverso una puntuale manutenzione, possono invece essere risolti a monte e con una spesa inferiore. Cancello automatico: quanto costa Dopo aver valutato il funzionamento, la classificazione, la scelta dei motori da utilizzare, l’installazione e la manutenzione, l’ultima domanda che sorge spontanea è: ma quanto costa un cancello automatico? Inizialmente vanno distinte due condizioni: se il cancello è già presente e installato nell’abitazione, e serve semplicemente dotarlo di kit per automatizzarlo, o se l’oggetto deve essere comprato e collocato in una casa in progettazione. Nel primo caso vanno valutati degli equipaggiamenti appositi che hanno un costo di circa 1000 euro, se si considerano dei cancelli tradizionali a due ante battenti e che coprono una luce fino a 4 m. Per soluzioni scorrevoli il prezzo scende leggermente, sui 750 euro per pesi non superiori ai 1000 kg. Nel secondo caso, la voce che incide sul costo finale, dipende proprio dal fatto che il cancello stesso vada comprato ex - novo. I fattori che influenzano il budget da destinare all’acquisto di un cancello automatico, sono di tre tipi e nel dettaglio riguardano: la tipologia: se con apertura scorrevole o a battente (a una o due ante); la dimensione: standard o su misura; il peso: determinato dal tipo di struttura (piena o listata) e dal materiale. Come fascia di prezzi ci si attesta sui 1.800 euro, per un tipo ad anta unica, sui 2.200 euro per uno scorrevole e sui 2.500 euro per uno a doppio battente. Oltre a questo va aggiunto il corrispettivo per i posatori. Un professionista del settore può chiedere tra i 350 e i 500 euro a seconda delle situazioni.
Porte interne in vetro: 5 motivi per inserirle in casa
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Scegliere delle porte in vetro per gli ambienti di casa, significa avere delle necessità pratiche e funzionali da risolvere nel proprio progetto d’interni, oltre che valutarle per le loro caratteristiche estetiche accattivanti e di gran tendenza. La cernita tra le tante soluzioni sul mercato non è mai cosa facile. Le tantissime opzioni tra modelli, abbinamento di materiali, finiture e accessori richiede una capacità decisionale notevole. Le porte sono un elemento d’arredo che in casa si fa assolutamente notare e il loro spetto deve necessariamente rispettare lo stile scelto per arredare i vari ambienti e al contempo assolvere nel modo migliore al loro tradizionale ruolo. Le porte interne in vetro diventano un’alternativa ottima alle classiche con pannello, perché adattabili ad ogni orientamento, oltre ad essere bellissime nel loro look essenziale, ma raffinato, che infonde un senso di stabile leggerezza sia in una zona giorno che in una zona notte. Per chi è titubante verso questa scelta e non sa districarsi tra i pro e i contro, vogliamo mettere in evidenza nel nostro articolo di oggi, 5 motivi per inserirle in casa e che nel dettaglio riguardano: la certezza di avere più luce in casa; la possibilità di dividere gli spazi senza schermare; la sicurezza di creare un aumento della profondità in casa; la flessibilità di giocare con vari elementi di arredo e design in casa; la facilità di personalizzare in modo versatile. Porte interne in vetro: più luce in casa Il primo grande vantaggio di una porta in vetro è quello di avere sicuramente più luce in casa. Con le tradizionali chiusure con pannellatura piena, una volta chiusa la porta, l’illuminazione naturale arriva esclusivamente dagli infissi esterni, rendendo buie tutte le zone di passaggio di un’abitazione, che magari non possiedono una finestra. Illuminare anche gli angoli più scuri di una casa, come ingressi, corridoi e scale, significa donarle un look decisamente più accogliente e ospitale, dove poter svolgere anche delle mansioni che in una zona cupa non si avrebbe voglia di effettuare. Le porte in vetro, nella loro totalità se la parte trasparente interessa l’intera grandezza o nella loro parzialità, quando è presente un telaio, assecondano appieno questa funzione, che permette alla luce del sole di attraversare diversi ambienti, infondendo sensazioni di benessere e tranquillità. Se l’effetto trasparente non convince del tutto, in particolar modo se ci si trova nella zona notte di casa, si può optare per delle varianti dove gli inserti in vetro hanno subito una particolare e ricercata lavorazione (laccatura o sabbiatura). Questo escamotage garantisce una maggiore privacy di questi spazi privati, ma al contempo lascia comunque passare l’illuminazione naturale tra un’area e l’altra anche se in maniera più soft. Porte interne in vetro: dividere gli spazi senza schermare Nelle progettazioni contemporanee creare in casa delle grandi aree aperte va per la maggiore, ma spesso non avendo pareti e muri intermedi, si rischia di non riuscire a fornire la corretta disposizione alle tante funzioni che si racchiudono al loro interno. Moltissimi open space vengono infatti parcellizzati fisicamente e visivamente, attraverso l’utilizzo delle porte interne in vetro e in particolare grazie a soluzioni eleganti e di stile che permettono di dividere gli spazi senza schermare. In grandi living, dove cucina, soggiorno e sala da pranzo devono condividere i metri a disposizione, delle grandi porte in vetro aiutano davvero a frazionare l’intera superficie e a dare la giusta importanza a ciascun ambiente. Senza contare i pro che ne derivano anche a livello olfattivo ed acustico. Le porte interne in vetro diventano infatti utilissime per limitare la diffusione dei profumi di una zona cottura o per isolare i rumori di chi conversa nel salotto rispetto a chi sta leggendo nello studio: il tutto separando senza oscurare. Altro approccio riguarda il collegamento tra un ingresso, un corridoio o delle scale e le stanze interne di una casa. Avere qui delle porte in vetro è oltremodo positivo per non escludere una zona di passaggio che diventerebbe asettica e completamente distaccata dal resto dell’abitazione. Con questo espediente la divisione è mantenuta, ma la schermatura visiva viene completamente abbattuta. Porte interne in vetro: aumento della profondità in casa Le porte interne in vetro, sia nelle versioni a battente che scorrevoli, diventano un perfetto aiuto per creare un aumento della profondità in casa quando ci si trova di fronte ad abitazioni dalla metratura ridotta. Questo elemento divisorio, che non può essere eliminato quando gli ambienti interni lo richiedono, rientra in una ottimale soluzione che offre la possibilità di percepire nell’immediato, un ampliamento visivo dello spazio. Una tipica porta rende inevitabilmente ancor più chiuse, limitate e piccole delle camere già contenute. Mantenere invece una visuale unica e costante, che sottolinei il punto di collegamento tra le aree interessate, permette al contempo di conservare la funzionale chiusura tra gli ambienti quando è necessario, e di assicurare una congiunzione ottica che ne amplia la loro profondità. Porte interne in vetro: elementi di arredo e design in casa Le porte interne in vetro sono ormai diventate degli elementi di arredo e di design che caratterizzano impeccabilmente il look di una casa. Il loro aspetto viene concepito per rientrare nei canoni estetici di quegli oggetti utili e pratici per arredare gli ambienti indoor, diventando dei veri e propri punti focali di tendenza insuperabili. Molti architetti e designer di interni utilizzano le porte in vetro in varie progettazioni ricercate dove funzionalità e stile vanno di pari passo. Un trend giovane e fresco che permette di infondere grinta e leggerezza a ideazioni innovative ed eleganti. Con una soluzione trasparente, il concetto di porta si amplia, perché questo infisso diventa una sorta di vetrata interna che permette di organizzare gli spazi in modo alternativo e di grande impatto. Nelle versioni più soft con telaio in legno e vetri frazionati, nelle alternative con profili metallici total black più incisivi o nelle opzioni a libera installazione con pannelli vetrati unici, le porte di casa non saranno più le stesse ma costituiranno quell’elemento di arredo e design particolare da lasciare tutti senza parole! Porte interne in vetro: personalizzare in modo versatile In base allo stile scelto per arredare casa, è possibile compiere delle operazioni per personalizzare in modo versatile le porte interne in vetro e adattarle alle proprie preferenze. Le combinazioni sono tantissime, sia a livello di materiali, per quel che riguarda il telaio, sia a livello di colori e finiture. Lasciarsi andare e osare con ideazioni uniche ed originali, aiuterà a non essere ripetitivi e scontati, per dar vita ad un progetto dall’effetto “wow” esclusivo e assicurato.
Arredamento olfattivo: essenze profumate per la casa
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Tendenze casa: come rendere accoglienti gli ambienti con i profumi  L’arredamento olfattivo è una delle tendenze casa attualmente molto in voga e ampiamente utilizzata in moltissimi progetti d’interni. In realtà non si tratta semplicemente di inserire una candela mangia odori in cucina, di applicare un diffusore di corrente nel corridoio o di utilizzare un pot-pourri in un cestino all’ingresso. E’ un trend che porta alla scoperta di un mondo più complesso e dedicato alla natura e al suo utilizzo in ambito sensoriale. E’ un modo versatile per personalizzare gli ambienti della propria abitazione e per renderla maggiormente ospitale. Il settore della home fragrances ha subito una eccezionale crescita sul mercato, perché sempre più tenuto in considerazione quando ci si appresta a rinnovare la propria dimora. In effetti quando si entra in una casa, ciò che viene percepito in primis è l’odore presente al suo interno, che deve essere gradevole e non invasivo. La sensazione di freschezza è quella che tutti si aspettano varcando la soglia d’ingresso e che già fa presagire degli interni con stanze pulite, calorose e affabili, benché vissute. Infatti è stato constatato che se un ambiente è dotato di un giusto profumo che lo avvolge, anche i relativi disordine e leggera confusione, non no sono più un elemento negativo su cui ci si sofferma. Ma come si arreda tenendo in considerazione i fattori legati all’olfatto? Gli elementi da valutare, quando ci si chiede come rendere accoglienti gli ambienti con i profumi, riguardano: la dimensione degli spazi: per esempio in grandi abitazioni con zone di rilevanti grandezze, sono ideali le essenze floreali che in aree ridotte risulterebbero al contrario troppo intense; lo stile d’arredo: in ambienti minimal, con orientamenti estetici che prediligono l’utilizzo di materiali freddi, quali metallo, cemento e vetro, è gradevole odorare fragranze speziate che richiamano i paesi caldi mentre in case eclettiche profumare le stanze con qualcosa di più casual e meno formale, come l’aroma del fieno o dell’erba, enfatizza il tema confidenziale utilizzato. Vediamo allora come utilizzare le svariate essenze, ciascuna con le sue proprietà e peculiarità, all’interno delle nostre case, facendo riferimento alle varie tipologie di profumi, ai tipi di diffusore, ai kit presenti sul mercato, tenendo in considerazione anche i loro costi e durata. Arredo olfattivo: a ciascun ambiente il suo profumo Se abbiamo affermato che sia la dimensione della stanza che lo stile d’arredo influiscono sulla scelta dell’arredamento olfattivo di una casa è anche vero che a ciascun ambiente viene associato il suo profumo in base alla funzione che svolge. Nell’elenco che segue, suggeriamo alcune scelte tipiche e ampiamente “indovinate”, da usare per rendere accoglienti le varie zone della propria abitazione: ingresso: è consigliabile utilizzare un’essenza discreta e leggera che invogli ad entrare e sostare in questa prima area di casa. Ottimi muschio bianco, agrumi, menta e liquirizia; corridoio: una zona di passaggio che funge da collegamento tra ambienti deve odorare di fragranze misurate e coinvolgenti. Perfette quelle fruttate, come mela verde, melograno e pesca; cucina: non si possono contrastare i profimi del buon cibo che viene preparato in questa zona di casa. Mantenersi sul tema è la scelta migliore e che ricade su moltissime piante aromatiche con alloro, rosmarino, menta selvatica, timo e maggiorana o su spezie tipiche come la cannella, il cardamomo, l’anice e i chiodi di garofano; bagno: lavanda, sandalo, vetiver, aloe vera sono alcune profumazioni perfette per questo ambiente di sevizio che deve mantenere un elevato e intenso standard a livello olfattivo; soggiorno: le essenze floreali sono da preferire negli ambienti dove è necessario mantenere tranquillità e relax. Giglio, gelsomino, mughetto e lillà vanno benissimo; workspace: profumi naturali che favoriscono una maggiore concentrazione, vanno privilegiate in un luogo dedicato allo studio o al lavoro. Tè verde, ginseng e verbena sono da preferire; zona notte: calore e intimità vanno di pari passo all’interno di una camera da letto. Utilizzare un arredamento olfattivo in tali spazi, significa appoggiarsi a profumi dolci come la vaniglia, il miele, la mandorla e il mughetto. Profumi per la casa: come si dividono le tipologie di essenze Le diverse tipologie di essenze si dividono in varie categorie, che tengono conto della sapiente miscelazione di ingredienti che hanno tutti origine naturale. In base alla loro intensità vengono catalogate e utilizzate nei vari ambienti di casa. La classificazione tradizionale, che riguarda le essenze profumate per una casa di tendenza, prevede: arredamento olfattivo fruttato (pesco, frutti di bosco…); arredamento olfattivo agrumato (arancia, bergamotto…); arredamento olfattivo speziato (zenzero, noce moscata…); arredamento olfattivo erbaceo (erba tagliata, fieno…) arredamento olfattivo fruttato fiorite (rosa, fiori d’arancio…); arredamento olfattivo gourmand (cioccolato, caffè…); arredamento olfattivo aromatico (basilico, aneto…); arredamento olfattivo cipriate (patchouli, ambra…); arredamento olfattivo legnose (cedro, acero…) arredamento olfattivo acquatico alghe marine, sale…). Profumi per la casa: i vari tipi di diffusori Diffondere i vari profumi per la casa significa avvalersi dell’aiuto di accessori preposti a tale scopo. Candele, pot-pourri e profumatori a bastoncini sono perfetti e ancora ampiamente utilizzati. Il loro modo di agire non è continuativo e dipende da una nostra predisposizione all’accensione o allo scoperchiamento di un contenitore. Oggetti più contemporanei permettono, al contrario, di mantenere costante il profumo che si sprigiona in casa, diventando anche un elemento d’arredo che completa lo stile di una casa. Tra questi dispositivi i più impiegati sono: diffusore spray elettrico o a ultrasuoni; diffusori a calore o a freddo; diffusori a sensore; diffusori con funzione di umidificatore elettrico o a termosifone. Tutte le tipologie prevedono che l’essenza sia già all’interno del diffusore stesso e prevede ricariche già pronte all’uso. Profumi per la casa: kit per un arredo olfattivo completo Esistono in commercio dei kit per un arredo olfattivo completo che comprendono una o più tipologie di diffusore (solitamente candele, a bastoncino o ad olio) e una serie di campioncini diversi con essenze e profumazioni tutte da provare. Queste soluzioni sono perfette per chi si avvicina a questo mondo per la prima volta e non conosce nel dettaglio le tante fragranze presenti da sperimentare e da utilizzare nei vari ambienti di una abitazione. Averne a disposizione un certo numero, che varia a seconda delle confezioni, permette di capire quale profumo sia il più adatto per la propria casa, per completare un progetto di interni con un arredamento olfattivo veramente ad hoc. Arredo olfattivo: costi I costi relativi ad un arredamento olfattivo sono decisamente vari e si possono trovare in commercio prodotti che partono dai 5 euro per arrivare a soluzioni da oltre 200 euro. La grandezza dell’elemento, la quantità di essenza contenuta, la qualità dell’essenza stessa, la durata, la finitura del diffusore e il brand produttore, incidono notevolmente sul prezzo finale. Per chi ama cambiare spesso profumazione è consigliabile usufruire di buoni prodotti, ma senza esagerare sul budget, per coloro che invece sono legati ad una determinata essenza, sarebbe maggiormente semplice trovare un diffusore di design importante da esporre e che al contempo sprigioni il profumo caratteristico. Si investe qualcosina in più, ma la spesa verrà sicuramente ammortizzata nel tempo.
Mansarda: progettare uno spazio multifunzionale di design
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Avere a disposizione una mansarda abitabile è un fattore davvero molto utile, perché permette di sfruttare e valorizzare dello spazio aggiuntivo presente in casa, oltre a far aumentare di valore l’intero lotto del proprio edificio. Progettare una mansarda implica necessariamente una valutazione a priori fondamentale, da cui deve scaturire l’idea di che cosa si vuole inserire al suo interno. In base alle esigenze e necessità può essere vista o come un appartamento indipendente o come un ulteriore piano o di casa da organizzare collocato sotto il tetto dell’abitazione. Nella maggior parte dei casi quest’area viene riconvertita quando i figli crescono e necessitano di un luogo appartato per sé stessi e per ospitare anche gli amici. Ma come progettare uno spazio multifunzionale di design da utilizzare come zona giorno, ma che comprenda anche un locale da adibire a zona notte? Dal momento che in una mansarda non sono quasi mai presenti pareti divisorie, pianificare un open space funzionale e pratico, è senza alcun dubbio l’ipotesi migliore per arredare questo ambiente. I fattori da considerare, per progettare una mansarda con zona giorno + zona notte, riguardano: la creazione di un’area relax in un living accogliente; l’organizzazione di una camera da letto ad hoc; l’ideazione di un’area perfetta per lo studio; di uno spazio attrezzato per l’attività fisica. Progetto mansarda: open space funzionale e pratico Organizzare le grandezze a disposizione in un open space funzionale e pratico, è l’approccio da abbracciare quando si intende affrontare un progetto in mansarda. Piccoli ambienti e stanze con altezze non continue, non possono in questo caso essere considerate, nemmeno se i punti minimi della copertura permettono di poter camminare senza abbassarsi. Non avere ingombri di tramezzi e porte a battente permette di avere più libertà di accesso e spostamento nell’intero ambiente unico. Avere uno spazio aperto abitabile, proporzionato e reso coordinato da una linea comune di arredo e accessori, permette di dare vita ad una realizzazione comoda, confortevole e pratica sotto ogni punto di vista. Le mansioni all’interno di una mansarda dedicata ai ragazzi di casa, sono immediatamente riconoscibili ed essenzialmente riguardano l’inserimento di un ampio salotto, una camera da letto minimalista, una zona studio organizzata e un’area per il tempo libero ben attrezzata. Queste 4 competenze vengono inglobate le une nelle altre in modo preciso e studiato, dove i metri a disposizione vengono ben distribuiti per dare la giusta importanza a ciascuna. Progetto mansarda: relax in un living accogliente La zona giorno di una mansarda, ovvero quella più utilizzata e sfruttata, detiene naturalmente la dimensione più importante, pur inglobandosi armonicamente e senza problematiche particolari con le altre 3 funzioni. Optare per un arredo semplice e comodo aiuta ad organizzare l’area divani, dove soluzioni componibili vanno per la maggiore. Questa opzione permette di spostare all’occorrenza le varie sedute e di trovare la perfetta combinazione per ogni situazione che si viene a creare. La finitura in pelle, più delicata, è ottimale per essere igienizzata facilmente con un panno, ma un tessuto sfoderabile forse è maggiormente indicato quando si pensa di organizzare feste con gli amici e pigiama party notturni. Lampade da terra, tavolini da caffè, tappeti, cuscini e tv completano il look di un living accogliente e dedicato al relax. Il tutto sempre connotato dall’utilizzo di materiali non facilmente deteriorabili e maggiormente agevoli da pulire. Progetto mansarda: una camera da letto ad hoc Quando la metratura lo permette, molto spesso una mansarda organizzata per accogliere amici con divanetti pratici e sfiziosi, in una zona giorno arredata nel dettaglio, si trova lo spazio anche per inserire una camera da letto ad hoc, grazie all’impiego di semplici complementi d’arredo. Nessuno si deve immaginare la classica zona notte con armadi, letto, comodino e cassettiere. Quasi sempre tutti questi elementi vengono meno. Cassettiere multifunzionali vanno per la maggiore, ma caratterizzate da design eccezionali, che non fanno notare che si tratti del tipico comò che contiene i calzini. I tavolini da notte vengono eliminati e l’idea del tradizionale comodino svanisce, lasciando spazio a consolle porta tv, dove ci si può appoggiare l’occorrente per la notte. Il letto può essere gestito come un ulteriore seduta aggiuntiva quando gli amici sono davvero tanti e arricchito da piumoni facili da gestire, colorati e immediatamente sistemabili. Progetto mansarda: un’area perfetta per lo studio Se una mansarda, per un ragazzo o una ragazza, diventa un vero e proprio mini appartamento con zona giorno + zona notte annessa, allora creare qui un’area per lo studio è una soluzione adatta, e perfetta conseguenza dell’organizzare al meglio le esigenze di un teenager. Gli studenti passano davvero molte ore davanti a libri e computer e rendere accogliente e ospitale questo luogo, aiuta e facilita la concentrazione, rendendo meno pesante il tempo da trascorrere a fare compiti e a imparare lezioni. Se sono presenti aperture, quali abbaini o lucernari, sarebbe indicato disporre in questo spazio una bella e capiente scrivania, per godere appieno della luce naturale in ingresso. Un luogo buio e poco confortevole non incoraggia di certo lo studio. Per contenere il materiale scolastico si può pensare di organizzare dei mobili contenitori ai lati del piano di lavoro e utilizzarli per questo scopo e per riporvi anche biancheria e abiti. Una sedia comoda ed ergonomica aiuta a mantenere una corretta postura del corpo, evitando dolori e mal di schiena, ma se preferite una seduta di design, cercatene una con schienale abbastanza e dotatela di cuscino rigido. Mansarda: uno spazio attrezzato per l’attività fisica Molti teenager amano tenersi in forma e dedicano parte del loro tempo libero a svolgere dello sport e della ginnastica. Quando non è possibile farlo in palestra o nelle aree outdoor di casa, avere un luogo interno dove potersi allenare è importante. Pensare di creare in mansarda uno spazio attrezzato per l’attività fisica, non richiede eccessivi metri quadrati a disposizione, perché molte attrezzature possono essere collocate a muro, sospese alle travi del tetto o collocate a terra in angoli che altrimenti non sarebbero sfruttati. Ecco che un ambiente aggiuntivo in casa si rende davvero versatile, prestandosi molto bene ad essere organizzato anche per attività da svolgere nel tempo libero in autonomia e senza vincoli, non disturbando gli altri membri della famiglia.
Mobili webbing: arredare con un intreccio di tendenza
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  Una tendenza per l’interior design, ritornata oggi giorno molto in voga, presuppone l’utilizzo di mobili webbing per arredare casa. Complementi d’arredo contraddistinti da un intreccio di fibre, con lavorazione a tessitura, vengono scelti per i loro materiali da costruzione e per le nuance naturali che li caratterizzano. Questa neutralità permette di poter inserire dei mobili webbing in qualsiasi ambiente di casa e di armonizzarli con facilità con i diversi stile estetici che si intende utilizzare. Infatti sia in dimore cittadine, piuttosto che in chalet di montagna, il webbing si accosta benissimo a qualsiasi contesto, rendendolo armonioso, completo e arioso al tempo stesso. Questa tecnica già sperimentata in passato, trova grandi apprezzamenti sia impiegata su elementi importanti e di grandi dimensioni come ante di credenze, vetrinette o armadi contenitore, sia su sedie e accessori più contenuti che riguardano l’illuminazione e la decorazione di una casa. L’antesignano di questo revival è sicuramente la paglia di Vienna, utilizzata nelle famosissime sedie Thonet, che hanno garantito il meritato successo a sedute di design inconfondibili, grazie ad una tecnica che lavora la materia prima per darle il consueto aspetto di un ordito a piccoli fori. Un intreccio di tendenza che nuovamente si fa strada nel mondo dell’arredo e che risulta immediatamente riconoscibile, grazie a questi disegni a trama regolare, tipici di questa modalità di “tessitura”. Progettare uno o più ambienti di un’abitazione inserendo mobili webbing, significa abbracciare un trend che richiama un look legato agli elementi della natura, con colorazioni tenui per rendere gli spazi accoglienti, confortevoli e rilassanti. Abbinati a strutture in legno, i mobili webbing diventano degli arredi eleganti e distintivi, che ben si adattano a tutte le zone indoor e non solo a ideazioni per il giardino o la terrazza di casa. Vediamo insieme qualche esempio di come possono essere introdotti in ideazioni di interni di successo!   Webbing: sedute trendy in soggiorno Come già anticipato, le sedute webbing sono un elemento d’arredo già impiegato in tempi lontani, quando un noto ebanista realizzò una sedia con struttura in legno piegato a vapore e intreccio di fibre naturali, che prese il nome di paglia di Vienna. Questa metodologia di lavorazione viene ancora oggi largamente impiegata per la creazione di straordinari oggetti di design che vengono scelti per progettare e decorare sia ambienti in che outdoor. Diversi modelli di sedute webbing riescono a fornire un look davvero trendy in un soggiorno di casa. La classica sedia viene rivisitata in modi diversi e pur abbinandosi perfettamente a un tavolo da pranzo all’interno di un living, trova anche differenti altri modi per inserirsi in una zona giorno spettacolare. Creare un angolino per la lettura o da dedicare a uno studiolo ricavato all’interno del soggiorno, è una prassi decisamente comune. Abbinare pertanto una sedia webbing ad una scrivania o uno scrittoio è un ulteriore modo di arredare un’area personalizzata interna, funzionale e distintiva. Armadi webbing: uno stile naturale in casa Per dare una ventata di freschezza in una abitazione, scegliere uno stile naturale in casa aiuta sicuramente nello scopo. Abbinare colori tenui a materiali come il legno o a fibre quali il rattan, il giunco o il bambù, permette di creare ambienti confortevoli e armoniosi. Tuttavia, un tocco grintoso e che spicchi in un quadro che diventerebbe altrimenti monotono, va comunque inserito. Per farlo in maniera soft e che leghi soprattutto l’ideazione generale di un ambiente, ecco che il webbing arriva in vostro aiuto. Un complemento, che in tutte le sue varianti è presente negli ambienti di ciascuna abitazione, è l’armadio. Alto, basso, lungo o stretto viene inserito in zone giorno e notte come contenitore pratico e utilissimo. Avvalersi di un’opzione che riguardi gli armadi webbing è appunto ottimale per mantenere i toni sobri e poco eccentrici, pur utilizzando una lavorazione singolare e d’effetto. Poltrone webbing: versatili in una zona notte per ragazzi Chi di noi non ha mai ammirato, anche solamente in fotografia, quelle bellissime poltrone in stile coloniale con ampio schienale, posizionate in un giardino o in un patio di case con un look di tendenza senza eguali? Oggi giorno, tali complementi, trovano altra destinazione d’uso e sono maggiormente utilizzati per arredare spazi interni, per chi ama osare e intende realizzare qualcosa di inconsueto per decorare i propri ambienti di casa. Poltrone webbing vengono collocate in grandi open space, in studi, in giardini d’inverno e orangerie e anche in camere da letto per teenager. Proprio loro, rispetto agli adulti, tendono ad accostare vari orientamenti stilistici per il proprio spazio, dando vita a soluzioni eclettiche di grande stile. Ecco allora come sedute webbing si pongono come elementi versatili in una zona notte per ragazzi: funzionale, trendy e dal gusto impeccabile. Paravento webbing: coordinato in camera da letto I paraventi sono elementi che ormai hanno perso la loro funzione principale e quasi sempre vengono inseriti in una zona notte come elemento di puro decoro. Utilizzare un modello webbing coordinato in camera da letto, aiuta ad armonizzare un’idea progettuale particolare e davvero unica, che richiede un perfetto bilanciamento tra i componenti presenti. Questo approccio non impedisce di combinare stili e materiali diversi. Infatti se la linea comune riguarda l’impiego di elementi naturali, sarà perfetto abbinare un letto in legno con comodini a tema, a biancheria e tessuti come cotone o lino e ad accessori in fibre naturali da parete o da terra che completino il contesto seguendo questo filo conduttore univoco. Un paravento webbing è perfetto per l’accostamento sia cromatico che materico. Con il suo intreccio unico aiuta a creare un effetto vedo non vedo del muro retrostante, ponendosi come soluzione flessibile in una camera da letto senza eguali. Letto webbing: in una camera matrimoniale eco Quando i padroni di casa richiedono che vengano rispettate determinate ideologie in termini di eco sostenibilità, è giusto che anche le proposte di arredo di architetti e designer di interni soddisfino questi requisiti e desideri nella scelta di materiali green per tutti i complementi d’arredo che andranno utilizzati. Un letto webbing è una delle tante alternative da impiegare in una camera matrimoniale eco. Un’ originale testiera lavorata secondo questa modalità, permette di valorizzare una zona notte in modo semplice, ma efficace. Osservando le esigenze dei clienti, si proporrà al contempo una soluzione a cui non tutti penserebbero per la propria camera da letto, ma che invece ha un riscontro più che positivo, dato da chi l’ha sperimentata e vissuta quotidianamente.
Armadi complanari: salvaspazio in camera matrimoniale
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Gli armadi complanari sono dei versatili complementi d’arredo, che danno la possibilità di valorizzare e sfruttare un’area ridotta, utilizzando un mobile salvaspazio dalle dimensioni più svariate. Il tratto caratteristico ed esclusivo di questo sistema, prevede un meccanismo estremamente funzionale, ma delicato. Affinché un armadio complanare adempia perfettamente al suo ruolo, deve essere prevista sia una minuziosa lavorazione in fase di realizzazione sia un eccellente grado di precisione in fase di montaggio. I vantaggi di utilizzare questi patici arredi in una camera da letto, riguardano: l’eliminazione, in fase di apertura, degli ingombri delle tradizionali ante a battente; l’innovativa modalità di apertura ergonomica delle ante; l’ottimale maneggevolezza del sistema di azionamento; la personalizzazione dei binari, in base alle diverse grandezze del vano, anche per misure non standardizzate; la perfetta stabilità delle porte scorrevoli, grazie a guide montate ad hoc e regolabili in più punti con procedure in due tempi e più lente o veloci a seconda delle esigenze; la bellezza di un design minimalista e lineare, grazie alla finitura a filo muro, se incassato o del piano se l’armadio è esterno. Armadi complanari: cosa sono Gli armadi complanari sono la naturale evoluzione di quelli con ante scorrevoli e diventano un’alternativa di grande tendenza, da inserire in una zona notte di stile. Sono molto apprezzati come valida alternativa in caso di spazio ridotto sia in una camera matrimoniale, che in un corridoio o in un ingresso di casa. Diventano un’ottima soluzione, nei casi in cui sia necessario ottimizzare tutti i centimetri a disposizione evitando l’impedimento di un passaggio pratico quando le ante dell’armadio stesso sono aperte. Gli armadi complanari sono molto apprezzati perché rientrano anche in una categoria di arredo, caratterizzata da un design accattivante, capace di valorizzare l’ambiente in cui viene inserito. Il look esteriore che ne deriva è decisamente compatto. Questo grazie alla sua forma lineare e quasi impercettibile (dato che non vi è il duplice spessore delle ante come nel caso degli scorrevoli) e alla possibilità di poter personalizzare la larghezza delle ante nel formato che si desidera. Armadi complanari: come funzionano Come abbiamo precedentemente affermato, gli armadi complanari rappresentano una novità nell'arredo di una zona notte trendy e contemporanea. Se in una camera matrimoniale lo spazio è davvero ridotto, e si desidera comunque progettare un’area personalizzata, funzionale, capiente, ma senza dover necessariamente lasciare da parte il fattore estetico, allora usufruire della soluzione che prevede l’utilizzo di armadi complanari, è la strada giusta da percorrere. Ma effettivamente come funzionano? Fondamentalmente le ante di questi complementi d’arredo, scorrono su uno stesso piano. Questa nuova tipologia di contenitore, prevede infatti un meccanismo che nel settore viene definito a “compasso”. Se per un armadio scorrevole tradizionale sono presenti due guide indipendenti, una per ciascuna anta, nel sistema complanare l’apertura sfrutta un binario, muovendosi in due tempi: prima esternamente, con un movimento perpendicolare e poi lateralmente, in maniera classica. Lo spessore tra le ante, che possono essere anche più di due, viene pertanto eliminato e visivamente un armadio complanare, si propone come un unico mobile omogeneo chiuso e compatto. L’innovativa tecnologia meccanica che contraddistingue questo sistema di binari, che permette un doppio movimento contemporaneo dell’anta, ha dato vita ad una serie di modelli chic personalizzabili, perfetti per arredare in chiave moderna una camera da letto di gran classe. Armadi complanari: quali dimensioni hanno La peculiarità degli armadi complanari riguarda la personalizzazione della grandezza delle ante in base alla dimensione del mobile. Il design pratico e dall’orientamento attuale, contraddistingue la possibilità di adattare queste ante consistenti e molto solide, ma al contempo eleganti e dall’aspetto distinto, a qualsiasi spazio. Le misure possono pertanto partire dai 45 cm sino ad arrivare ai 2 m di larghezza, con tutte le varianti intermedie (60 cm – 90 cm -120 cm – 150 cm). Combinate tra di loro, queste grandi aperture, riescono a coprire luci anche di 5 metri. Per quel che riguarda le altezze si trovano in commercio ante da 80 cm – 120cm – 180 cm - 200 cm – 270 cm- 300 cm, a seconda del brand produttore. Dovendo garantire fermezza e robustezza, le ante complanari sono solitamente realizzate con due pannelli di uguale spessore. Quando sono previste maniglie particolari o finiture specifiche, gli inserti accoppiati possono avere una consistenza diversa, per assicurare l’inserimento di optional e accessori. Armadi complanari: quali finiture prevedono Come per qualsiasi altro armadio di una zona notte che si rispetti, anche le ante di un complemento innovativo complanare, sono disponibili in una immensa gamma di finiture. Queste comprendono naturalmente la scelta del materiale da costruzione, le palette di colori, le modalità di brillantezza, la commistione di più stili ed elementi accessori. Abbinamenti cromatici e materici vanno per la maggiore, perché consentono di movimentare una sorta di parete che risulterebbe altrimenti troppo statica. Nuance a contrasto o effetti opachi e lucidi danno origine a progetti davvero interessanti, dove viene certamente esaltato il gusto personale dei padroni di casa. Creare un mix di finiture, giocando sull'ampio assortimento di varietà di accostamenti e combinazioni, permette di progettare degli armadi complanari davvero unici e dall’aspetto inedito. Armadi complanari: organizzazione interna Il disegno creato dall'anta dona una configurazione dinamica alla composizione, che gioca con le sensazioni date dalla luce e dalle ombre, i chiari e gli scuri. L’organizzazione interna e la grande varietà di accessori da abbinare, permettono di poter progettare un armadio complanare seguendo moltissime suddivisioni. L’elasticità di poter gestire in modo autonomo i vari moduli, consente di attrezzare in maniera più che personalizzata l’indoor di questo grande contenitore. Le tipiche progettazioni con vani a giorno che vedono l’alternanza di mensole e appendiabiti, vengono integrate da cassettiere con grandezze differenti a seconda di ciò che dovranno accogliere, rendendo il guardaroba pulito, ordinato e bello da vedere. L’equipaggiamento interno permette di ideare spazi versatili dove è possibile inserire anche scarpiere, cappelliere e optional particolari che aggiungono un ulteriore valore a tutto il mobile in una camera da letto sensazionale. Armadi complanari: quanto costano I costi di un armadio complanare non si discostano di molto rispetto a quelli di altre tipologie di guardaroba per la zona notte. La differenza su un budget che definiamo standard, e che si può attestare tra i 1.500 e i 2.000 euro, dipende dai classici fattori che vengono scelti per personalizzare il mobile stesso. Questi elementi, che necessariamente incidono sul prezzo finale di un armadio complanare, sono sostanzialmente tre e riguardano: la grandezza sovradimensionata o la realizzazione su misura; l’inserimento di accessori interni che prevedono una suddivisione inconsueta e originale; la scelta di un’illuminazione completa interna. La diversità di finiture e di colori non rappresentano più una componente significativa che modifica il costo d’acquisto, perché presentano quasi nella totalità dei casi il medesimo valore monetario. Entrano in campo solamente quando si presentano eccezionalmente delle richieste singolari, e da valutare caso per caso.
Doccia con finestra: guida pratica alla scelta
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L’idea di avere una doccia con finestra all’interno del proprio bagno, è una soluzione che non sempre si è pronti ad appoggiare. Molto spesso però, dovendo ristrutturare case datate e con vincoli strutturali da cui non si può prescindere, si deve sottostare a compromessi che si rivelano in realtà delle grandi occasioni da valorizzare. Ma quali caratteristiche deve avere una finestra nella doccia, in modo che non si deteriori stando a contatto diretto con acqua e vapori? Una pratica guida consapevole che porti ad una scelta mirata e ottimale è ciò che serve quando si deve affrontare un progetto di questo tipo. I fattori da considerare, per realizzare e acquistare una finestra da collocare all’interno della doccia, riguardano: l’utilizzo di un serramento prodotto con materiali idrorepellenti; l’accortezza di valutare una pratica apertura saliscendi; l’impiego di un’apertura mista con vasistas per una migliore aerazione; l’uso di un vetro satinato per garantire una maggiore privacy; la progettazione di un’apertura senza posizionare il classico davanzale sotto l’infisso. Doccia con finestra: serramento e materiali idrorepellenti Quando ci si appresta a progettare un bagno, dove nella doccia andrà posizionata una finestra, la prima domanda che ci si pone, riguarda il serramento e i materiali da scegliere per la sua “incolumità”. La paura e la convinzione comune, si soffermano sul problema della sollecitazione diretta di acqua e vapore, e del timore che l’infisso, insieme al suo telaio, possa danneggiarsi nel tempo fino ad un completo deterioramento. Se si possiede già una finestra, che andrà proprio ad essere collocata nel vano doccia, e non intendete sostituirla perché ancora in ottimo stato, sarà bene che si prendano in considerazione alcune precauzioni per cercare di preservarla al meglio. Questo deve essere fatto essenzialmente se il materiale da costruzione è il legno. Utilizzare una tenda o un pannello a mò di scuro, sono due tra le tante soluzioni possibili, e che permettono di isolare l’infisso nella doccia, durante il suo utilizzo. Entrambe le alternative, permettono di proteggere e salvaguardare l’integrità del serramento stesso, che comunque dovrà essere ordinariamente controllato e magari rinfrescato con della vernice apposta e idrorepellente. Se invece, in fase di rinnovamento anche la finestra dovrà essere sostituita, ecco che materiali appositi come l’alluminio o ancor meglio il pvc, saranno la scelta perfetta, per assicurare una ottimale tolleranza a getti d’acqua più o meno importanti e per sostenere tutte le difficoltà legate alla presenza di ristagni di umidità, tipici all’interno di una doccia nel bagno. Bagno con finestra nella doccia: pratica apertura saliscendi Per non avere il fastidioso ingombro di un’anta collocata proprio a metà della doccia e facilitare il ricircolo di aria all’interno del bagno, è in alcuni casi preferibile optare per una pratica apertura saliscendi, che garantisca funzionalità, senza dover rinunciare al fattore estetico. Nella tradizione locale, questa tipologia di finestra non viene molto utilizzata, come accade invece nelle abitazioni d’oltreoceano. Risultano tuttavia davvero molto pratiche quando si devono ottimizzare gli spazi ed eliminare i classici ingombri di una apertura a battente che non dovrebbe avere alcun tipo di ostruzione. Un’anta tipica di un serramento in una doccia dalle dimensioni contenute, rischia di urtare il box una volta aperta e di creare un inopportuno “impiccio” in una zona già delicata. Doccia con finestra: vasistas per una migliore aerazione Se una finestra con apertura a saliscendi non è proprio nelle vostre corde, ma è necessario comunque ovviare al problema di un’anta a battente, è possibile installare una finestra esclusivamente a vasistas per ottenere una migliore areazione nel bagno. Le cerniere posizionate verso l’interno permettono un movimento a ribalta delimitato da appositi fermi, con un’angolazione di apertura che può essere personalizzata. Nelle soluzioni contemporanee questa fessura viene scelta in base ad esigenze particolari e nel caso di un infisso nella doccia è appunto fattibile far aprire maggiormente il serramento, rispetto ai canonici centimetri, per garantire un maggior ricircolo di aria necessario. Doccia con finestra: vetro trasparente o satinato per una maggiore privacy E’ una consuetudine ormai assodata, che una finestra all’interno di un bagno, venga dotata di un tamponamento vetrato opaco, anche se in molti progetti di oggi anche un’alternativa trasparente viene grandemente valutata, sia per avere una migliore luminosità, sia per godere di splendidi panorami o semplicemente perché ai padroni di casa piace questa opzione. Quando si possiede un infisso che da direttamente sulla doccia nel bagno, benché piccola e magari dotata di tenda oscurante, è bene che la scelta ricada su di un vetro satinato o serigrafato per ottenere una totale e assoluta privacy. Una soluzione da attuare in special modo in appartamenti o villette a schiera, dove le distanze tra un’abitazione e l’altra sono davvero limitate. La possibilità di optare per un cristallino limpido può essere fatta quando il foro di apertura è collocato decisamente più in alto rispetto al soffione e magari nella posizione opposta; oppure quando non si hanno altre abitazioni che si affacciano direttamente sulla vostra. Bagno con finestra nella doccia: nessun davanzale sotto l’infisso Avere una finestra nella doccia, permette molto spesso, di poter giocare con le dimensioni e le finiture ad essa associate. Solitamente nella parte bassa del telaio si trova un tipico piano d’appoggio, che in un bagno può essere realizzato in marmo o in pietra poiché non temono acqua e umido. In questa insolita posizione, a meno che già lo si possieda, evitare di inserire un davanzale sotto l’infisso, è la migliore strada da percorrere. Il serramento può essere posizionato a filo muro interno, mostrando una continuità con la parete della doccia stessa o essere collocato a filo esterno, mantenendo una nicchia che verrà intonacata o piastrellata senza avere nessuna sporgenza davvero poco pratica. L’una o l’altra opzione dipendono molto dallo stile che si vuole ricreare e far risaltare all’interno dell’ambiente, mettendo in risalto una tendenza prettamente estetica e più minimalista o una contemporanea ma attenta anche alla praticità di avere un vano incassato per appoggiare doccia schiuma e shampoo.
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