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Lo Studio Botanico

Valore di un albero - Roma (RM)

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Archisio - Lo Studio Botanico - Progetto Valore di un albero
La stima della funzione ornamentale dell’albero, cioè l’attribuzione di un prezzo alla sua capacità di valorizzare il luogo in cui vegeta, rendendolo più bello e gradevole, costituisce un aspetto della pratica estimativa oggi assai importante, grazie alla considerazione sempre maggiore che viene dedicata al verde urbano ed alla consapevolezza della sua importanza per il miglioramento della qualità della vita. Come sono valutati i tuoi alberi? Gli alberi vengono valutati, principalmente, per la specie, le dimensioni, la vitalità, lo stato di salute e la stabilità. Alberi ben curati valgono certamente più di alberi mal gestiti o eccessivamente potati. La valutazione di un albero dipende anche dalla sua posizione e dalle funzioni che esso svolge. Un albero bello che protegge la casa dal sole estivo è certamente meglio valutato di un albero che non assolve questa funzione. Arboricoltori e agronomi sono in grado di determinare il valore degli alberi. Esistono molti metodi di valutazione ma tutti necessitano di un’attenta e scrupolosa perizia. Lo studio botanico ha esperienza nella valutazione e nella stima del valore degli alberi, sia per i risarcimenti a fronte di danni diretti e indiretti e sia per il ristoro dopo un abbattimento. Fattori nella valutazione economica degli alberi dimensione. I grandi alberi o alberi molto vecchi sono valutati in modo differente perché non possono essere sostituiti con altri delle stesse dimensioni o della stessa età, per questo hanno un valore, in proporzione, molto maggiore di alberi della stessa specie ma di dimensioni o età inferiori. Specie o classificazione. Gli alberi robusti, longevi, altamente adattabili e senza particolari difetti sono più preziosi. Essi richiedono meno manutenzione; hanno branche robuste e ben formate e una chioma bella e armoniosa. Alcune specie, per le loro caratteristiche intrinseche e per la limitata diffusione, possono avere un valore economico diverso e maggiore di altre specie considerate più comuni. Condizione. Un albero sano e ben curato ha certamente maggiore valore rispetto ad un albero malato, poco curato o abbandonato. Le condizioni fitosanitarie di radici, fusto, branche e rami sono un elemento determinante nella valutazione economica. Posizione. La posizione di un albero, all’interno di un parco pubblico o una proprietà privata, è molto importante. Un albero che cresce solitario ha normalmente un valore maggiore rispetto ad un albero cresciuto in un gruppo o in un boschetto. Un albero vicino alla casa o in un punto focale del tuo giardino tenderà ad avere un valore maggiore. Il luogo, la posizione ed il contributo di un albero al paesaggio sono altri fattori determinanti nella valutazione economica. Questi fattori possono essere misurati in termini economici e determinano il valore dell’albero; di conseguenza, incidono sul valore della proprietà o del luogo (numerosi esempi in letteratura riguardanri aumenti di valore per effetto degli alberi nelle proprietà). La perizia di stima, a fronte di quanto esposto, diventa una relata ufficiale per le richieste di verifica, anche dell’organo giudicante, e nelle controversie private e pubbliche.

Progetto 1 - Roma (RM)

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Archisio - Lo Studio Botanico - Progetto Progetto 1
Progetto 1

Progetto 2 - Roma (RM)

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Progetto 2

Progetto 3 - Roma (RM)

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Archisio - Lo Studio Botanico - Progetto Progetto 3
Progetto 3

Valutazione integrata degli alberi. - Roma (RM)

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Archisio - Lo Studio Botanico - Progetto Valutazione integrata degli alberi
Un solo albero ogni giorno rilascia ossigeno sufficiente alla vita di tre persone, inoltre è scientificamente riconosciuto che il verde genera una sensazione di rilassamento e comporta una riduzione dello stress. Le piante forniscono benefici importanti: mitigano il clima fornendo ombra e fresco in estate e riparo dai venti in inverno, arredano le città con viali alberati, valorizzano piazze e giardini migliorando il paesaggio urbano. Un albero è un essere vivente a tutti gli effetti e in quanto tale merita di essere mantenuto in vita e in buona salute. L’ambiente urbano però sottopone gli alberi a eccessivo stress causato da condizioni spesso ostili in cui vengono mantenuti: siti d’impianto non idonei, errate potature, scavi stradali, transito di automezzi. Un albero in cattive condizioni costituisce una fonte di rischio non indifferente. In particolare alcuni difetti come la carie e il marciume radicale riducono le capacità di ancoraggio a terra delle piante, inoltre le lesioni interne dei rami di grandi dimensioni possono essere il motivo di crolli improvvisi. Sempre più spesso si sente parlare di alberi o parti di essi caduti che hanno costituito un danno per cose o persone. Non bisogna dimenticare, al tempo stesso, che un albero malato perde la sua efficacia estetica. Lo studio botanico utilizza l’evoluzione del metodo v.t.a. (visual tree assestment) ovvero la valutazione integrata dell’albero per individuare quelle anomalie che possono comprometterne la stabilità. Tale valutazione vuole definire la probabilità che un albero presenta di subire un cedimento, il rischio che ne consegue in relazione al contesto in cui l’albero si trova e le pratiche colturali eventualmente da adottare per ridurre, eliminare o prevenire tali problematiche. L’esperienza, la professionalità e la capacità di utilizzo ed interpretazione dei sofisticati strumenti (lo studio botanico utilizza, tra gli altri, anche il nuovissimo resi pd400) a disposizione permette al tecnico anche di distinguere le variazioni di consistenza del legno e di conoscere anche la situazione strutturale interna di un albero. I risultati di tali analisi sono delle perizie conformi a protocolli operativi e a metodologie di diagnosi, riconosciute in ambito nazionale ed internazionale, che basandosi sulle più aggiornate conoscenze tecnico scientifiche, sono di supporto alla proprietà o al custode del bene(art.2043 e art.2051 c.c.) . L’importanza e il metodo per la valutazione di stabilità degli alberi. La presenza di alberi nei centri urbani è fondamentale, per noi e per il territorio. Oltre la metà degli abitanti del pianeta vive in ambienti urbanizzati e in europa questa percen­tuale arriva a circa l’80%. Le aree verdi e gli al­beri assumono, quindi, un ruolo multiforme che va molto al di là di quello meramente estetico ed ornamentale. (nowak & crane, 2002; harris et al., 2004; ferrini & baietto, 2006; fini & ferrini, 2007). Gli alberi costituiscono una risorsa importante per la sostenibilità delle città, contribuendo alla biodiversità come punti, macchie, corridoi e reti ecologiche. Gli alberi fungono da intercettatori di co2 fissando il carbonio e giocando un ruolo fon­damentale nel combattere l’aumento di anidride carbonica atmosferica. Gli alberi si sono sviluppati nei decenni parallelamente alle città, spesso subendo le stesse trasformazioni, con cambiamenti che hanno coinvolto le aree di pertinenza, la stratigrafia, lo spazio sotterraneo (radici). I patrimoni arborei “invecchiano” e manifestano sempre più gli effetti derivanti dal conflitto con l’ambiente urbano e con l’uomo, perché i contesti urbani non sono favorevoli (spesso), oppure gli alberi sono frequentemente nel posto sbagliato. Inoltre i trattamenti scorretti riducono le aspettative di vita degli alberi ed il fattore di sicurezza biomeccanica (progettazione errate, bassa qualità del materiale vegetale, potature severe e scorrette, scadenti cure colturali…..) Ma gli alberi continuano a cadere e forse fanno più rumore che in passato… generando una senzazione di impotenza, insicurezza ed incertezza. (g. Cirulli 2014). Il management delle alberature in ambito urbano, quindi, passa dal concetto di pericolosità a quello di gestione del rischio. Sono alcune considerazioni che devono essere acquisite ed accettate da tutti: amministratori, tecnici, cittadini, terzi (media, associazioni, utenti particolari….) E’ impossibile mantenere gli alberi esenti da condizioni di rischio La capacità di prevedere i processi naturali, gli eventi climatici e le potenziali conseguenze del cedimento è limitata Le conoscenze delle relazioni tra alberi ed i carichi a cui sono sottoposti sono ancora limitate Un certo livello di rischio deve essere accettato dai proprietari degli alberi, dai gestori ed anche dall’utenza ed opinione pubblica. E’ il prezzo che bisogna pagare per poter godere dei benefici che gli alberi possono fornire Si può ridurre il rischio con un serio programma di controlli. Dobbiamo comunque distinguere il ruolo del gestore del rischio (che è il proprietario/custode), da quello del valutatore del rischio (che può essere il professionista incaricato o il gestore). Ma non solo, dobbiamo fare chiarezza tra rischio e pericolo, su cui si fa ancora troppa confusione. Il pericolo è la possibilità che un evento negativo (cedimento) si verifichi Il rischio è legato alla natura ed all’entità dei danni che si possono avere al manifestarsi dell’evento pericoloso (è il prodotto della pericolosità dell’albero per la vulnerabilità del sito) E’ per questo che si eseguono le valutazioni di stabilità per sapere se l’albero, o parte di esso, possa cedere e quindi il relativo pericolo; invece il rischio è legato alla natura ed all’èntità dei danni che si possono avere Per cui si definisce una modalità di calcolo del rischio (basso, moderato, alto, estremo) e la soglia di rischio accettabile (funzione delle risorse, delle procedure ed anche dell’atteggiamento soggettivo) Considerazioni finali e prospettive future La città non è un bosco, dobbiano iniziare a ragionare in termini di foresta urbana con un approccio più ampio, basato sul lungo periodo, su strategie sostenibili di conservazione e sviluppo. Politco tecnico – politico – culturale La valutazione di stabilità è solo un tassello del processo di gestione degli alberi in ambiente urbano Sulle potature, nel rispetto delle normative e della concorrenza,ad operatori professionali, bisogna fare selezione e premiare le competenze e la professionalità. Valutare gli alberi La presenza di alberi in città è necessaria (dinetti, 2009). Se le corrette pratiche di arboricoltura sono il faro che deve guidarci nella costruzione e gestio­ne del verde urbano, nella pratica di tutti i giorni ci troviamo di fronte ad un patrimonio arboreo non o mal gestito. La prima cosa da fare è quindi cono­scerlo, mediante la realizzazione di censimenti (se­menzato, 2003) e di valutarlo, al fine di capire sia i benefici sia i pericoli che esso rappresenta. Que­sta è l’unica procedura che può tutelare il gestore dell’albero in relazione alle responsabilità civili e penali che possono derivare dai danni provocati dal cedimento di un albero (sani & marasco, 2007). Il gestore del verde urbano deve oggi porre atten­zione alla valutazione delle condizioni di stabilità degli alberi, finalizzata ad individuare il loro livel­lo di pericolosità, di vulnerabilità del sito di po­tenziale caduta e quindi al rischio di danno per le persone o le cose che si trovano permanentemente o occasionalmente nell’area vulnerabile (ellison, 2005; sani et al., 2007). Riguardo alla pericolosità del tronco e/o dei rami, sono operative, le “classi di propensione al cedi­mento” messe a punto dalla società italiana di ar­boricoltura (www.isaitalia.org) che permettono di individuare il livello di pericolosità o di propen­sione al cedimento di un albero. La vulnerabilità del sito è valutata ricorrendo a classi delimitate in funzione della frequentazione e della presenza e valore dei manufatti nell’area di potenziale cadu­ta dell’albero. Il prodotto dei valori attribuiti alla pericolosità dell’albero ed alla vulnerabilità del sito determina il valore del rischio di instabilità. Il livello di rischio determina la scelta delle cure colturali e/o della terapia da adottare. La valutazione di stabilità Sul piano pratico, la valutazione di stabilità inizia associando, ad ogni pianta, una scheda di rileva­mento (sani, 2008). Quindi l’albero è osservato in ogni sua parte e da tutte le angolazioni. L’interpretazione dei dati consente di comprendere le condizioni vege­tative, fitosanitarie e di stabilità della pianta, per­mettendo di individuare le pratiche colturali da adottare. Lo schema da seguire cerca di mettere in luce la differenza fra l’habitus tipico e le con­dizioni vegetative e fitosanitarie ottimali, con le forme e le condizioni che si verificano in presenza di fenomeni o eventi problematici per la salute e la stabilità dell’albero. In sostanza l’individuazio­ne, la descrizione e lo studio dei difetti riscontra­ti su un albero permette al valutatore di capire le sue condizioni di stabilità. I difetti e le anomalie morfologiche che sono stati evidenziati come più o meno direttamente correlati con la propensione al cedimento di un albero o di una sua parte rile­vante sono numerosissimi e vengono descritti in un’ampia manualistica (mattheck & breloer, 1998; londsdale, 1999; hayes, 2001; aa.vv, 2008; sani, 2008). Le analisi strumentali L’esame visivo non sempre permette di acquisire un quadro esauriente. In tali casi l’individuazio­ne e la stima dell’estensione dei difetti interni può essere verificata con l’impiego di strumentazione specifica. – il frattometro misura la resistenza alla rottura di una carotina di legno che è minore se il legno è cariato. E’ poco utilizzato per l’eccessiva invasività. – il trapano dinamometrico (detto resistografo e resistograph), fornisce una misura della resistenza del legno alla penetra­zione di un ago di acciaio: il profilo permette di determinare indirettamente la “densità” del legno in relazione alla “fatica” con cui l’ago penetra nel legno e quindi la presenza, la posizione l’entità e lo stadio delle carie interne. L’ago che penetra il fusto dell’alberatura presenta un diametro di 3mm, perciò la ferita viene facilmente rimarginata dalla pianta. – il tomografo determina la ve­locità con cui un’onda sonora si propaga nel fu­sto: i tempi che impiegano gli impulsi generati su un sensore a raggiungere gli altri sono utilizzati per elaborare una immagine della sezione del fu­sto, evidenziando la presenza di difetti interni e l’estensione. – un altro tipo di verifica è la prova di trazione controllata: è una procedura di valutazione della stabilità degli alberi sviluppata in campo forestale da molto tempo per scopi diversi, introdotta in tempirelativamente recenti nell’ambito dell’arboricoltura ornamentale e finalizzata a determinare, con la minore approssimazione possibile, la potenzialità al ribaltamento della zolla radicale o la rottura del fusto determinando, al tempo stesso, la velocità critica del vento che potrebbe determinare tali accadimenti. La prova di trazione controllata (vedi schema allegato) consiste nel sottoporre l’albero ad una sollecitazione di trazione semistatica per mezzo di un tirfor, collegato ad un punto di ancoraggio fisso, e nel misurare la relazione che sussiste fra la forza esercitata e le sollecitazioni indotte sull’albero. Le sollecitazioni studiate sono l’inclinazione della zolla radicale, misurata mediante il posizionamento di inclinometri in prossimità del colletto, e l’allungamento delle fibre, misurato attraverso estensimetri posizionati ad una certa altezza lungo la superficie esterna del tronco. Al fine di non danneggiare la capacità di resistenza meccanica dell’albero, la sollecitazione esercitata sull’esemplare deve essere contenuta entro certi limiti prefissati, ma comunque in modo tale da poter determinare, sulla base del rapporto sforzo–deformazione misurato, il carico critico di rottura o sradicamento dell’albero. Non si può e non si deve ritenere conclusa la ricerca sugli alberi e sulla loro capacità di interazione con l’ambiente antropico. Lo studio botanico può fornire supporto, esperienza e consulenza per il constante monitoraggio e controllo di alberature singole o a filare.

Endoterapia - Roma (RM)

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Archisio - Lo Studio Botanico - Progetto Endoterapia
L’endoterapia è un metodo di cura contro gli attacchi fungini e quelli degli insetti fitofagi. Consiste nell’introdurre, tramite un ago, un prodotto che consente di combattere le malattie della piante. Questo sistema non è l’unico per eliminare insetti e microorganismi dannosi alle piante, ma va utilizzato quando: Gli alberi sono vicini alle case Nei luoghi frequentati da bambini (per non irrorare insetticidi su panchine, giochi o altro) Quando gli alberi sono molto alti (gli altri sistemi di irrorazione non funzionano) Quando altri sistemi non risolvono il problema (ad esempio contro la cameraria sugli ippocastani) Quando si vogliono rispettare gli insetti utili (api o predatori tipo crisopa o coccinella) Gli aspetti positivi si possono riassumere: Nessun insetticida nell’ambiente Rispetto dell’entomofauna utile Lunga durata Massima efficacia Le malattie che è possibile combattere con l’endoterapia Afidi del cedro Afidi del tiglio Antracnosi del platano Antracnosi dell’ippocastano Bruco americano Cameraria dell’ippocastano Cecidomia fogliare Corebo o bupresti del leccio Crisomela del pino Euprottide o bombice dal ventre bruno Fillossera del leccio Galerucella Kermes vermilio Limaccina Limantria Matsucoccus feytaudi Metcalfa Nidularia del leccio Processionaria del pino Processionaria della quercia Psille dell’albizzia Pulvinaria del tiglio Punteruolo rosso Ragnetto giallo del tiglio Tingide del platano Le piante che si trattano di solito con l’endoterapia Acero Albizzia Cedro Faggio Ippocastano Leccio Liriodendro Olmo Palma Pino Platano Quercia Tiglio Lo studio botanico per i trattamenti endoterapici utilizza un’attrezzatura con brevetto statunitense. Un sistema rivoluzionario di endoterapia tramite infusione che è diventato il nuovo standard per l’endoterapia in campo internazionale. L’iniettore idraulico arborjet, come una siringa, permette di ottenere un alta produttività di esecuzione dei trattamenti . Lo strumento è leggero e maneggevole ed è studiato per essere usato da un solo operatore nel migliore dei modi. Vantaggi Sistema ermetico perciò protegge l’operatore e l’ambiente Non provoca il distacco della corteccia Non c’è la necessita di smaltire le confezioni Veloce Possibilità di raggiungere qualunque albero senza causare danni. L’unico aspetto da sottolineare riguarda la ferita negli alberi , però si può ridurre utilizzando una giusta tecnica cioè: Diametro del foro ridotto Profondità non superiore ai primi 2/3 anelli annuali di crescita. Precisione nell’esecuzione Utilizzo di prodotti specifici Disinfezione del foro Utilizzo di una pressione ridotta che non rompa i vasi in 0.5/2 bar. L’endoterapia è la soluzione Veloce Economica Efficace.

Sicurezza - Roma (RM)

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Archisio - Lo Studio Botanico - Progetto Sicurezza
Quando parliamo di sicurezza sul lavoro intendiamo la condizione di svolgimento di un’attività lavorativa senza l’esposizione al rischio di incidenti. Ciò avviene quando il luogo di lavoro è dotato degli accorgimenti, degli strumenti e dell’attività di prevenzione che forniscono il necessario grado di protezione il verificarsi di eventi pericolosi per la salute di chi lo svolge. Le misure di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori hanno il fine di migliorare le condizioni di lavoro, ridurre la possibilità di infortuni ai lavoratori, ai collaboratori esterni (es. Subcontraenti) e a quanti si trovano, anche occasionalmente, all’interno dei luoghi di lavoro. Queste misure di tutela della salute devono essere adottate al fine di proteggere il lavoratore da possibili danni alla salute, quali gli infortuni e le malattie professionali, nonché la popolazione generale e l’ambiente. La salute e la sicurezza sul lavoro sono regolamentate dal testo unico sulla sicurezza sul lavoro (d.lgs 9 aprile 2008 n. 81, entrato in vigore il 15 maggio 2008), e dalle relative disposizioni correttive, ovvero dal “d. Lgs. 106/2009″. Questo decreto, che ha avuto molti precedenti normativi storici (risalenti al 1955 e 1956) ed altri più recenti (d.lgs 626/1994), recepisce in italia, le direttive europee (3 agosto 2007, n. 123) in materia di tutela della sic urezza e della salute dei lavoratori, coordinandole in un unico testo normativo, che prevede specifiche sanzioni a carico degli inadempienti. Tra i principali obblighi del datore di lavoro previsti dal d.lgs. 81/08 ci sono la valutazione dei rischi e la formazione dei lavoratori. La valutazione dei rischi viene effettuata dal datore di lavoro coadiuvato dal medico competente e dal rspp (responsabile del servizio di prevenzione e protezione) e consiste nell’individuare tutti i pericoli presenti nello svolgimento delle attività aziendali quantificando per ciascuno il rischio associato. Le modalità di svolgimento ed il risultato della valutazione dei rischi vengono riportati su di un documento denominato “documento di valutazione dei rischi” o dvr. Il documento di valutazione dei rischi si completa definendo un programma di miglioramento che identifica tutte quelle azioni da intraprendere affinché la probabilità associata a ciascun rischio sia portata ad un livello ritenuto accettabile. La formazione dei lavoratori è ritenuta dal d.lgs. 81/08 un elemento fondamentale per prevenire malattie professionali e ridurre il rischio di incidenti sul lavoro. Il datore di lavoro ha l’obbligo di formare tutti i lavoratori prima che questi inizino a lavorare e di ripetere la formazione in caso di cambio mansione o di variazione dei processi interni che vanno a modificare le caratteristiche del rischio. I corsi di sicurezza sul lavoro prevedono un diverso programma ed una diversa durata in funzione del settore in cui opera l’azienda e possono essere erogati da docenti qualificati. Corsi di formazione specifici sulla sicurezza dovranno essere effettuati anche da quei lavoratori che ricoprono i ruoli di: addetti antincendio, addetti al primo soccorso, rls (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), preposti per la sicurezza e dirigenti. Anche i contenuti dei corsi antincendio, dei corsi di primo soccorso, dei corsi rls, e dei corsi per preposti e dirigenti, variano in funzione del settore di appartenenza dell’azienda. Dal primo giugno del 2013, tutte le imprese e i professionisti che impiegano fino a 10 lavoratori sono tenuti ad aver già effettuato la valutazione dei rischi, oltre ad aver redatto il documento stesso, chiamato dvr. I datori di lavoro non potranno infatti più effettuare l’autocertificazione, dovendo realizzare la valutazione dei rischi secondo i modelli indicati dal decreto interministeriale sulle procedure standardizzate, composte da due parti: la prima contiene le istruzioni operative ed è una guida alla compilazione; la seconda contiene le schede da utilizzare nell’assolvimento dell’obbligo della valutazione dei rischi. Anche nelle realtà lavorative di modeste dimensioni, anche con un solo lavoratore impiegato, non è più sufficiente la redazione della semplice autocertificazione ed è da ricordare che sono considerati lavoratori anche i soci, i lavoratori a progetto, i lavoratori stagionali, gli stagisti, i coadiuvanti, o coloro i quali effettuano formazione anche a titolo di apprendistato o gratuito presso la sede dell’azienda. La tabella delle principali sanzioni Sono entrate in vigore, a partire da luglio, multe e sanzioni più salate per chi non rispetta gli adempimenti in materia, così come previsto dal decreto legge numero 76 del 2013, il cosiddetto “decreto occupazione”. Si tratta di un aumento del 9,6 per cento delle sanzioni e ammende in tema di sicurezza sul lavoro. Ciò significa che a partire dal primo luglio per il datore di lavoro che non effettua la valutazione dei rischi o non elabora il documento è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi o il pagamento di una ammenda da 2.740 euro a 7.014,40 euro. Se questi non compila completamente il documento valutazione rischi allora c’è solo pericolo del pagamento di una ammenda da un minimo di 1.096 euro a 2.192 euro. Infine, multe salate sono previste anche per i lavoratori che rifiutano, senza giustificato motivo la designazione alla gestione delle emergenze. In questo caso, rischiano l’arresto fino ad 1 mese e l’ammenda da 219 a 657 euro. Si tratta di contravvenzioni previste dal testo unico sulla sicurezza, il decreto legislativo numero 81 del 2008. Qualche esempio delle sanzioni, già salate, prima del decreto: Sanzioni riguardanti la formazione dei lavoratori

Certificazioni - Roma (RM)

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Archisio - Lo Studio Botanico - Progetto Certificazioni
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Formazione - Roma (RM)

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