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Lo Studio Botanico

Valutazione integrata degli alberi. - Roma (RM)

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Un solo albero ogni giorno rilascia ossigeno sufficiente alla vita di tre persone, inoltre è scientificamente riconosciuto che il verde genera una sensazione di rilassamento e comporta una riduzione dello stress. Le piante forniscono benefici importanti: mitigano il clima fornendo ombra e fresco in estate e riparo dai venti in inverno, arredano le città con viali alberati, valorizzano piazze e giardini migliorando il paesaggio urbano. Un albero è un essere vivente a tutti gli effetti e in quanto tale merita di essere mantenuto in vita e in buona salute. L’ambiente urbano però sottopone gli alberi a eccessivo stress causato da condizioni spesso ostili in cui vengono mantenuti: siti d’impianto non idonei, errate potature, scavi stradali, transito di automezzi. Un albero in cattive condizioni costituisce una fonte di rischio non indifferente. In particolare alcuni difetti come la carie e il marciume radicale riducono le capacità di ancoraggio a terra delle piante, inoltre le lesioni interne dei rami di grandi dimensioni possono essere il motivo di crolli improvvisi. Sempre più spesso si sente parlare di alberi o parti di essi caduti che hanno costituito un danno per cose o persone. Non bisogna dimenticare, al tempo stesso, che un albero malato perde la sua efficacia estetica. Lo studio botanico utilizza l’evoluzione del metodo v.t.a. (visual tree assestment) ovvero la valutazione integrata dell’albero per individuare quelle anomalie che possono comprometterne la stabilità. Tale valutazione vuole definire la probabilità che un albero presenta di subire un cedimento, il rischio che ne consegue in relazione al contesto in cui l’albero si trova e le pratiche colturali eventualmente da adottare per ridurre, eliminare o prevenire tali problematiche. L’esperienza, la professionalità e la capacità di utilizzo ed interpretazione dei sofisticati strumenti (lo studio botanico utilizza, tra gli altri, anche il nuovissimo resi pd400) a disposizione permette al tecnico anche di distinguere le variazioni di consistenza del legno e di conoscere anche la situazione strutturale interna di un albero. I risultati di tali analisi sono delle perizie conformi a protocolli operativi e a metodologie di diagnosi, riconosciute in ambito nazionale ed internazionale, che basandosi sulle più aggiornate conoscenze tecnico scientifiche, sono di supporto alla proprietà o al custode del bene(art.2043 e art.2051 c.c.) . L’importanza e il metodo per la valutazione di stabilità degli alberi. La presenza di alberi nei centri urbani è fondamentale, per noi e per il territorio. Oltre la metà degli abitanti del pianeta vive in ambienti urbanizzati e in europa questa percen­tuale arriva a circa l’80%. Le aree verdi e gli al­beri assumono, quindi, un ruolo multiforme che va molto al di là di quello meramente estetico ed ornamentale. (nowak & crane, 2002; harris et al., 2004; ferrini & baietto, 2006; fini & ferrini, 2007). Gli alberi costituiscono una risorsa importante per la sostenibilità delle città, contribuendo alla biodiversità come punti, macchie, corridoi e reti ecologiche. Gli alberi fungono da intercettatori di co2 fissando il carbonio e giocando un ruolo fon­damentale nel combattere l’aumento di anidride carbonica atmosferica. Gli alberi si sono sviluppati nei decenni parallelamente alle città, spesso subendo le stesse trasformazioni, con cambiamenti che hanno coinvolto le aree di pertinenza, la stratigrafia, lo spazio sotterraneo (radici). I patrimoni arborei “invecchiano” e manifestano sempre più gli effetti derivanti dal conflitto con l’ambiente urbano e con l’uomo, perché i contesti urbani non sono favorevoli (spesso), oppure gli alberi sono frequentemente nel posto sbagliato. Inoltre i trattamenti scorretti riducono le aspettative di vita degli alberi ed il fattore di sicurezza biomeccanica (progettazione errate, bassa qualità del materiale vegetale, potature severe e scorrette, scadenti cure colturali…..) Ma gli alberi continuano a cadere e forse fanno più rumore che in passato… generando una senzazione di impotenza, insicurezza ed incertezza. (g. Cirulli 2014). Il management delle alberature in ambito urbano, quindi, passa dal concetto di pericolosità a quello di gestione del rischio. Sono alcune considerazioni che devono essere acquisite ed accettate da tutti: amministratori, tecnici, cittadini, terzi (media, associazioni, utenti particolari….) E’ impossibile mantenere gli alberi esenti da condizioni di rischio La capacità di prevedere i processi naturali, gli eventi climatici e le potenziali conseguenze del cedimento è limitata Le conoscenze delle relazioni tra alberi ed i carichi a cui sono sottoposti sono ancora limitate Un certo livello di rischio deve essere accettato dai proprietari degli alberi, dai gestori ed anche dall’utenza ed opinione pubblica. E’ il prezzo che bisogna pagare per poter godere dei benefici che gli alberi possono fornire Si può ridurre il rischio con un serio programma di controlli. Dobbiamo comunque distinguere il ruolo del gestore del rischio (che è il proprietario/custode), da quello del valutatore del rischio (che può essere il professionista incaricato o il gestore). Ma non solo, dobbiamo fare chiarezza tra rischio e pericolo, su cui si fa ancora troppa confusione. Il pericolo è la possibilità che un evento negativo (cedimento) si verifichi Il rischio è legato alla natura ed all’entità dei danni che si possono avere al manifestarsi dell’evento pericoloso (è il prodotto della pericolosità dell’albero per la vulnerabilità del sito) E’ per questo che si eseguono le valutazioni di stabilità per sapere se l’albero, o parte di esso, possa cedere e quindi il relativo pericolo; invece il rischio è legato alla natura ed all’èntità dei danni che si possono avere Per cui si definisce una modalità di calcolo del rischio (basso, moderato, alto, estremo) e la soglia di rischio accettabile (funzione delle risorse, delle procedure ed anche dell’atteggiamento soggettivo) Considerazioni finali e prospettive future La città non è un bosco, dobbiano iniziare a ragionare in termini di foresta urbana con un approccio più ampio, basato sul lungo periodo, su strategie sostenibili di conservazione e sviluppo. Politco tecnico – politico – culturale La valutazione di stabilità è solo un tassello del processo di gestione degli alberi in ambiente urbano Sulle potature, nel rispetto delle normative e della concorrenza,ad operatori professionali, bisogna fare selezione e premiare le competenze e la professionalità. Valutare gli alberi La presenza di alberi in città è necessaria (dinetti, 2009). Se le corrette pratiche di arboricoltura sono il faro che deve guidarci nella costruzione e gestio­ne del verde urbano, nella pratica di tutti i giorni ci troviamo di fronte ad un patrimonio arboreo non o mal gestito. La prima cosa da fare è quindi cono­scerlo, mediante la realizzazione di censimenti (se­menzato, 2003) e di valutarlo, al fine di capire sia i benefici sia i pericoli che esso rappresenta. Que­sta è l’unica procedura che può tutelare il gestore dell’albero in relazione alle responsabilità civili e penali che possono derivare dai danni provocati dal cedimento di un albero (sani & marasco, 2007). Il gestore del verde urbano deve oggi porre atten­zione alla valutazione delle condizioni di stabilità degli alberi, finalizzata ad individuare il loro livel­lo di pericolosità, di vulnerabilità del sito di po­tenziale caduta e quindi al rischio di danno per le persone o le cose che si trovano permanentemente o occasionalmente nell’area vulnerabile (ellison, 2005; sani et al., 2007). Riguardo alla pericolosità del tronco e/o dei rami, sono operative, le “classi di propensione al cedi­mento” messe a punto dalla società italiana di ar­boricoltura (www.isaitalia.org) che permettono di individuare il livello di pericolosità o di propen­sione al cedimento di un albero. La vulnerabilità del sito è valutata ricorrendo a classi delimitate in funzione della frequentazione e della presenza e valore dei manufatti nell’area di potenziale cadu­ta dell’albero. Il prodotto dei valori attribuiti alla pericolosità dell’albero ed alla vulnerabilità del sito determina il valore del rischio di instabilità. Il livello di rischio determina la scelta delle cure colturali e/o della terapia da adottare. La valutazione di stabilità Sul piano pratico, la valutazione di stabilità inizia associando, ad ogni pianta, una scheda di rileva­mento (sani, 2008). Quindi l’albero è osservato in ogni sua parte e da tutte le angolazioni. L’interpretazione dei dati consente di comprendere le condizioni vege­tative, fitosanitarie e di stabilità della pianta, per­mettendo di individuare le pratiche colturali da adottare. Lo schema da seguire cerca di mettere in luce la differenza fra l’habitus tipico e le con­dizioni vegetative e fitosanitarie ottimali, con le forme e le condizioni che si verificano in presenza di fenomeni o eventi problematici per la salute e la stabilità dell’albero. In sostanza l’individuazio­ne, la descrizione e lo studio dei difetti riscontra­ti su un albero permette al valutatore di capire le sue condizioni di stabilità. I difetti e le anomalie morfologiche che sono stati evidenziati come più o meno direttamente correlati con la propensione al cedimento di un albero o di una sua parte rile­vante sono numerosissimi e vengono descritti in un’ampia manualistica (mattheck & breloer, 1998; londsdale, 1999; hayes, 2001; aa.vv, 2008; sani, 2008). Le analisi strumentali L’esame visivo non sempre permette di acquisire un quadro esauriente. In tali casi l’individuazio­ne e la stima dell’estensione dei difetti interni può essere verificata con l’impiego di strumentazione specifica. – il frattometro misura la resistenza alla rottura di una carotina di legno che è minore se il legno è cariato. E’ poco utilizzato per l’eccessiva invasività. – il trapano dinamometrico (detto resistografo e resistograph), fornisce una misura della resistenza del legno alla penetra­zione di un ago di acciaio: il profilo permette di determinare indirettamente la “densità” del legno in relazione alla “fatica” con cui l’ago penetra nel legno e quindi la presenza, la posizione l’entità e lo stadio delle carie interne. L’ago che penetra il fusto dell’alberatura presenta un diametro di 3mm, perciò la ferita viene facilmente rimarginata dalla pianta. – il tomografo determina la ve­locità con cui un’onda sonora si propaga nel fu­sto: i tempi che impiegano gli impulsi generati su un sensore a raggiungere gli altri sono utilizzati per elaborare una immagine della sezione del fu­sto, evidenziando la presenza di difetti interni e l’estensione. – un altro tipo di verifica è la prova di trazione controllata: è una procedura di valutazione della stabilità degli alberi sviluppata in campo forestale da molto tempo per scopi diversi, introdotta in tempirelativamente recenti nell’ambito dell’arboricoltura ornamentale e finalizzata a determinare, con la minore approssimazione possibile, la potenzialità al ribaltamento della zolla radicale o la rottura del fusto determinando, al tempo stesso, la velocità critica del vento che potrebbe determinare tali accadimenti. La prova di trazione controllata (vedi schema allegato) consiste nel sottoporre l’albero ad una sollecitazione di trazione semistatica per mezzo di un tirfor, collegato ad un punto di ancoraggio fisso, e nel misurare la relazione che sussiste fra la forza esercitata e le sollecitazioni indotte sull’albero. Le sollecitazioni studiate sono l’inclinazione della zolla radicale, misurata mediante il posizionamento di inclinometri in prossimità del colletto, e l’allungamento delle fibre, misurato attraverso estensimetri posizionati ad una certa altezza lungo la superficie esterna del tronco. Al fine di non danneggiare la capacità di resistenza meccanica dell’albero, la sollecitazione esercitata sull’esemplare deve essere contenuta entro certi limiti prefissati, ma comunque in modo tale da poter determinare, sulla base del rapporto sforzo–deformazione misurato, il carico critico di rottura o sradicamento dell’albero. Non si può e non si deve ritenere conclusa la ricerca sugli alberi e sulla loro capacità di interazione con l’ambiente antropico. Lo studio botanico può fornire supporto, esperienza e consulenza per il constante monitoraggio e controllo di alberature singole o a filare.
 
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