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Michieli Zanatta - Architetti

Casa fa - Fagagna (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Casa fa
Team: michielizanatta.net + arch. Cristiano michieli Oggetto: villa unifamiliare Committente: privato Ruolo: progetto architettonico definitivo, esecutivo e direzione lavori Cronologia: 2009 – 2011 _________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: realizzare una casa il più naturale possibile immersa nella natura. Soluzione proposta: si sono scelti materiali completamente naturali per tutta la costruzione della casa nella consapevolezza che con il tempo lentamente invecchieranno ed andranno ad integrarsi sempre di più nei colori e nella matericità del contesto in cui la casa sorge. _________________________________________________________________________________________________________ Nel bosco Progetto per una casa in legno unifamiliare per una giovane famiglia in crescita… due genitori e tre bambini si trasferiranno a breve nella loro nuova casa sulle colline di fagagna. Il progetto nasce con due obbiettivi ben precisi: integrarsi al massimo con il contesto circostante, utilizzare tecnologie assolutamente eco-compatibili. La casa sceglie così di posizionarsi all’estremo limite del lotto in modo che il nuovo deck , naturale prosecuzione del soggiorno si protenderà verso il piccolo canale che scorre ai confini della proprietà, nascerà così un luogo assolutamente privato nel quale la famiglia possa trovare riposo e tranquillità in contatto diretto con la natura. I materiali di finitura esterni sono scelti sempre allo scopo di ottenere un processo mimetico con il paesaggio circostante, le coperture sono in rame che una volta ossidato acquisisce un morbido color bruno, ugualmente le facciate del primo piano saranno rivestite in doghe di larice e lasciate ossidare naturalmente. Per quanto riguarda le scelte costruttive ed energetiche la casa è interamente realizzata a secco attraverso l’uso di una struttura in pannelli lamellari portanti tipo x-lam migliorando in questo modo le prestazioni termiche del’involucro edilizio oltre a creare una struttura leggera e molto resistente ad eventi sismici. Per quello che riguarda gli isolamenti, l’intera casa è isolata mediante un cappotto esterno in sughero bruno certificato anab (associazione nazionale architettura biologica) con spessori atti a permettere la classificazione della casa in classe a energetica nazionale. La casa è off grid e cioè assolutamente scollegata da reti e per questo autosufficiente. Infatti un impianto fotovoltaico installato in copertura permetterà di alimentare una pompa di calore aria-acqua che andrà ad attivare l’impianto di riscaldamento radiante a pavimento. Lo stesso impianto fotovoltaico fornirà l’energia necessaria al funzionamento degli altri impianti domestici come l’illuminazione, gli elettrodomestici (i fornelli saranno ad induzione). La casa quindi si inserisce in maniera armonica con il paesaggio circostante ed allo stesso tempo minimizza la sua impronta ambientale a scala più ampia.

Ristorante "al piatto sbeccato" - Udine (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Ristorante al piatto sbeccato
Team: michielizanatta.net Oggetto: ristorante Committente: pepatadicorte s.r.l. Ruolo: progetto e direzione lavori Cronologia: 2020 Fotografie: massimo crivellari __________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: realizzare durante la pandemia da covid-19 un locale rapidamente a basso costo e che trasmettesse una sensazione di spensieratezza. Soluzione proposta: e’ stato mantenuto il pavimento esistente quale traccia del passato e poi si è agito con il colore a tutto tondo cercando di piegare le superfici in un flusso continuo. Arredi di qualità su misura e poco altro. __________________________________________________________________________________________________________ Questo progetto è stato per prima cosa una sfida. Di quelle toste davvero! Un progetto per un amico, un progetto per un vecchio cliente. Lavorare per gli amici carica automaticamente di un enorme senso di responsabilità, se poi è anche già stato cliente e gli si è fatto un locale come la pepatadicorte che ha avuto un significativo successo la faccenda si fa ancora più complicata. E l’amico-chef inoltre mette il carico da cento sulla sfida perché mica ha intenzione di abbandonare il vecchio ristorante ma al contrario di raddoppiare con un nuovo locale. E non lo fa mica in un’altra città ma semplicemente a 500 metri dal primo. Ah poi per non farci mancare nulla il tutto deve essere fatto durante una pandemia che complica ogni programmazione ed ogni abituale logica di gestione di un cantiere. Ovviamente non si può stare troppo tempo per realizzarlo per non essere troppo penalizzati dai continui stop and go. Magari contenere il più possibile i costi dal momento che la situazione economica non è delle più rosee. La questione assume sempre più i contorni di una scommessa complessa. Come fare a proporre qualche cosa di differente senza rischiare di deludere le aspettative di una clientela già affezionata ad un’immagine, come differenziarsi mantenendo una continuità? Noi vogliamo una cosa sola: trasmettere gioia! Crediamo che sia necessario provare a dare una visione forse diversa ed imprevista. Poi dentro ad un progetto si possono trovare tante cose differenti per noi il piatto sbeccato racconta di un mondo sotto sopra che è quello in cui è nato. Un mondo in cui lo spazio è continuamente “sbeccato” le superfici scivolano e sono fluide. I colori sono quelli del circo di dumbo, perché il gioco dell’architettura e quello della cucina sono giochi per virtuosi, trapezisti e acrobati. Ma i colori che scivolano parlano di posti lontani di luoghi della memoria, di lunghe serate con gli amici da cui si esce magari un po’ brilli ma allegri. E come per qualsiasi pietanza il gioco è scegliere i giusti ingredienti e mescolarli nelle giuste dosi. Un po’ di ceramica che parla mediterraneo, un po’ di legno vecchio ritrovato che ci fa ricordare il bancone della pepatadicorte, un po’ d’oro per il bagno, sedie e tavoli che ci ricordano un viaggio scandinavo quando eravamo giovani e grandi luci sottili. La sfida era complessa per noi in questo momento la vittoria sta nell’andare ogni tanto a pranzo in questo locale e trovarlo pieno di gente sorridente che di questi tempi non è cosa scontata. Per tutto il resto non sta a noi a giudicare.

Casa ep - Udine (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Casa ep
Team: michielizanatta.net, arch. Cristiano michieli Oggetto: villa unifamiliare Committente: privato Ruolo: progetto definitivo, esecutivo Cronologia: 2012 – 2014 Categoria: id __________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: realizzare una casaclima che fosse allo stesso tempo protetta e aperta, urbana ma di campagna. Soluzione proposta: si è lavorato sul limite definendo un preciso confine impenetrabile in contrasto con un interno più aperto e domestico. Si sono scelte forme archetipe che rappresentassero il concetto di casa in maniera essenziale. __________________________________________________________________________________________________________ Il contesto in cui si trova questa abitazione unifamilare è quello del limite tra il centro urbano della città di udine e la prima periferia. Sono presenti ancora alcuni lotti liberi ed alcuni coltivati. Davanti al lotto in oggetto una vecchia casa rurale di campagna ha resistito all’espansione edilizia degli anno ’90. Decidiamo quindi che la casa dovrà riuscire ad ibridare l’idea di un edificio urbano con quella di una casa di campagna. Sviluppiamo così una pianta composta da un corpo principale ad “l”, sviluppato su due piani, a cui si accosta sul retro un più semplice volume di servizio. Questa conformazione planimetrica ci permette di calibrare ciascun fronte dell’edificio secondo le specifiche necessità bioclimatiche e di pricacy. Il fronte strada diviene così vera e propria recinzione. Un ampio setto in cemento armato pigmentato e casserato facci a vista slitta idealmente in modo da rivelare l’accesso alla casa sul quale pesa il volume del primo piano interamente rivestito in acciaio cor-ten. Lateralmente il volume che contiene l’autorimessa viene intonacato e candidamente imbiancato. L’uso del legno chiaro per il portone sezionale e la porta d’ingresso stempera la forza di ferro e cemento. La facciata sud manifesta la volontà di aprire tutti gli ambienti interni verso il patio ed il giardino questo sia per beneficiare dei preziosi apporti solari passivi sia per permettere una contemplazione del prezioso verde. Detto ciò al piano terra che costituisce la maggior parte dell’abitazione dall’ingresso si accede alla zona soggiorno/pranzo, lo spazio per la cucina è ricavato in prosecuzione del pranzo,sempre dall’ingresso si accede al w.c. Attraverso un antibagno/guardaroba; un disimpegno di schiena rispetto alla zona di soggiorno porta alla camera matrimoniale con il suo bagno ed una cabina armadio; sempre dal disimpegno si accede alla lavanderia, ove trova posto anche la centrale termica, collegata all’autorimessa e ad un deposito, dallo stesso disimpegno le scale per accedere al piano primo dove trovano posto due camere,un bagno ed una veranda/studiolo, dalla quale si accede ad un’ampia terrazza. La casa ha seguito il protocollo casa clima ottenendo una certificazione in classe a. E’ stata realizzata con un sistema in muratura portante che combinata al significativo cappotto termico garantisce un’ottima performance sia invernale che estiva. Per massimizzare l’efficienza energetica si è prevista l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata con scambiatore di calore. Si è inoltre prestata particolare attenzione all’oscuramento delle ampie vetrate adottando diversi sistemi a seconda dell’esposizione.

Ristorante "pepatadicorte" - Udine (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Ristorante pepatadicorte
Team: michielizanatta.net Oggetto: enoteca e ristorante sviluppato su 2 livelli Committente: pepatadicorte s.r.l. Ruolo: progetto e direzione lavori Cronologia: 2008 ___________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: concepire un locale adatta ad una clientela diversificata composta da avventori di un’osteria e clienti di un ristornate di qualità. Soluzione proposta: si è deciso di creare due piani molto ben differenziati nel design e nella loro atmosfera. Il piano terra più caldo come i bacari veneziani il piano primo caratterizzato da un’atmosfera soffusa ed intima. ___________________________________________________________________________________________________________ L’enoteca-ristorante pepatadicorte nasce con il preciso obbiettivo da parte dei suoi titolari di portare un pizzico di pepe all’interno di una corte storica della città di udine, corte che pure essendo nel cuore della città era puntualmente esclusa dai flussi pedonali e dai tradizionali luoghi di ritrovo. Il locale si sviluppa su due livelli distinti, al piano terra l’enoteca e al primo il ristorante. Proprio in ragione di tale precisa e netta suddivisione si è scelto di caratterizzare ciascuno spazio in modo indipendente. L’obbiettivo diventava a questo punto lavorare su sensazioni e atmosfere ben distinte piuttosto che sulla ricerca di una continuità stilistico-formale. L’enoteca, che si affaccia direttamente sulla corte, fa l’occhiolino alle antiche osterie cittadine. Si è così scelto di lavorare sul tema del recupero e del mixaggio tra materiali della tradizione e lessico contemporaneo. E così il ricordo dei pavimenti in cotto diviene resina ossidata, le classiche lampade in tessuto divengono forme più eteree realizzate in collaborazione con il negozio udinese abatjour. Una grande parete color terra bruciata ospita delle nicchie che via via con il passare del tempo ospiteranno i ricordi delle molte serate. Il legno poi diviene materiale dominante, un legno vissuto su cui rimane presente la patina del tempo. Vecchi tavoli con sedie impagliate conquistano il perimetro della sala lasciando lo spazio centrale al bancone realizzato mediante l’accostamento e il bricolage di antiche assi di pavimento piuttosto che vecchie porte. Un volume essenziale e solido generato tuttavia attraverso un processo di ricomposizione. Al piano primo dove è situato il ristorante si accede attraverso una scala che rappresenta una sorta di pausa di espansione e luogo di anticipazione del successivo spazio. Nel ristorante la luce si fa più soffusa ed assume una gradazione più morbida grazie alla tinteggiatura del soffitto ocra con velature auree e le pareti tinta corda. I tavoli apparecchiati in modo rigoroso galleggiano su un pavimento in legno color caffè conferendo alla sala un carattere i una certa seriosità che viene stemperata dall’ironica sorpresa di un bagno che sceglie di diventare tutto d’oro, accessori e apparecchiature compresi, non potendosi permettere un lifting più impegnativo.

Casa et - Pavia di Udine (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Casa et
Team: michielizanatta.net Oggetto: progettazione nuova villa, successiva ristrutturazione mediante conversione di annesso agricolo ad abitazione unifamiliare e completamento attraverso intervento di ampliamento Committente: privato Ruolo: progetto definitivo, esecutivo, psc e d.l. Cronologia: 2010 – progettazione villa 2012- riconversione annesso rustico 2018 – ampliamento Fotografie: massimo crivellari ________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: rispondere alle mutate esigenze dei clienti ottenendo il massimo possibile da quello che si ha sul piatto in un arco di tempo ampio integrando via via il progetto in fasi differenti. Soluzione proposta: a partire da una prima idea di una casa totalmente nuova, bloccata da una lentezza burocratica, si è passati prima ad un progetto di demo-ricostruzione successivamente integrato con un ampliamento. Il tutto variando tecnologie costruttive ed andando di volta in volta ad utilizzare quanto già presente. ________________________________________________________________________________________________________ La lezione dell’ornitorinco / una casa darwiniana Il nostro è un mestiere complesso e questo progetto rappresenta nell’arco della nostra attività l’esempio più calzante di quello che noi crediamo sia il costante “adattamento architettonico” e cioè la capacità di sviluppare una continua evoluzione e modificazione del progetto al mutare delle condizioni al contorno. Siano queste di carattere urbanistico, tecnico o di necessità del cliente. Tutto ha avuto inizio circa dieci anni fa quando i clienti ci contattarono per realizzare una villa su di un terreno che a breve sarebbe stato lottizzato. Progettammo una villa xxl sviluppata mediante l’assemblaggio di tre volumi distinti Dal punto materico (pietra, intonaco e legno) e funzionale (zona giorno con piscina, Zona di servizio, zona notte). Il piano di lottizzazione si arenò ed allora i clienti decisero di correre ai ripari chiedendoci di convertire un adiacente edificio rustico, per usare un eufemismo, di loro proprietà, in una dependance da utilizzare nell’attesa che la lottizzazione si sbloccasse. Il lotto strettissimo e l’obbligo normativo sull’utilizzo della cubatura esistente maggiorata di una percentuale una tantum ci fece realizzare un edificio xxs ma con tutto quello che doveva servire in quel momento. Un volume lungo e stretto, sviluppato in pratica con un unico affaccio a sud, Caratterizzato compositivamente da un muro a lama e dei volumi parassiti sul retro. Decidemmo anche di usare materiali poveri e semi industriali, per lavorare sulla metafora dell’edificio magazzino e sulle architetture spontanee in memoria del fu edificio rurale, e così il cemento lo pigmentammo con degli ossidi color terra abbinandolo a dei rivestimenti con lamiere grecate silver. Finiture interne semi industriali con pavimenti in cemento trattato al quarzo. Tanto doveva essere un’abitazione provvisoria in attesa di realizzare la villa. E invece il tempo passò e solo nell’estate del 2017 i clienti sono tornati da noi annunciandoci che il piano si era finalmente sbloccato e che erano stanchi di stare stretti nell’edificio dependance. E così si è deciso di cambiare strategia e fare quindi, al posto della nuova grande villa separata, un ampliamento in modo da addizionare tutte le funzioni mancanti ed allargare quelle esistenti. L’edificio ha mantenuto l’originaria idea, presa dalla prima villa, delle due barre ed ha ricavato nel nuovo volume gli spazi per un ampio soggiorno, le camere ma soprattutto ha creato una serie di spazi esterni composti da un ampio portico ed una piscina che nella sostanza sono quasi una seconda abitazione. Questo lavoro ci ricorda che il nostro mestiere è un mestiere lento, e che l’adattamento architettonico è l’unica via per l’evoluzione.

Spa privata tm - San Daniele del Friuli (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Spa privata tm
Team: michielizanatta.net Oggetto: realizzazione spazio privato con piscina e spa Committente: privato Ruolo: progetto definitivo, esecutivo, d.l. Cronologia: 2016 completamento costruzione Fotografie: massimo crivellari ________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: convertire uno spazio a magazzino in un luogo destinato al benessere della mente e del corpo. Soluzione proposta: la risposta alla domanda dei clienti è stato un progetto che occupa in modo ampio tutto lo spazio nelle sue tre dimensioni integrando linee curve a geometrie più secche, materiali naturali e sintetici. Prestando particolare attenzione alla luce e a come ammorbidirla. Il tutto integrando differenti funzioni necessarie a realizzare un vero e proprio rifugio. ________________________________________________________________________________________________________ I clienti desideravano trasformare un vecchio locale adibito a magazzino in un luogo nuovo dove potersi rilassare con la famiglia e gli amici. Abbiamo così lavorato con un sistema articolato in altezza e in materiali cambiando punti di vista prospettive e lavorando con le texture, le luci e le ombre. Ci fermiamo qui perchè in questo caso forse le parole stesse che hanno voluto regalarci i nostri clienti raccontano meglio di come potremmo fare noi questo progetto…. Non è comune sentire tua una cosa nuova, appena realizzata, quale è il living “libidine” che lo studio michielizanatta.net ha appena realizzato per nostro conto e che noi abbiamo desiderato per alcuni decenni. Il living che si continua ad una micropiscina all’aperto protetta da una tettoia essenziale e che non esclude lo scenario del verde della collina di san daniele del friuli e dell’azzurro del cielo, è articolato in alcuni spazi di servizio con inclusa sauna, cucina e zona relax alla quale fanno da corona lo spazio pranzo e studio. Quest’ultimo spazio, leggermente rialzato, impone alla vista un tavolo che non dimostra i suoi 70 anni grazie ad una eleganza nelle linee che risulta perfettamente attuale e che si confronta con una modernissima scrivania. Sprofondati sul divano si è richiamati dal movimento dei pannelli che compongono ad altezza variabile il soffitto e che realizzano un affascinante movimento di forme e di luci/ombre quale contralto alla volta in mattoni della zona cucina ricavata da una vecchia grotta in mattoni e sassi anticamente utilizzata per affumicare i salumi. Luci ed ombre che si completano con la pannellatura metallica geometricamente disegnata al laser che separa la zona servizi e che essendo retroilluminata sorprende per l’effetto scenico. L’atmosfera che ci è proposta ogni volta che la utilizziamo è quella dell’eleganza, della praticità e della continua conferma di originalità delle soluzioni ideate anche per l’aver pensato alla semplicità e modernità dei corpi illuminanti (amplificatori di luce diurna e artificiale-led nello stesso tempo), alle finiture realizzate nei muri bordo piscina grazie all’alternanza di fasce finite a fasce geometricamente grezze e dove la pittura bianca trova e dona calore. Tutte cose studiate e realizzate con uno staff di artigiani veri puntualmente coordinati dagli architetti. Entrare in quella stanza è sentirsi subito a casa, ci sentiamo coccolati dal calore che deriva dall’ambiente, con il corpo pronto al relax, la mente pronta a svuotarsi e l’animo disposto alla felicità: quasi posseduti da un ardente desiderio di piacere (libidine appunto). Avete saputo interpretare i nostri desideri leggendo i nostri comportamenti. Grazie

Casa le - Udine (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Casa le
Team: michielizanatta.net Oggetto: casaclima classe a Committente: privato Ruolo: progetto definitivo, esecutivo, d.l. E coordinamento sicurezza Cronologia: 2014 completamento costruzione _______________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: progettare una casa che abbia la massima impronta possibile allo scopo di avere un giardino ma ridurre al massimo la sua manutenzione. Avere spazi per immagazzinare molti materiali. Soluzione proposta: per prima cosa è stato realizzato un piano interrato molto ampio direttamente connesso alla casa, quest’ultima è stata concepita con una pianta molto regolare e suddivisa in modo equilibrato tra zona giorno e notte garantendo a tutte le stanze un affaccio sul giardino che diviene una corona dell’edificio. _______________________________________________________________________________________________________ Casa unifamiliare realizzata con struttura portante in legno (metodo xlam) . Il piccolo lotto a disposizione, ubicato nella prima periferia della città di udine, ha lasciato spazio alla realizzazione di due solidi monopiano accostati quanto basta per ricavare tra loro lo spazio di ingresso all’abitazione. Il blocco a nord di 60mq contiene le funzioni non abitative oltre che dare accesso al piano interrato, quello a sud, nobile, distribuisce un alloggio di 130mq che dedica metà della propria ampiezza ad un unico spazio giorno e l’altra metà alla zona notte costituita da 3 camere e due servizi. Sopra la testa un solaio di copertura continuo costituito da lame di legno sfonda le pareti perimetrali e prosegue verso l’esterno creando un percorso coperto intorno alla casa che sfocia in un ambito di relax soleggiato in corrispondenza del soggiorno. Gli spazi abitativi interni hanno preso funzione in base al posizionamento della casa ed al soleggiamento, verso sud-est la zona notte e verso sud-ovest la zona giorno, il patio esterno e la parte più ampia del semplice giardino, elemento questo arricchito da una siepe adulta esistente che genera preziosi spazi d’ombra. Il rapporto dell’edificio con le due strade che confinano con il lotto è negato, prima dalla siepe e poi ad est dalla recinzione piena in calcestruzzo che disegna l’ingresso carrabile e pedonale, fino ad una altezza di 2mt oltre i quali si apprezza l’elemento orizzontale continuo di copertura sbordante rispetto al sedime edificato. La luce si riflette esternamente in finiture con toni cromatici in scala di grigi e poco porose accentuata dagli smalti bianchi che ricoprono tutte le parti in legno a vista. Internamente il calore del legno naturale è lasciato al solo pavimento continuo in rovere mentre tutti i setti divisori, le finiture e l’arredo proseguono le cromie dell’esterno. La casa segue il protocollo casa clima posizionandosi in classe a grazie all’attenzione per i dettagli costruttivi, alla perfetta tenuta all’aria (verificata attraverso blower door test) ad impianto di ventilazione meccanica controllata, ad un impianto solare termico e fotovoltaico che alimenta una caldaia in pompa di calore aria-acqua.

Casa fc - Giavera del Montello (TV)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Casa fc
Team: michielizanatta.net Oggetto: demolizione e ricostruzione per ristrutturazione casa Committente: privato Ruolo: progetto e direzione lavori Cronologia: 2004– 2005 _________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: farsi casa spendendo il giusto. Soluzione proposta: un progetto misurato in cui gli spazi sono ridotti al minimo necessario, i materiali sono quelli della tradizione reinterpretati ed attualizzati. Gli accostamenti fanno la qualità come i dettagli senza esagerare in nulla. Cercando, nonostante tutto, di passare inosservati. _________________________________________________________________________________________________________ Ristrutturazione casa. Il rifacimento dell’ultima parte dell’antico corpo di fabbrica di via conca nuova 50 risalente ai primi anni del 1900, ha portato alla luce un’abitazione minuta, linguisticamente pulita e accogliente. I materiali naturali utilizzati, la tecnologia e il giusto orientamento ne faranno una casa sostenibile e a basso consumo energetico. Per la costruzione e le finiture , frutto di una accurata scelta, i materiali avranno un ciclo di vita chiuso, riciclabili quasi per la loro totalità. Pochissimo uso di cemento, largo uso di calce, terra cruda, terracotta, sughero, legno e vernici naturali. Gli impianti, nella massima attenzione del rispetto della regola della proporzionalità dell’investimento economico rispetto all’effettivo confort abitativo raggiunto, sono del tipo a bassa temperatura. In falda sono presenti collettori che sfruttano il sole sia per la produzione di energia elettrica che per la produzione di acqua calda. La distribuzione interna è conseguente alla presenza di un unico muro/scala che ne divide lo spazio in un ambiente più ampio che a seconda del piano in cui ci si trova diventa studio (interrato), o soggiorno/pranzo(piano terra) oppure camera (piano primo), e un ambiente più piccolo che a differenza dei casi è bagno(piano interrato e primo) o cucina (piano terra). L’edificio, porzione di testa di un fabbricato rurale più complesso si spinge ai margini della proprietà agricola creando due giardini trapezoidali, uno sul fronte sud, più grande, e l’altro sul fronte nord. Sui bordi, a protezione, sono state piantumate le antiche siepi di carpino già presenti in passato. Sul fronte sud per migliorare il comfort sia estivo che invernale sono state piantumate due “pisoere- spaccasassi” (celtis australis) che contribuiranno a proteggere dal sole estivo la facciata sud in estate mentre lasceranno passare tra i rami spogli il sole basso dell’inverno a riscaldare le vetrate delle zone nobili dell’abitazione. Quasi come per un processo di gemmazione, sulla porzione di giardino a nord è in progetto, iscritto in un volume geometrico, la costruzione di un forno a legna, elemento cardine e di coalizione sociale tipico degli addensamenti abitativi in cui questa casa è collocata. Piano interrato 65mq_ piano terreno 50mq + portico 15 mq_ piano primo 50mq + terrazzo 15mq

Casa el - Pagnacco (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Casa el
Team: michielizanatta.net Oggetto: progettazione nuova casa di abitazione unifamiliare casaclima a Committente: privato Ruolo: progetto definitivo, esecutivo e d.l. Cronologia: 2018 -2019 Fotografie: massimo crivellari ___________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: sviluppare un progetto all’interno di un lotto lungo e stretto su un solo piano contenendo i costi ma realizzando spazi di qualità. Soluzione proposta: le distanze dai confini ed il limite di edificabilità hanno definito l’impronta dell’edificio che è stata sfruttata fino all’ultimo centimetro. Le zone abitative sono state ben definite e si è gestito il rapporto tra i due fronti ed il tema della privacy e della sorpresa. Si è scelto di impiegare una tecnologia di casseri a perdere per velocizzare la realizzazione e contenere i costi. Ottenendo in ogni caso un edificio casaclima gold. ___________________________________________________________________________________________________________ Ogni architettura ha a che fare con il tema del confine. Ogni architettura deve confrontarsi con la questione sul dove finisca lo spazio di relazione pubblica ed inizi la dimensione più privata dell’abitare. La gestione di questi limiti invisibili e la loro modulazione rappresenta un tema di ricerca costante nella progettazione, in particolare per quanto riguarda la casa di abitazione unifamiliare. Questo progetto si interroga esattamente su questi temi. Il contesto nel quale insediare la casa costituiva una vera e propria frontiera contemporanea. Quella tra un mondo che tende costantemente a crescere attraverso più o meno ambiziosi piani di sviluppo urbano ed i resti di un paesaggio naturale costituito dall’area d’influenza del torrente cormor. Il tutto mediato da quel sistema agricolo che disegna il territorio a fasce cromaticamente ben distinte. Una terra di confine che ha costituito l’occasione per costruire una casa che diviene vera e propria macchina prospettica per osservare l’orizzonte. L’edificio è stato collocato a partire esattamente dal confine tra area edificabile ed area agricola. Tale posizionamento ha determinato un arretramento del corpo di fabbrica rispetto al ciglio della strada consentendo in prima istanza di cedere parte del lotto allo spazio comune dilatando di fatto quelle aree costituenti il marciapiede. Un regalo alla alla collettività che ha il preciso scopro di mettere in discussione la consolidata prassi di eccessiva definizione della proprietà privata. In antitesi a tale principio di apertura il disegno del fronte pubblico costituito da due volumi che rappresentano il pieno ed il vuoto è un prospetto silenzioso ed impermeabile. Una composizione che da un lato esercita una forza attrattiva tesa ad accogliere ma che allo stesso tempo definisce una parete impermeabile e sorda. Un prospetto nel quale, seguendo il disegno al suoi, è possibile raggiungere la porta d’accesso cieca e cromaticamente mimetizzata con la facciata stessa. Oltrepassata questa porta la macchina visiva si mette immediatamente in azione. Infatti la geometria compositiva dei volumi è stata studiata affinché il corridoio d’ingresso sia un vero e proprio cono prospettico alla fine del quale un’ampia finestra permette di inquadrare immediatamente l’orizzonte offrendo in questo modo un vero e proprio quadro a chi accede all’abitazione. Una volta raggiunta la zona giorno ci si troverà immersi nel paesaggio circostante grazie alle finestre che lo inquadrano nelle diverse direzioni. Il tutto poi si estende ulteriormente nel giardino privato nel quale un ampio marciapiede in calcestruzzo lisciato diviene una sorta di pontile piuttosto che una zattera che trasforma la casa in una vera e propria nave diretta verso quell’orizzonte lontano che è stato percepito al primo ingresso nella casa. Lo sviluppo planimetrico della casa stessa ripropone la gestione dei differenti livelli di privacy anche all’interno dell’abitazione. In questo caso è il sistema distributivo centrale che media tra le stanze accessibili agli ospiti e quelle private della famiglia. Ogni architettura nel gestire i propri confini interni e con il mondo esterno permette di costruire momenti di sorpresa e di controllare livelli di intimità. Noi con questo esperimento abbiamo provato ad indagare queste possibilità nella consapevolezza che l’indagine di questi meccanismi sia uno dei molti modi di conferire reale qualità all’abitare, un abitare improntato sui temi della meraviglia, della luce, dell’osservazione del contesto e della costruzione di relazioni sottili. Quando sono questi principi a guidare il progetto tutto il resto non sarà altro che decoro, quando è questa ricerca che guida il progetto resta la sorpresa e l’orizzonte ed il resto scompare.

Le monelle - Gemona del Friuli (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Le monelle
Team: michielizanatta.net, geom. Luca d’aronco, raffaele chiandussi Oggetto: salone abbinato ad uno spazio flessibile per mostre, eventi, esposizioni Committente: le monelle di chiara spadarotto & c. Ruolo: progetto e direzione lavori Cronologia: 2006 _________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: immaginare uno spazio che da un lato svolgesse una funzione pratica e commerciale ma allo stesso tempo offrisse la possibilità di organizzare mostre ed eventi di carattere culturale. Soluzione proposta: sfruttando i due piani si sono realizzati ambienti ampi e flessibili nei quali gli spazi tecnici fossero un complemento e non dei protagonisti lasciando ampie superfici ed aree destinate ad accogliere opere d’arte o permettere incontri, presentazioni ed attività culturali. _________________________________________________________________________________________________________ Il progetto per un salone acconciatori e un open space a gemona del friuli nasce innanzitutto dalla volontà di confrontarsi in modo contemporaneo con un edificio storico di estremo valore artistico. La prima pietra del palazzo di piazza-crapiz fu posata il 25 febbraio del 1937 e fu terminato in poco più di un anno nel 1938. Lo stabile concepito per essere un moderno studio fotografico è stato progettato e realizzato dall’’architetto raimondo d’’aronco di nascita gemonese. Si distingue subito dall’’edilizia medievale del centro storico cittadino per lo stile tardo “liberty” con cui è stato realizzato. Ideato per cogliere, nel migliore dei modi, la luce naturale proveniente dall’’esterno. Le grandi vetrate erano, infatti poste in posizione di cogliere il movimento del sole nel modo più attento. “l’’arredo interno, –ricorda giorgio rigon – “l’’assetto delle tre camere oscure conservavano gusti e stilemi del “floreale” che riverberavano struggente nostalgia di un passato luminoso. Lo studio fotografico” – –scrive ancora rigon – “recava l’’insegna “studio fotografico di piazza-crapiz”. “l’’atelier disponeva, al piano inferiore, di ben tre camere oscure ed un vastissimo negozio, con annesso laboratorio-ufficio adibito al ritocco e rifinitura delle stampe. Al piano superiore, un’’immensa sala di posa ove con la sola luce naturale proveniente da enormi vetrate installate in guisa di lastrico solare ed alle pareti si potevano disporre gruppi anche di 30 persone tutte perfettamente accarezzate da una luce morbida soffusa, abilmente calibrata mediante la manovra dei tendaggi”.” All’’interno quindi di una cornice di tanto valore la richiesta della clientela pone ancor più l’’accento sulla volontà di ridare valore e dignità ad un luogo da troppo tempo lasciato a se stesso e che viene da subito vissuto come potenziale nuovo attrattore all’interno del centro cittadino. L’’idea è quella di coniugare un salone acconciatori con uno spazio più flessibile e libero destinato ad esposizioni d’arte, piccole conferenze o presentazioni sempre in ambito culturale. La strutturazione dei locali e le loro precise caratteristiche ci portano a riflettere sul tema dei confini, dell’’ibridazione e della trasformabilità degli spazi. Al piano terra grandi pareti scorrevoli celano spazi espositivi e al contempo divengono superfici su cui esporre opere d’arte o sulle quali proiettare video, una parete metallica destinata all’esposizione diviene pretesto per mettere in scena un gioco magnetico in continuo divenire. Le superfici assumono colorazioni neutre il pavimento rigorosamente in legno naturale strizza l’occhio alle gallerie d’’arte europee, le scale un tempo sacrificate riprendono centralità e valore e divengono il cardine distributivo dell’’intero edificio. Al piano superiore si sceglie un pavimento dalla tinta scura, la luce naturale è talmente forte e l’’ambiente talmente ampio che ce lo possiamo permettere, gli arredi in legno anticato fatti su misura si caratterizzano per la loro monoliticità e si dispongono nello spazio in modo da creare piccole isole lavoro. Giochiamo con l’illuminazione, alcuni globi di luce già presenti vengono ricollocati secondo una maglia regolare a definire un ambito, si costruiscono grandi cerchi sospesi sopra le posizioni del taglio vero e proprio, quasi a sottolineare l’’evento magico della trasformazione, il cliente all’’interno di questo disco di luce si sente completamente isolato rispetto allo spazio circostante e trova forse il giusto stato d’’animo per potersi concentrare pienamente su se stesso separandosi dalla frenesia della vita quotidiana.

Hairprofessional - Sgonico (TS)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Hairprofessional
Team: michielizanatta.net Oggetto: uffici direzionali, magazzino e showroom sviluppati su 1.200 mq Committente: hair professional s.r.l Ruolo: progetto definitivo, esecutivo e direzione lavori Cronologia: 2010 – 2012 ______________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: integrare in un unico luogo una molteplicità di funzioni di carattere commerciale, logistico e formativo. Soluzione proposta: una volta definito il cuore distributivo dell’edificio rappresentato dal corpo scale questo è stato concepito come spazio pubblico interno attorno al quale si distribuiscono le differenti funzioni. Questa vera e propria doppia piazza integra e raccoglie tutti i flussi e le relazioni interne all’edificio. ______________________________________________________________________________________________________ Hairprofessional, servizi per l’acconciatura. Vendita prodotti, corsi di formazione, magazzino, amministrazione, rappresentanza. L’indicazione che abbiamo avuto subito dal cliente, e che abbiamo immediatamente condiviso, è stata quella di progettare gli spazi interni della loro nuova sede amministrativa ed operativa in modo che creassero una forte discontinuità formale rispetto alla banalità edilizia del capannone in graniglia e finestre a nastro nel quale avrebbe dovuto, gioco forza, trovare posto. In aiuto il contesto molto verde (la crisi economica infatti ha sostanzialmente congelato lo sviluppo edilizio della lottizzazione industriale prevista e per il paesaggio resta quello carsico) che ci ha spinto ad aprire al primo livello una grande vetrata sul paesaggio circostante. Internamente questo luogo diviene anche il cuore dei locali posti al primo piano, un’area che diviene vero e proprio showroom fisico e multimediale dell’azienda. Al piano terra l’ingresso arretrato rispetto al filo di facciata in modo da creare uno spazio coperto esterno ed un naturale attrattore ad effetto “imbuto”. Varcata la soglia si incontra un ampio spazio il cui uso sarà flessibile (area espositiva, accoglienza, catering) da qui un corpo scale generoso ed ampio diventa vero e proprio segnale visivo per comunicare al visitatore che al piano terra sono presenti funzioni non di interesse collettivo quali magazzino, deposito e servizi e per tale motivo è opportuno salire di livello. Dall’ingresso all black passando per la scala total red si comprende che il progetto fa un forte uso del colore per evidenziare volumi e funzioni. Bianchi i due laboratori di oltre 100 mq ciascuno che accoglieranno gli allievi dei corsi di formazione ed aggiornamento per acconciatori. Rosso fuoco il corner dedicato al color bar ed agli schermi multimediali. Giocati sull’alternanza di parti bianche, rosse e grigie, tra decorazioni , mobili e parti fisse tutti gli uffici disposti lungo il lato soleggiato dell’edificio, interrotti solamente dal grande spazio centrale showroom che grazie alle pareti e soffitto scure evidenzia i mobili espositori chiari e retroilluminati allo scopo di mettere in luce tutta la vasta gamma di prodotti dedicati agli stylist che l’azienda commercializza. Le sedute, per contrasto sono un mix di colori. Tutto è su misura, e come un buon taglio di capelli mette in evidenza le qualità dello spazio e ne cela i difetti .

G house - Torino (TO)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto G house
Team: michielizanatta.net Oggetto: ideazione di un sistema modulare di case prefabbricate in x-lam e progetto di due modelli di case mobili prefabbricate Committente: gandelli house s.r.l. Ruolo: progetto architettonico Cronologia: 2011 – 2016 Rendering: francesco d’asero | alvise marchesi _________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: concepire dei sistemi prefabbricati in legno adatti a risolvere le più disparate esigenze abitative offrendo una molteplicità di soluzioni. Soluzione proposta: utilizzando un sistema composto da diversi moduli concepire le loro diverse aggregazioni in modo da ottenere un numero quasi infinito di combinazioni. Fornire poi elementi plug-in che vadano ad integrare spazi e a rendere il design complessivo accattivante. _________________________________________________________________________________________________________ Il concept project g house sviluppato dalla gandelli house s.r.l. In partnership con lo studio michielizanatta.net architetti punta in prima istanza a soddisfare le necessità di una clientela che nell’affrontare la costruzione di una nuova casa è sicuramente alla ricerca di requisiti prestazionali ed estetici di alto livello. Nello specifico le questioni chiave da cui il progetto parte sono facilmente sintetizzabili in: qualità, design made in italy, costo ragionevole, rapidità di costruzione, desiderio di essere unici. Le g house inoltre rappresentano la punta di diamante della tecnologia costruttiva prefabbricata attraverso la tecnologia del legno lamellare, una prefabbricazione quindi da intendersi in senso ampio e non limitante, un sistema di costruzione prevalentemente a secco che ha come punti di forza la grande versatilità, la velocità nei processi costruttivi e di eventuali modifiche, il rispetto per l’ambiente e grandi capacità prestazionali a livello di risparmio energetico, solo per citare alcuni dei molti benefici. Le g house sono strutturate attraverso un semplicissimo quanto articolato sistema di composizione mediante la possibile combinazione di 4 elementi base. Quattro pezzi, quasi si trattasse di un tetris, che possono essere utilizzati singolarmente oppure aggregati a due, a tre fino a concepire addirittura la possibilità di creare dei sistemi residenziali plurifamiliari (a corte, in linea, a schiera). Le possibilità sono moltissime e la giusta scelta nella composizione dei moduli sarà basata sui gusti del cliente, sulle possibilità edificatorie, sulla conformazione del lotto, sulla corretta esposizione bioclimatica e su molti altri fattori. In questo le g house rappresentano un sistema flessibile innovativo, che permette grande flessibilità pur garantendo un costante controllo qualitativo nel design e nelle caratteristiche costruttive dell’abitazione. Uguale attenzione sarà data alla scelta dei materiali di finitura sia esterni che interni, si potrà scegliere all’interno di una serie di possibilità che andranno a vestire la g house conferendole un look contemporaneo e assolutamente unico. Ultimo ma non per importanza sarà l’aspetto energetico e eco friendly dell’abitazione, sarà naturalmente scelta del cliente tuttavia le g house hanno come loro obbiettivo avere la minore impronta ecologica possibile e per questo oltre ad utilizzare materiali assolutamente sostenibili e certificati puntano a sfruttare fonti alternative per il contenimento energetico e per la riduzione di emissioni di co2, si sceglierà quindi assieme al cliente e a tecnici specializzati la migliore soluzione analizzando costi benefici e condizioni climatiche. Le g house rappresentano quindi una soluzione versatile di affrontare il tema del “farsi casa” una soluzione che si inserisce perfettamente nel nostro tempo, andando quindi a sfruttare le migliori tecnologie presenti sul mercato e abbinando a queste un design contemporaneo. _________________________________________________________________________________________________________ Le ghouse-mob sono case mobili. Case speciali. Unità abitative mobili caratterizzate da linee essenziali e contemporanee, versatili e funzionali. Case sane, costruite con materiali naturali, riciclati e riciclabili, attente al comfort e progettate in modo da instaurare un rapporto diretto e simbiotico con l’ambiente esterno. Pensate per sentirsi sempre a casa, anche quando si è in vacanza. Queste case mobili sono progettate secondo i principi di modularità e compattezza che permette loro di essere facilmente trasportate ed assemblate in differenti configurazioni per assecondare le più disparate esigenze funzionali. Senza rinunciare all’eleganza ed al design moderno che caratterizza questi progetti, l’attenzione alle finiture e agli impianti tecnologici. Ampi fronti vetrati sulle facciate principali permettono la ricerca della migliore luce e di un ambiente esterno che diventa naturale prolungamento del nucleo abitativo. I lati opachi garantiscono la massima privacy e l’aggregabilità tra le unità, strumento cardine per la composizione dello spazio circostante e per la definizione di moduli abitativi unici. Proprio queste caratteristiche di estrema flessibilità rendono le ghouse-mob, plasmabili e modellabili sulle esigenze del cliente. Ghouse_mob a Il modello mob a è la scelta ideale per chi desidera vivere una vacanza all’insegna del comfort e del design. L’unità base si presenta come un box al quale vengono agganciati due volumi tecnici nei quali troveranno spazio la cucina e il servizio igienico. Questa semplice configurazione volumetrica garantisce tuttavia la massima funzionalità distributiva interna. Altri modelli possono sulla base di configurazioni ed aggregazioni differenti e via via più complesse dare luogo a molteplici soluzioni abitative, adatte a tutte le necessità. Ogni configurazione nonostante la differente distribuzione planimetrica conserva delle precise caratteristiche come ad esempio le ampie superfici vetrate che rendono l’esterno la naturale estensione della zona giorno particolarmente luminosa ed arieggiata. Allo stesso tempo due lati sono comunque sempre caratterizzati da da pareti per lo più opache allo scopo di garantire la massima privacy anche in presenza di moduli abitativi limitrofi. L’alloggio è composto da un’ampia zona giorno provvista di cucina e salotto con divano letto, servizi igienici e camera matrimoniale. Interni Lo spazio interno del mob a è caratterizzato da un accostamento di materiali quali legno e laminati che conferiscono a tutto l’ambiente un carattere di freschezza e modernità conferendogli allo stesso tempo un particolare calore vintage. La cucina e il pranzo rappresentano il vero e proprio cuore dell’abitazione e sono in diretto collegamento con la camera da letto (concepita come un vero e proprio nido) ed il soggiorno che si estende direttamente verso l’esterno per mezzo di un’ampia vetrata. Tutti gli arredi sono di design contemporaneo e in ogni caso sono personalizzabili. Copertura La copertura rappresenta un elemento caratterizzante del mob a. E’ contemporaneamente elemento di protezione e filtraggio solare ed elemento predisposto per l’installazione di un numero adeguato di pannelli solari e fotovoltaici per rendere l’unità energeticamente autosufficiente. A seconda delle differenti configurazioni la copertura può divenire anche uno spazio da vivere una vera e propria “altana” dove trascorrere delle piacevoli serate sotto il cielo stellato. Esterni I rivestimenti esterni proposti sono caratterizzati da grande durabilità dei materiali che rende minima la manutenzione. La finitura presentata come esempio nelle immagini correlate è in doghe in wpc in due differenti cromie bianco e antracite. Nello stesso materiale il plateatico sul quale si poggia l’abitazione e che rappresenta il vero e proprio soggiorno all’aperto. Ghouse_mob b Il modello mob b è nato per soddisfare le esigenze di un nucleo familiare che desidera condividere una vacanza a contatto con la natura. Il concept progettuale nasce da un antico gioco cinese il “tangram” nel quale differenti forme geometriche possono essere ricomposte secondo varie configurazioni a partire da un quadrato di base. E così alcuni moduli specializzati (cucina, soggiorno, camera etc) possono essere assemblati in sequenza per poter ottenere unità abitative più o meno complesse. Con lo stesso principio le singole abitazioni possono organizzarsi nello spazio per dare origine a modelli insediativi del tutto particolari ma piuttosto articolati ed organici. L’unità è provvista di zona giorno con cucina luminosa ed arieggiata che si estende su di un patio all’aperto protetto da una struttura minimale. Un analoga zona terrazza relax è collocata in testa al modulo in corrispondenza della camera da letto. Interni La prima cosa che si noterà una volta entrati nel mob b sarà il legno, che da elemento costruttivo con il quale è realizzata l’unità diviene vero e proprio elemento decorativo di pareti e copertura. Questa scelta è data dal fatto di voler creare un ambiente il più naturale possibile quasi fosse una capanna. Ma una capanna contemporanea con tutti i confort che la vita di oggi richiede. Il cromatismo sarà dato dai serramenti e dal pavimento che avranno un color rosso bruciato, rubato a quello delle foglie autunnali. Gli arredi saranno semplici mobili, con una prevalenza di legno con accenti di colore, un sapore scandinavo. Copertura La copertura è a doppia falda con colmo eccentrico allo scopo di non banalizzare il tema del rifugio ma di conferirgli una sua originalità. Esternamente rivestita in lamiera preverniciata in tinta con i serramenti. Esterni Legno e lamiera caratterizzano l’esterno in una ricerca di equilibrio nel quale il confine tra copertura e pareti viene costantemente negato e sfumato mediante una compenetrazione tra i differenti materiali.

Casa tpa - Udine (UD)

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Archisio - Michieli Zanatta - Architetti - Progetto Casa tpa
Team: michielizanatta.net Oggetto: ristrutturazione abitazione primi del ‘900 Committente: privato Ruolo: progetto definitivo, esecutivo, d.l. Cronologia: 2014 completamento costruzione __________________________________________________________________________________________________________ Il progetto in sintesi Problema: intervenire su un edificio esistente già ben caratterizzato dandogli una nuova vita ed una nuova personalità. Soluzione proposta: l’intervento in prima istanza ha innestato un nuovo volume e ridefinito in percorsi in modo da creare una nuova circolazione. Risolto questo problema si è lavorato con equilibrismo tra mantenere tracce del passato ed integrare nuovi elementi. Il tutto generando sorprese inattese. __________________________________________________________________________________________________________ Da dove cominciare a raccontare la propria casa? Si perché questo progetto è la casa per me e la mia famiglia. Cominciamo dal raccontare la verità e cioè che per me come architetto non sarebbe stato mai possibile iniziare da un foglio bianco, da un terreno vuoto, da zero. Troppo difficile tirare la prima linea troppo complicato prendere una decisione. Inoltre i dubbi sarebbero nati nuovi ogni mattia al risveglio e mi avrebbero reso difficile il prendere sonno. Troppe le possibilità… Ed allora servivano dei limiti, costituiti da un punto di partenza già dato, da qualche cosa che mi avrebbe costretto ad adattarmi ad integrarmi, così facendo il numero di possibilità e di dubbi sarebbero calati e l’impresa sarebbe stata meno ardua. Inoltre io e la mia compagna da sempre crediamo che al di là di ogni scelta tecnologica il primo vero passo realmente sostenibile nel processo edilizio sia quello di non occupare nuovo suolo bensì di ristrutturare il patrimonio esistente. Ma naturalmente cercavamo qualche cosa di particolare, che avesse anima e personalità, che fosse collocata non in centro città ma nemmeno troppo lontano. Ed un giorno la incontrammo, quasi nascosta tra gli alberi, lontana dalla strada, elegante ma discreta. Non ci servì nemmeno entrare per capire che era lei. Una casa su tre livelli, tra due ampi giardini. Il progetto è impostato sul tema della privacy e sulla sorpresa, sul vecchio tema del non mostrare le mutande (se vi interessa leggete qui). E così il fronte principale abbiamo deciso di lasciarlo intatto con le sue rughe e i suoi difetti che gli sono costati una vita di fatiche per averle. Mentre il retro lo abbiamo ampliato con un nuovo corpo che ospita il nostro salotto e permette la costituzione di un sistema ad anello attorno alle scale che libera la circolazione dal dover sempre passare per l’ingresso. In questo modo dalla strada la casa nemmeno si nota essendo tenuta distante da un giardino formale e con molte piante. E poi il gioco una volta entrati è di una continua scoperta e sorpresa, gli spazi si ampliano la luce entra sempre di più e la vista si apre su un ampio giardino libero ed informale, il giardino della famiglia, dell’orto e della frutta. Il volume retrostante denota nell’uso del corten la sua volontà di essere vero e proprio “accessorio” elemento aggiunto in cui i pieni del metallo fanno da contrappunto alle ampie vetrate che di notte con le luci accese rendono il piano terra una vero e proprio palcoscenico dove la vita della nostra famiglia è rappresentata in tutti i suoi aspetti quotidiani, per la gioia dei nostri vicini. Le finiture interne sono un racconto, un racconto di quello che è stata questa casa, un racconto di quello che è ed un racconto dei molti mondi che io e la mia compagna abbiamo visto insieme. E’ una casa di ieri di oggi e di molti posti lontani che abbiamo deciso di tenere vicino a noi. E’ colorata perché amiamo il colore che ci dà gioia, è imperfetta perché non amiamo la perfezione e le cose finite. E’ quasi tutto quello che solitamente non faccio per i nostri clienti perché si può fare una cosa del genere solamente quando ci si conosce nel profondo. Gli accostamenti dei materiali sono a volte arditi a volte imperfetti, la casa è densa di cose, di vita, i punti di vista sono molteplici. E’ una casa in divenire, dobbiamo ancora colonizzarne molte parti a cui non abbiamo ancora trovato una funzione precisa ma sappiamo che sarà la nostra vita e la casa stessa che un giorno ci faranno capire cosa fare e come. Il tutto è stato faticoso comunque, ha portato via tempo ed energie, i dubbi non sono mancati. Ma ora che vediamo nostra figlia crescere allegra tra questi muri e le molte cene con gli amici hanno un sapore diverso grazie anche al calore della casa, bhe la fatica è stata presto dimenticata… Tommaso
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