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Enrico Realacci

Cisterna borbonica - percorso di visita - Formia (LT)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Cisterna borbonica - percorso di visita
La sfera e la spirale La presenza di una vasta cisterna ipogea sotto piazza guglielmo marconi - una delle piazze più importanti della città di formia - non fa che confermare il ruolo primario che da sempre l’acqua ha rivestito per un territorio di riviera ricco di sorgenti e falde acquifere. Acqua di mare e acqua dolce che già i romani avevano sapientemente “domato” attraverso possenti opere di ingegneria idraulica. Cisterne, porti, molini sono stati per secoli fonte di ricchezza e di benessere. Recuperarne le tracce, coglierne la memoria, è certamente una operazione portatrice di nuova vitalità, nonché occasione di riqualificazione dello spazio pubblico. Il progetto di valorizzazione della suggestiva cisterna borbonica, attraverso un linguaggio fatto di leggerezza e fluidità, ristabilisce un forte legame tra la piazza attuale e quello spazio sotterraneo che – in qualche misura – l’ha generata. La soluzione progettuale proposta per l’accesso alla cisterna consiste in un unico elemento verticale che dal centro della piazza, perforando una delle volte a ridosso della parete est, penetra nell’ambiente ipogeo. Il corpo cilindrico in metallo è sormontato da una calotta sferica che riflette l’intorno, offrendosi come elemento di arredo urbano della piazza. Tale accesso diretto dal centro della piazza sancisce una sorta di legame di appartenenza tra la piazza e il grande spazio voltato su cui essa giace. Quanto al futuro assetto della piazza, oltre alla presenza della sfera riflettente (che cela l’accesso alla cisterna), l’unica alterazione è costituita dalla presenza di 16 proiettori ad incasso a pavimento disposti circolarmente in corrispondenza dei tiranti di sostegno della sottostante passerella sospesa. Anche questo “segno” pressoché immateriale tende a rafforzare quel legame tra ciò che è in superficie (la vita presente) e ciò che resta in profondità (la nostra storia). Il progetto si propone di offrire una esperienza esplorativa nuova attraverso una passerella che consenta di percorrere lo spazio sospesi a mezz’aria. Il percorso ha, infatti, un andamento a spirale in cui il punto di partenza e di arrivo, pur coincidendo sulla loro proiezione orizzontale, sono a quote diverse: si procede lentamente nello spazio vuoto della cisterna avvicinandosi sempre più all’acqua. Non è necessario fare il percorso a ritroso; basta servirsi della scala o dell’ascensore per la risalita. In questo modo si evitano “cul de sac” e flussi incrociati di visitatori che possano ostacolare la passeggiata (circa 40 metri la lunghezza del percorso circolare). Inoltre la dimensione della passerella può essere contenuta al minimo ingombro lasciando allo spazio e alla superficie dell’acqua la massima visibilità. Il corpo dei collegamenti verticali, pur di dimensioni contenute, consente di smaltire efficacemente e rapidamente piccoli gruppi di visitatori: l’ascensore può trasportare fino a 5 persone o, in alternativa, un non deambulante con accompagnatore. La scala elicoidale, ancorata al cilindro dell’ascensore, offre una ulteriore modalità di accesso rapido. Il concept morfologico della passerella – un elicoide intercettato agli estremi da due elementi rettilinei – al di là della originalità della soluzione formale, che consente modalità percettive suggestive e inconsuete – trova una sua puntuale quanto efficace risposta nella soluzione statica individuata: quattro mensole in acciaio, ancorate ai pilastri centrali della cisterna, sorreggono la trave continua ad andamento curvilineo della passerella. Una corona di tiranti disposti lungo il margine esterno del percorso stabilizza la struttura evitando oscillazioni dovute ai carichi dinamici. I tiranti (diametro di circa 30 mm) sono ancorati a profili a doppio t posti al di sopra dell’estradosso delle volte, sotto la pavimentazione esistente, con funzione di ripartizione dei carichi. La scena luminosa è una scena variabile e programmabile attraverso un sistema di tipo domotico costituito da tre sottosistemi, ciascuno corrispondente ad una tipologia di illuminazione: architetturale, d’accento, emozionale. In aggiunta vi è l’illuminazione funzionale e di sicurezza (percorso e collegamenti verticali) e quella della piazza.

Musei vaticani - nuova fototeca - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Musei vaticani - nuova fototeca
Continuum spaziale L’area di progetto della nuova fototeca dei musei vaticani è collocata al terzo livello dell'ampliamento realizzato in occasione del giubileo 2000, e precisamente nell’area della ex sala polifunzionale. Tenendo conto delle specifiche ambientali degli spazi sono state individuate tre macroaree, a ciascuna delle quali è stata assegnata una funzione – o un insieme di funzioni – compatibile con le caratteristiche qualitative e di protezione necessarie. Tali condizioni sono state verificate attraverso una attenta analisi dei flussi, delle condizioni microclimatiche, dei diversi gradi di separazione e/o integrazione richiesti dai singoli ambienti. Separazione e integrazione di funzioni e spazi sono state progettualmente gestite senza apparente soluzione di continuità, mantenendo quella fluidità e dinamicità percettiva che è la vera cifra stilistica dell’intervento. Ciò è stato possibile grazie a partizioni opache dalle linee morbide e prive di spigoli, e a ampie superfici verticali completamente trasparenti. Il possente corpo delle infrastrutture tecnologiche - vero sistema circolatorio e nervoso di tutto l’organismo della fototeca - è stato completamente integrato nell’involucro architettonico e nel sistema degli arredi, azzerando quello che viene normalmente percepito come “rumore tecnologico” ma garantendo, al tempo stesso, i massimi livelli al momento disponibili in termini di funzionalità evolute, gestione e controllo, comfort.

Casa fb - roma ovest - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa fb - roma ovest
Spirale avvolgente ​un ampio spazio di forma quadrata viene interamente occupato da un'impronta spiraliforme che rievoca la complessa geometria di un'ammonite. Una parete curvilinea - a tratti continua, a tratti interrotta da ampi squarci - è l'elemento distributivo che separa e unisce i vari ambienti. ​il risultato è sorprendentemente dinamico, con tutti gli spazi funzionali che ruotano attorno al nucleo centrale (una colonna di forma elicoidale) in un bilanciato equilibrio tra forze centrifughe e centripete. ​l'illuminazione, quasi esclusivamente indiretta e gestita attraverso scene programmabili, sottolinea la presenza aerea dello "scheletro fossile" creando suggestivi accenti chiaroscurali. Il comfort ambientale beneficia inoltre di un microclima perfetto in ogni condizione, ottenuto attraverso la passivazione dell'involucro edilizio ed un sofisticato quanto invisibile impianto di climatizzazione.

Metropolis - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Metropolis
Il suono dal silenzio ​test strumentali lo hanno eletto tra i cinque migliori amplificatori hi-fi del 2018. Ma è il contatto fisico e l'ascolto attento di professionisti e audiofili che ne ha decretato il successo. Metropolis è un amplificatore ibrido dal concept fortemente innovativo sia sotto il profilo elettronico che del design. Con la sua pre-amplificazione valvolare e i finali di potenza di ultimissima generazione, racchiude un secolo di storia dell'elettronica in un design originalissimo, ricco di riferimenti iconografici. Un brano di città contemporanea con le sue strade, le luci, i grattacieli, dove nulla è lasciato al caso e nulla è "gratuito". Forma, dimensioni e posizione di ogni elemento sono dettate da una precisa logica costruttiva tesa ad eliminare qualsiasi disturbo, interferenza, rumore. Il risultato è un oggetto evocativo e quasi misterioso, capace di generare un suono potente e puro al di là di ogni aspettativa. ​"immergersi nell’ambiente di metropolis non è soltanto ascoltare un brano musicale o riscoprirlo in quelle sfumature mai colte prima. E’ l’esperienza sensoriale unica del proprio corpo collocato nello spazio, definito attraverso un suono che totalmente ti avvolge e quasi fisicamente ti tocca. Un’esperienza irripetibile alla quale chi ama la musica non può sottrarsi. E non solo lui." (g. R.)

Casa sc - roma nomentano - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa sc - roma nomentano
La casa ibrida ​un villino del 1905, nei pressi di villa torlonia; spazi e volumi generosi, un impianto classico, un ampio corridoio con archi e salone "di rappresentanza". Tutto avrebbe potuto rimanere così, bastava un upgrade impiantistico e nuove finiture. Invece, grazie ad una perfetta intesa con la committenza, è nata una nuova visione che ha completamente rivoluzionato la percezione e la fruibilità degli spazi. La dimensione originaria, nel perdere i suoi attributi "borghesi", ha acquistando libertà interpretativa e di movimento, poeticità, personalità. L'involucro murario è stato ridotto all'essenziale mantenendone i caratteri identitari più forti, mentre su un secondo layer sono stati disposti elementi leggeri, avvolgenti, mai mimetici. ​superfici, elementi di arredo, linee luminose che entrano ed escono degli ambienti suggerendo una continuità spaziale del tutto nuova. ​ci si muove sotto un cielo stellato, seguendo scie luminose, attraverso percorsi mai obbligati. Cercando ognuno il proprio modo di abitare lo spazio e di reinventarlo.

Casa ab - roma centro - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa ab - roma centro
Involucro flessibile Quando le dimensioni del nostro spazio vitale sono ridotte, non sempre si riesce a sfuggire alla logica "scatolare" degli ambienti funzionali, in cui le pareti sono segni separatori ma, al tempo stesso, superfici su cui si affastellano oggetti e mobili. In questo piccolo appartamento nel centro di roma molto è stato risolto attraverso la creazione di un "cubo antracite" intorno al quale si snodano le funzioni essenziali e che accoglie al suo interno contenitori a scomparsa e persino un bagno. Riconquistando molta della libertà perduta...

Stephenson 86 - uffici direzional - Milano (MI)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Stephenson 86 - uffici direzional
Moving borders - confini in movimento Cinque setti che si flettono, invitando ad andare più in profondità con il passo e con lo sguardo. Attraverso lo spazio verde e oltre, verso l’area al di là della strada. Una riconnessione visiva che apre l’orizzonte su altri luoghi, su altri giardini. Cinque setti che si inarcano, sollevandosi dal suolo e lasciandosi attraversare. Perché lo spazio comune, quello pubblico, arriva fin dentro il cuore dell’edificio: una sala conferenze, un giardino, un bar. Non solo per chi “abita” l’edificio: luoghi che possono essere utilizzati anche indipendentemente dalle attività lavorative. Una piazza ombreggiata, verde, a disposizione di tutti, nata per essere percorsa a piedi, scandita dall’alternarsi di ombra e luce con linee nette, taglienti, che solcano il terreno secondo le antiche direttrici dei fondi agricoli che una volta occupavano questi suoli. Una “bolla” trasparente, protettiva, che racchiude la hall, l’asilo nido aziendale, la caffetteria. Perché accogliere è anche mostrarsi da dentro, eliminare le barriere opache, gli inutili filtri. Nello spazio tra la terra e il ventre inarcato dell’edificio un volume interamente trasparente ci porta all’interno quasi senza accorgercene. Una piazza sulla piazza, per chi lavora all’interno dell’edificio. Perché spazi comuni, libertà di movimento, ambienti informali, “boccate d’aria” sono importanti: un grande roof garden, area fitness, micro-spazi per trovare la massima concentrazione, e tanti ambienti per attività di gruppo e meeting.

Cantine casanuova delle cerbaie - Montalcino (SI)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Cantine casanuova delle cerbaie
Paesaggio verderame Un complesso produttivo da 170000 bottiglie/anno integrato nel paesaggio senese grazie al contenimento dei volumi fuori terra, al basso impatto energetico, alla diversificazione dei corpi di fabbrica. L’organismo accoglie - oltre agli spazi produttivi (vinificazione, affinamento, imbottigliamento, stoccaggio) - un percorso museale, spazi per degustazione e vendita, foresteria. Con il 70% dei volumi interrati - tutta l'area di affinamento, che necessità di condizioni microclimatiche particolari - e una grande vetrata fotovoltaica sul fronte sud, il complesso produttivo vanta un fabbisogno energetico tra i più bassi del settore. Sul piano paesistico, i volumi organici che profilano il terreno di questo brano di val d'orcia sono interamente rivestiti in rame patinato stabilendo un legame di forte continuità morfologica e cromatica con il territorio.

Global knowledge - roma centro - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Global knowledge - roma centro
Un carattere naturale La sede romana di global knowledge è stata realizzata per successivi ampliamenti a partire da un unico piano di 660 mq fino ai 3 piani occupati (uno condiviso con sun-edu, il settore formativo di sun microsystems) in uno stabile del quartiere prati a roma. I tre quarti della superficie, trattandosi di un centro di formazione, sono occupati dalle aule, attrezzate con postazioni pc o workstation, rete lan, videoprioezione, sistemi di arredo appositamente studiati che integrano schermo, lavagna e flip-chart, gestione intelligente della luce. Data la grande mole di tecnologia impiegata, abbiamo creato infrastrutture accessibili ma invisibili, enfatizzando il carattere naturale degli spazi attraverso l’uso del legno e della luce, mentre il colore gioca un importante ruolo di “orientamento” nella struttura distributiva ad anello.

Nuovo museo della zecca - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Nuovo museo della zecca
"per forza di levare": conservare innovando Il progetto si propone di recuperare i valori architettonici, storici e simbolici del complesso della zecca di via principe umberto per innestarvi le nuove funzioni direttamente alla radice. Viene mantenuto il carattere storico-industriale dell’edificio, depurato da alcune importanti stratificazioni successive che non aggiungono pregnanza di significati, bensì alterano e confondono la percezione d’insieme. Su questa recuperata identità ed integrità si è intervenuto con un registro leggero ma ricco di rimandi simbolici per adeguare l’edificio alle nuove funzioni, costruendo un racconto nel racconto dove le ambientazioni originarie fanno da scenografia (in particolare nella parte museale) ma al contempo raccontano se stesse in una sorta di gioco di rimandi continui tra contenitore e contenuto. Per raggiungere questo scopo abbiamo deciso di scavare un po’ più in profondità - per usare una metafora archeologica - demolendo anche il primo piano ammezzato, realizzato tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50. Riportando quindi il complesso alla sua volumetria originaria per poi innestarvi un elemento architettonico del tutto nuovo costituito da un volume con superfici a filigrana metallica sormontato da una sottile copertura aggettante simbolicamente sorretta da una ciminiera inversa collocata nel punto esatto di quella originaria. Un elemento di forte valore simbolico che dalla hall di ingresso, ricavata coprendo in vetro la corte est, spinge con un gesto antico lo sguardo verso l’alto. Nel nuovo programma il museo occupa il piano terra estendendosi parzialmente anche al piano interrato e al piano primo; al piano terra, nella ex area produttiva del complesso, sono ricavati gli atelier e i nuovi laboratori sam (scuola dell'arte della medaglia), mantenendo quindi un forte legame con “la fabbrica”. Il nuovo centro congressi trova posto, invece, nello scrigno tecnologico che sormonta l’area centrale tra le due corti. Una scelta a nostro avviso importante sia per aspetti “filologici” che di marketing istituzionale.

G&g - agenzia di moda - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Gg - agenzia di moda
Abito habitus abitare In un magazzino dismesso, situato all’interno di un edificio monumentale, un progetto denso di soluzioni tecnologiche e di design d’avanguardia riesce dar vita ad un organismo quasi animato. Un corpo flessuoso e in continuo movimento che si adatta alle molteplici esigenze funzionali con leggerezza e duttilità. Gli spazi a disposizione, dal perimetro irregolare ed in buona parte privi di luce naturale, sono stati rielaborati secondo un’idea semplice ma efficace: interporre tra lo spazio interno ed il suo rigido involucro una sorta di “abito” dalle forme morbide e dinamiche, capace di generare scorci visivi profondi e mutevoli. Al suo interno, docilmente assecondate dalla luce artificiale, grandi superfici semitrasparenti si muovono secondo traiettorie curvilinee, a disegnare spazi aperti, chiusi, fluidamente connessi secondo le esigenze espositive del momento. Particolarità “esclusiva” nell’ambito degli showroom di moda: appenderie sospese, anch’esse curvilinee, scendono dal soffitto per posizionarsi accanto alle pareti scorrevoli creando ambientazioni sempre in armonia con le collezioni da esporre. Il tutto gestito in maniera semplice e immediata: un unico touch-screen modifica le scene luminose e le appenderie in funzione delle partizioni create mediante le quinte scorrevoli (da due fino a cinque diverse aree espositive e di vendita). A completare la struttura uffici, reception, camerini per le modelle, un grande magazzino su due livelli, servizi e perfino una accogliente kitchinette.

Casa ml - anzio - Anzio (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa ml - anzio
Rouge et noir Le passioni non si discutono! E nel programma di progetto di questo appartamento vista mare ad anzio - parte di un più ampio programma di ristrutturazione edilizia - sono entrati il rosso e il nero, la musica, il cinema. Oltre, ovviamente, a tutte le esigenze pratiche che una giovane coppia con bambini può avere: spazi per il gioco, abbondanza di contenitori integrati nell'involucro, superfici "morbide". La sfida, allora, diventa armonizzare il tutto disegnando un ambiente fluido dove ogni attività trovi il suo spazio vitale senza bisogno di creare "celle chiuse", dove la musica possa accompagnarti in tutta la casa, ma anche rimanere raccolta in un angolo "privato". Dove all'energia del rosso e del nero faccia da contrappunto la morbidezza e il tepore del legno chiaro e della illuminazione indiretta. Molti gli elementi appositamente disegnati per ricercare questo punto di equilibrio grazie al quale i vincoli del programma di progetto si sono trasformati in opportunità​.

Fast lane - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Fast lane
Un learning centre evoluto Fast lane è una società multinazionale leader nella formazione it; il nuovo centro di formazione di roma, frutto della acquisizione della italiana gki, rappresenta, nel variegato panorama del settore, una precisa scelta di qualità. Per le tecnologie d'avanguardia messe a disposizione degli utenti, ma anche per l'ambiente di lavoro caldo e accogliente, in cui ci si trova immediatamente a proprio agio. Merito, questo, di scelte progettuali frutto di un attento studio degli aspetti ergonomici, illuminotecnici, acustici, multimediali. E di una precisa filosofia d'intervento, che da sempre fa dello "space bonding" un suo punto di forza. Specie in ambienti che, per loro stessa natura, sono frequentati intensamente ma per un tempo limitato, ed hanno quindi bisogno di trasmettere subito sensazioni di familiarità, informalità, comfort.

Ids aeronavigation testing centre - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Ids aeronavigation testing centre
A cuore aperto Il laboratorio-demo realizzato nella sede romana di ids ingegneria dei sistemi spa è un luogo in cui tecnologia, design, comunicazione interattiva raggiungono un totale livello di integrazione. Al suo interno, un suggestivo spazio a forma di cuore offre all'utente la possibilità di seguire dal vivo l'intero processo operativo di alcuni prodotti software a supporto della navigazione aerea. Un simulatore di volo - di cui lo studio era ha sviluppato il design assieme all'arch. Carlos acosta fontana - consente, infine, di testare le procedure e verificarne la correttezza. Il sistema di illuminazione continua dinamica accompagna il percorso demo focalizzando di volta in volta l'attenzione sull'attività in corso, replicata anche su speciali schermi olografici.

Ids spa - nuovo headquarter - Pisa (PI)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Ids spa - nuovo headquarter
La ricerca, e il tempo ritrovato ​la nuova sede di ids ingegneria dei sistemi - una delle più avanzate company italiane presenti a livello mondiale nel settore delle tecnologie aeronavali - è strutturata come un campus nel quale edifici adibiti ad uffici, laboratori, convegni, mensa, si raccolgono attorno ad una vasta area aperta, in parte verde, in parte pavimentata. ​partendo da un progetto edilizio già in corso di realizzazione, lo studio era ha sviluppato per ids alcuni elementi esterni, quali le schermature frangisole, la grande pensilina d'ingresso, l'edificio in vetro e acciaio adibito a reception, le scale in acciaio, e tutti gli interni, compreso la scala principale del blocco uffici (sempre in acciaio) . Layout, illuminazione, finiture, arredi, tutto è stato studiato in modo tale da favorire la concentrazione, costruendo al tempo stesso un ambiente confortevole, riposante, dove è facile orientarsi e sentirsi a proprio agio. Illuminazione indiretta e molto soft negli ambienti non operativi, elementi cromatici a grande scala per orientarsi nello spazio, grande attenzione al comfort acustico e visivo in ogni circostanza. Un organismo ergonomico, a misura d'uomo, perfettamente armonico con la missione cui è destinato.

Auditorium di adriano - copertura - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Auditorium di adriano - copertura
La trasparenza del limen Da sempre il tema della copertura costituisce uno degli archetipi più densi di attributi simbolici nella plurimillenaria pratica architettonica, e la protezione offerta da una copertura rappresenta ancora, in definitiva, un voler abitare il luogo, il tentativo di stabilire con esso un legame di reciproca appartenenza. Nel caso dell’auditorium di adriano, tuttavia, allo scopo predominante del proteggere se ne aggiunge un secondo: colmare il vuoto creato dallo scavo, ri-marginare il suolo. Scavare, esplorare le proprie radici, stabilire l’indissolubilità del proprio legame con il luogo, con la terra, la roccia, la propria storia. E poi coprire, proteggere, richiudere la ferita, attraverso la costruzione di un limen – la copertura trasparente – che ci consentirà di pensare un dentro e un fuori, un prima e un dopo. E, parafrasando wittgenstein, di poterli esplorare entrambi. Questa ambivalenza del concetto di limen è presente con forza anche tra le linee-guida del concorso: da una parte l’attenzione alla tutela e valorizzazione dell’area archeologica, dall’altra agli equilibri consolidati del tessuto monumentale della piazza. Il nostro limen - la soglia da costruire con la copertura - separa e unisce lo spazio. E, in fondo, anche il tempo. ​l’attuale assetto dell’area è caratterizzato da un lato dalla forte presenza di emergenze monumentali, dall’altro da una sorta di slabbramento del tessuto in prossimità dei grandi vuoti urbani di piazza venezia e di via dei fori imperiali. Piazza madonna di loreto - vittima, in un certo senso, di tale perdita del margine - ha bisogno di ritrovare una sua identità come luogo urbano, possibilmente al di là di quella visione novecentesca dove la presenza della esedra arborea di contorno al monumento a vittorio emanuele ii ne costituiva l’elemento di maggiore caratterizzazione (offuscando, peraltro, la bella facciata della chiesa cinquecentesca). La disarticolazione tra lo spazio centrale - prima area verde, ora area archeologica - e il fronte della chiesa, separati dalla sede stradale, è certamente un elemento da considerare attentamente, anche in virtù delle mutate esigenze di mobilità connesse alla chiusura di via dei fori imperiali al traffico veicolare. Un secondo aspetto di rilievo è rappresentato dalla morfologia dell’area, che vede irradiarsi dal monumento a vittorio emanuele ii un disegno a raggiera che termina sovente in maniera casuale, non potendo, le geometrie che lo generano, essere accolte dal tessuto di contorno. A tale prepotente richiesta di centralità, cui dovrebbe far riscontro una generica, accogliente concavità dei margini (come per la grande esedra rialzata ad est del monumento), riteniamo, invece, si debba rispondere con una richiesta di policentricità che individui proprio nell’area dell’auditorium di adriano uno dei suoi punti di forza. Trascinando, per effetto centripeto, anche la piazza e la chiesa di s. Maria di loreto in questa nuova, dislocata centralità, che farà da sfondo e terminale prospettico alla passeggiata archeologica di via dei fori imperiali. La nostra risposta progettuale tiene conto di queste riflessioni per dare vita ad una copertura che – mentre non smarrisce il dialogo con le forme ellittiche e concavo-convesse della sistemazione novecentesca – si propone come elemento di ri-qualificazione della piazza madonna di loreto divenendone il perduto margine ovest. La nuova sistemazione della piazza incorporerà completamente la tenue volumetria della copertura trasparente, estendendosi fino alla facciata della chiesa, quasi ne divenisse il sagrato. Sempre dalla piazza si accederà al percorso in quota che consentirà di ammirare i resti dell’auditorium di adriano da una angolazione ottimale, nonché di avere, nel percorso di ritorno, una vista della facciata cinquecentesca finalmente libera dal “rumore visivo” di auto, chioschi, segnaletica stradale. Elementi secondari di arredo urbano completeranno lo spazio: sedili in pietra, che nella loro disposizione risentono delle geometrie delle murature romane sottostanti; una presenza arborea non invasiva, anch’essa memoria del passato novecentesco; una lunga linea di acqua nebulizzata, quasi un’ombra proiettata, per rendere più mite il clima estivo e più accogliente lo spazio. Il concept morfologico della copertura – due gocce d’acqua che si fondono sul piano – al di là della apparente organicità della soluzione formale – corrisponde ad una puntuale lettura del contesto che risente sia delle direttrici e assi visivi di superficie che delle coordinate geometriche e spaziali del piano archeologico. A questa lettura – ed alla sua interpretazione progettuale – non si sottrae il concept strutturale che ipotizza, a sostegno della membrana trasparente di copertura in pmma, una serie di lame parallele orientate secondo l’asse predominante. Quello, tra l’altro, che ne minimizza l’ingombro visivo proprio percorrendo la passerella aerea di esplorazione, o provenendo da via dei fori imperiali.

Presidenza del consiglio dei ministri Biblioteca e archivio storico - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Presidenza del consiglio dei ministriBiblioteca e archivio storico
Corporea leggerezza Gli spazi messi a disposizione per la realizzazione della nuova biblioteca e dell’archivio storico della presidenza del consiglio dei ministri sono situati al primo piano dell’ex monastero di san silvestro in capite a roma. Chiave di volta dell’articolata soluzione progettuale è la grande parete-scaffale su 3 livelli, accessibile tramite ballatoi e collegamenti verticali, che occupa interamente il muro longitudinale interno e parzialmente i due muri trasversali tra le sale. Grazie a questa soluzione si è riusciti a realizzare complessivamente 600 ml di scaffali per circa 15.000 volumi. Ambienti spaziosi privi di vincoli, grande leggerezza e luminosità, scorci prospettici aperti e senza ostacoli visivi: su questi caratteri del luogo abbiamo lavorato per intensificarne e qualificarne il valore, costruendo su di essi un sistema di elementi armonicamente in equilibrio ma mai tendenti al mimetismo linguistico: ghisa e acciaio ritrovano la loro corporeità e dialogano con alluminio, vetro, legno; le voltine intonacate del soffitto si rivelano grazie alla luce riflessa di 396 piccole sorgenti luminose, dando vita a un’illuminazione d’ambiente morbida e avvolgente; anelli opalescenti rendono le colonne ancor più esili, mentre illuminano le postazioni di lettura, anch’esse leggere e modulabili a piacere; una nuova unitarietà spaziale – pur nella diversità funzionale – viene creata attraverso le ampie vetrate inserite sulle pareti che delimitano l’area centrale di raccordo, riconnettendo visivamente i due ambienti – biblioteca e archivio – quasi fossero un unico grande spazio, omogeneo per finiture, arredi, illuminazione

Haworth castelli Creative center - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Haworth castelli Creative center
Great spaces Il primo incontro con lo spazio che ora ospita il creative center è stato davvero chiarificatore: malinconici uffici da tempo dismessi, ambienti ripetitivi e scarsamente illuminati. Spazi in cui la funzione tecnica e quella economica avevano avuto il predominio assoluto su qualsiasi idea di forma e di identità. L’esatto contrario di quanto avevano tentato di esprimere i progettisti brusa, cancellotti, montuori e scalpelli per il palazzo delle scienze dell'e42. L’idea si è allora immediatamente fatta strada: liberare e dilatare questo spazio fino a renderlo paesaggio, dialogare con le sue proporzioni monumentali favorendone una fruizione dinamica attraverso percorsi e modalità percettive diversificate. Per raggiungere questo scopo, è stato fondamentale un uso della tecnologia non come apparato lessicale in sé, ma come strumento di innumerevoli allusioni e contaminazioni tra natura ed artificio. A partire da un "cielo" cangiante, evocativo e poetico, al tempo stesso schermo acustico e sorgente luminosa con effetti di shifting cromatico sia nel tempo che nello spazio. Anche il disegno del pavimento in vetro si presta a una lettura metaforica: specchio d’acqua, onda, oasi. La trama di luce che lo compone ne fa però un elemento fortemente integrato nello spazio, in cui l’allusione all’elemento naturale rimane sempre distaccata e mai figurativa. Questo gioco continuo di rimandi al paesaggio naturale ha uno scopo ben preciso: interporre tra involucro architettonico e prodotto esibito un livello intermedio, aperto a nuove possibilità narrative e interpretative e, quindi, a nuove relazioni. La "povertà" del legno della pavimentazione, come anche le tonalità neutre delle pareti verticali sono dichiaratamente "sfondo". Le "figure" sono i prodotti e le opere esposte: fruibili, osservabili da ogni angolazione, realmente avvicinabili. Unica eccezione alla neutralità dei materiali è la superficie in vetro rosso della waiting area, frutto di una sottrazione di materia dai corpi che abbracciano lo spazio centrale e che vengono come "scavati", privati della loro pelle bianca. Ma lì, dove si viene accolti e invitati ad entrare, la potenza del colore può davvero farci sentire nell’occhio del ciclone: pronti a essere lanciati nell’orbita percettiva degli oggetti, che invadono lo spazio senza mai riempirlo.

Sun microsystems - sede di roma eur - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Sun microsystems - sede di roma eur
Una scelta innovativa I nuovi uffici sun microsystems di roma eur costituiscono la naturale espansione, in un quartiere denso di aziende ict, della sede “storica” situata nel centro città, già ampliata e completamente ristrutturata da era nel 2000/2001. Per ambedue le sedi, si è provveduto ad un radicale aggiornamento tecnologico, implementando gli standard più rigorosi in materia di comfort, sicurezza, utilizzo delle risorse in flexible office. Per sun abbiamo lavorato alla costruzione di un ambiente unitario, in grado di coinvolgere i clienti come il personale, integrando aree customer, ambienti operativi e direzionali in un insieme fortemente connotato da elementi architettonici e di arredo volutamente studiati in modo trasversale. Le numerose soluzioni originali sono tutte frutto di riflessioni sull’identità del committente, sulla sua filosofia, sulla sua attività, sui suoi modi di comunicare. Il progetto che ne è scaturito lascia immediatamente percepire una site philosophy giocata su di un minimalismo leggero ed allusivo, che sfiora con discrezione le corde dei sensi per creare suggestioni ed atmosfere. La sede sun microsystems di roma eur è stata nominata best european office della multinazionale statunitense.

Casa ts - laurentino - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa ts - laurentino
Un taglio obliquo Un unico segno, un taglio obliquo, appunto, definisce lo spazio caratterizzandolo per continuità e discontinuità, luce ed ombra, apertura e chiusura. Attraverso un chiaroscuro deciso ma al tempo stesso non aggressivo vengono declinati gli elementi distributivi e funzionali di uno spazio sempre aperto e disponibile al movimento, alla percezione dinamica, alla variabilità.

Sun microsystems - roma centro - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Sun microsystems - roma centro
Un luogo unico in cerca di qualita' La sede romana "storica" di sun microsystems, ubicata nella torre ovest dell'edificio progettato dall'architetto moretti negli anni '70, è stata ampliata e completamente ristrutturata senza mai interrompere la normale attività lavorativa. Una dettagliata programmazione dei lavori, eseguiti piano per piano, ha consentito il temporaneo spostamento dei dipendenti mantenendo sempre attive le connessioni di rete e gli impianti. Al 6° piano – che dispone di un grande terrazzo panoramico – sono state dislocate sale riunioni di varie dimensioni, mentre gli altri piani ospitano gli ambienti operativi, i laboratori, gli uffici chiusi e le workgroup room. Le finiture interne privilegiano il colore corporate (un blu tendente al violetto) per gli elementi "emergenti", associato a tinte tenui ed essenze chiare (beige, grigio chiaro, betulla) per i piani operativi, mentre per il 6° piano lo stesso blu è associato all'essenza di faggio, al doussié, al nero.

Global knowledge - milano - Milano (MI)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Global knowledge - milano
Un esempio di riconversione Global knowledge è una multinazionale leader nel campo della formazione ict: la nostra missione consisteva nel realizzare la nuova sede centrale, con uffici, laboratori ed aule attrezzate secondo le varie tipologie di corsi. L'edificio di destinazione è un ex edificio industriale. Prima dell'ingresso di global knowledge la qualità degli spazi risultava assai mediocre, penalizzata fortemente da un lunghissimo - ed ineliminabile - corridoio centrale. Abbiamo raccolto la sfida, rendendo questo elemento il punto di forza per la riqualificazione degli spazi: sui due piani occupati dalla società, il corridoio è divenuto un elemento distributivo di grande fascino grazie al trattamento delle pareti con pannelli laccati secondo scale cromatiche digradanti e a un'iluminazione di tipo "wall-washer". Percorrendolo, si viene avvolti da una luce cangiante che sottolinea con lo shifting cromatico il movimento nello spazio e rende riconoscibili le diverse aree attraversate.

Casa dc - centro storico - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa dc - centro storico
Densita' variabile ​in uno spazio ridotto non sempre è facile muoversi liberamente. Anche per il progettista. Questo appartemento di 90 mq, situato nel multietnico quartiere di piazza vittorio, si è trasformato in uno spazio a densità variabile, strutturato secondo addensamenti funzionali ed ampi squarci in cui muoversi liberamente. Come sempre, il disegno della luce asseconda questa libertà di movimento e di esperienza dello spazio offrendo ampie possibilità di modulazione. Come un morbido abito che si piega ai nostri movimenti senza venire mai meno alla sua funzione di proteggere, riscaldare, svelare o nascondere... La ricchezza dell'esperienza visiva - dovuta anche alla spiccata sensibilità estetica dei committenti - si fonde con il disegno dello spazio e tutto sembra trovare la giusta collocazione, la piena armonia tra contenitore e contenuto.

Casa vm - roma aurelio - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa vm - roma aurelio
Escursioni temporali Un immobile degli anni '60 mai ristrutturato prima, una committenza attenta e sensibile alle innovazioni ma saldamente ancorata alla tradizione, ampi spazi a disposizione sia interni che esterni. Questi gli ingredienti di un progetto incentrato sulla rinuncia ad elementi connotativi "forti" in favore di spazi discreti, aperti alla contemporaneità, disponibili ad accogliere e valorizzare. Pulizia formale, materiali di qualità, rigore tecnologico (climatizzazione a pavimento, illuminazione dimmerabile a led, coibentazione dell'involucro) hanno consentito di creare ambienti confortevoli e funzionali in cui anche mobili e oggetti del passato conquistano una dimensione spaziale che ne valorizza carattere e identità.

Casa jd - roma centro - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa jd - roma centro
Sliding walls In un palazzo del 16° secolo, a due passi da piazza navona, un muro di spina che divide in due la casa offre l'occasione per tentare nuove connessioni percettive attraverso linee curve che si interrompono e poi riprendono, superfici smaterializzanti in vetro retroverniciato, contrappunti luminosi che ricreano la continuità spaziale. Sempre con tanta tecnologia al servizio del comfort e del rigore formale.

Casa ln - roma monteverde - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa ln - roma monteverde
Design sostenibile Il radicale intervento realizzato nell'abitazione romana, situata in un immobile degli anni '60 nel quartiere monteverde, è frutto di una ricerca di sintesi tra sostenibilità e design; operazione, questa, particolarmente delicata in un manufatto di per sé poco incline - per limiti "anagrafici" - al risparmio energetico. Recupero termico dell'involucro, schermature solari, impianto di climatizzazione a pavimento, pannelli fotovoltaici, collettori solari, illuminazione a led, controlli evoluti: questi i principali elementi tecnologici condensati in un progetto degli spazi improntato a fluidità, rigore formale, feedback soft di forme e materiali, ergonomia.

Casa sm - portuense - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa sm - portuense
Equilibri sul trapezio Un vano scala di forma trapezoidale offre l'opportunità, attraverso un gioco di rotazione di assi cartesiani, per la creazione di un sistema a "doppio involucro" nel quale gli spazi-contenitori e gli elementi funzionali restano celati, lasciando il campo ad ampie traiettorie oblique, a transizioni tra gli ambienti prive di discontinuità, ad accenti di luce che sottolineano ed accompagnano movimenti e gesti quotidiani. Gli elementi lessicali originari subiscono così una rilettura in chiave contemporanea recuperando nuova vitalità.

Casa ml - eur - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa ml - eur
Fil rouge Un lungo edificio dalla pianta arcuata, un "segno" forte al cui interno, però, un impianto planimetrico assolutamente tradizionale aveva negato quanto di originale veniva invece affermato alla scala urbana: stanze dalla pianta regolare avevano espulso ogni traccia di curvatura e radialità in corridoi e disimpegni, trasformandoli in spazi residuali bui e tortuosi. Il progetto recupera come "colonna vertebrale" la tenue curvatura del corpo di fabbrica riportandola all'interno come percorso distributivo principale, generando, in tal modo, traiettorie radiali e prospettive fortemente dinamiche. Una parete rosso fuoco rafforza il carattere strutturante dell'elemento curvo senza mai invadere gli ambienti ma, al contrario, irradiando col suo calore gli spazi destinati alla percezione veloce.

Casa st - laurentino - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Casa st - laurentino
Mutazioni di stile Un intervento armonico e raffinato, dominato dalle tonalità chiare e luminose del rovere sbiancato e dai morbidi contrasti con il pavimento in marmo preesistente, con il bianco degli intonaci, con nuove superfici traslucenti e quasi immateriali. Una illuminazione sapientemente “invisibile”, fatta di tagli di luce e di ombre esalta la profondità e l’intimità degli spazi. La grande parete attrezzata che si affaccia sul soggiorno è uno degli elementi di maggiore caratterizzazione: leggera e funzionale, integra le porte di accesso alla cucina ed al guardaroba, le attrezzature multimediali, gli scaffali per i libri e la musica. I salti di quota che profilano il soffitto, e che ospitano gran parte del sistema di illuminazione e di climatizzazione, scandiscono lo spazio accentuandone le variazioni funzionali senza mai limitarne fluidità e continuità. Anche le pavimentazioni seguono la stessa logica: lastre in gres porcellanato di grandi dimensioni coprono le aree soggette a maggior usura. Accostate al marmo nella zona giorno ed al legno nella zona notte sottolineano visivamente le diverse aree funzionali senza mai divenire elemento di separazione.

Mybed - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Mybed
Centro di gravita' Il concetto mybed trae origine da una riflessione su uno degli oggetti più "antichi" del nostro vivere; così antico da costituire un vero e proprio archetipo. Forse per questo motivo la forma/funzione del letto è rimasta sostanzialmente invariata, contrariamente ad altri oggetti ad esso complementari le cui metamorfosi hanno portato a significative evoluzioni funzionali. Mybed è un letto-ma-non-solo. Nasce come prodotto per l’ospitalità di lusso con l’intento dichiarato di offrirsi come centro di gravità nel microcosmo della stanza d’albergo. Un po’ come il letto-albero di ulisse, intorno al quale sorse propria dimora, mybed non pretende pareti a cui essere addossato ma solo uno spazio disponibile al movimento. Mybed concentra su di sé, grazie a tecnologie d'avanguardia, molte funzioni dell’abitare (e quasi tutte quelle dell’abitare “altrove”): dormire, leggere, ascoltare musica, mangiare, lavorare, guardare la tv, rilassarsi… in altre parole tenta di ricostruire un habitat privato, personale, quasi intimo in un contesto in cui, molto spesso, queste qualità sono difficili da reperire.

Dj set - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Dj set
Performing case La continua innovazione nel campo della musica elettronica ha fatto sì che la figura del dj si evolvesse da intrattenitore a performer musicale, un vero e proprio compositore. Di conseguenza, la strumentazione del dj si è radicalmente trasformata: la consolle e’ divenuta un palco tecnologico sul quale gli artisti si esibiscono in complesse e spettacolari performance audiovisive. Questa evoluzione, assecondata e supportata da apparecchiature digitali sempre più sofisticate, non ha tuttavia prodotto novità di rilievo per quanto riguarda le “consolle” che sono rimaste, in definitiva, dei “contenitori con gambe". Il risultato della nostra ricerca va in una direzione completamente diversa: abbiamo creato un supporto integrato utile non solo ad accogliere e trasportare la strumentazione, ma anche - e soprattutto - a trasmettere al pubblico tutta la spettacolarità della performance rendendola una vera e propria esibizione dal vivo. Ciò e’ stato possibile grazie ad un sistema video che in tempo reale riprende e trasmette, su un doppio schermo frontale, la performance del disc jockey. Lo schermo può anche essere connesso ad un laptop ospitato su un ripiano estraibile della consolle, combinando così video art e musica dal vivo. Connessioni centralizzate, scocca in alluminio, possibilità di riporre la parte superiore all’interno della base utilizzando quest’ultima come “case” di trasporto, rendono infine la consolle pratica ed ergonomica.

Flight simulator - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Flight simulator
Feedback aerodinamico Il simulatore per procedure di volo realizzato per ids è la fedele ricostruzione di un cockpit "smaterializzato", privato cioè di cabina e tamponature di chiusura e quindi completamente visibile da ogni angolazione. Tutti i componenti, nel rispetto dei criteri ergonomici di posizionamento ed uso, sono integrati in una scocca compatta e bilanciata dal design fluido e avvolgente. La struttura, sorretta da nervature interne in lamiera di acciaio, è interamente carterizzata con elementi preformati in alluminio e acciaio inox che conferiscono all’insieme eleganza e un feeling di aerodinamicità familiare agli utenti finali. All’interno degli elementi strutturali (supporto centrale e ali) sono ricavati ampi spazi per alimentazioni elettriche, cablaggi ed elettronica di supporto: questo accorgimento offre notevoli vantaggi sia sotto il profilo estetico che manutentivo. La simulazione video è supportata da uno schermo di retroproiezione ad alto contrasto e da speciali proiettori a specchi asferici che, grazie alla ridottissima distanza di proiezione, possono essere collocati anch’essi a bordo della struttura. Il sistema – fatta eccezione per i rack remoti che ospitano i computer di gestione – si configura come un insieme unitario ed armonico, fruibile da qualsiasi angolazione, privo di backfaces e di elementi di disturbo. La piena integrazione tra design e apparati tecnologici ne fa un oggetto unico adatto all’utilizzo in contesti qualificati.

Control tower simulator - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Control tower simulator
Ring tecnologico Un laboratorio a pianta centrale delimitato da una parete-schermo cilindrica sulla quale, grazie ad un complesso sistema di videoproiezioni, viene visualizzato in tempo reale lo scenario visibile da una "vera" torre di controllo. Una consolle circolare posta al centro dello spazio consente a tre operatori di simulare le attività di controllo verificandone gli esiti direttamente sullo schermo con un angolo visivo di 270°. La consolle integra le più moderne strumentazioni digitali e, nonostante gli spazi ristretti, riesce a coniugare ergonomia e design rendendo le attività di simulazione estremamente realistiche. Come per il simulatore di volo, anche in questo caso il sistema – fatta eccezione per i server che gestiscono la realtà virtuale, dislocati in un apposito ambiente – si configura come un insieme unitario ed armonico, privo di elementi di disturbo, in cui gli apparati tecnologici (alcuni dei quali a scomparsa totale) sono perfettamente integrati nel design della consolle. La superficie del piano di lavoro viene scavata, modellata, ruotata per accogliere tutti gli strumenti offrendone sempre una fruizione ottimale senza mai distogliere lo sguardo da ciò che avviene sullo schermo.

Saturno's ring - Roma (RM)

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Archisio - Enrico Realacci - Progetto Saturnos ring
Sospensione immateriale L’idea di un corpo illuminante anulare di dimensioni medio-grandi nasce in un contesto specifico – la riconversione in biblioteca di un prestigioso spazio storico – ma offre una soluzione illuminotecnica di grande qualità ovunque le caratteristiche spaziali richiedono l’utilizzo di apparecchi a sospensione con emissione diretta/indiretta. La volontà progettuale è quella di creare un disco luminoso sospeso in cui le componenti opache siano ridotte al minimo a favore di ampie superfici luminose diffondenti che ne accentuino le caratteristiche di incorporeità e leggerezza. La forma anulare, con il suo vuoto centrale, determina un ulteriore effetto smaterializzante e consente, in più, di “inglobare” elementi architettonici (come ad esempio colonne) valorizzandone le finiture grazie al taglio di luce fortemente angolato. Dato lo spessore ridotto del disco luminoso, l’emissione si concentra lungo le direttrici verticali offrendo una illuminazione sia architetturale (componente diretta verso l’alto) che operativa (componente diretta verso il basso) con valori di luminanza estremamente confortevoli.
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