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Teresa Romeo

La casa leggera - Roma (RM)

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Il progetto, sviluppato su tre piani, reinterpreta la tipologia di “casa a ballatoio”, conferendo agli elementi di collegamento orizzontale (ballatoio) e verticale (corpo scala), oltre ad un valore meramente funzionale, un carattere strutturante. In tal modo viene definita una “zona buffer”, parzialmente coperta da superfici vetrate esposte a sud che, oltre a distribuire gli alloggi ai vari piani, contribuisce alla termoregolazione (accumulo di calore nei mesi invernali e ventilazione nei mesi estivi) e conferisce gradevolezza e fruibilità agli spazi comuni, grazie anche all’uso del verde. La zona buffer si sviluppa lungo il lato nord, mentre tutti gli alloggi sono disposti sul lato sud, che viene sfruttato per la maggioranza degli affacci, garantendo maggiore luminosità agli ambienti. Gli effetti di un eccessivo soleggiamento, soprattutto estivo, sono evitati attraverso l’inserimento di logge profonde e pergole verdi, che fungono da filtro per le aperture. Le superfici dei 15 alloggi sono diversificate, per adeguarsi alle differenti conformazione dei nuovi nuclei familiari. Partner Rapporto con il sito L’area del progetto è localizzata su un lotto rettangolare con esposizione prevalente nord/sud, all’interno di una zona situata in prossimità del centro storico del comune di itri, con destinazione urbanistica c3 – edilizia residenza pubblica. Il clima è mediterraneo, con estati secche e ventilate ed inverni miti; poche sono le precipitazioni, specialmente durante la stagione estiva. La vegetazione arborea è caratterizzata da oliveti, boschi da sughero e lecci, a cui si associano le essenze della macchia mediterranea. Nel progetto il richiamo alla connotazione paesaggistico/ambientale locale viene effettuato sfruttando correttamente l’orientamento del sito, tenendo conto delle caratteristiche climatiche e usando la vegetazione locale per piantumazioni, tetti e pareti verdi, funzionali sia alla termoregolazione dell’edificio, che al mantenimento della biodiversità. Di fatto l’utilizzo di vegetazione originaria del sito, quindi appropriata da un punto di vista climatico, permette di ridurre l’uso di acqua per l’irrigazione, pesticidi e fertilizzanti e di preservare l’immagine del luogo. La tecnica scelta per rinverdire alcune pareti verticali (prospetto nord) è quella di favorire la salita di specie quali edere o falso gelsomino attraverso l’installazione di grandi pannelli grigliati in ferro zincato. La realizzazione di tetti verdi contribuisce, d’altro canto, a limitare l’afflusso di acqua piovana negli scarichi e la creazione di isole di calore nel centro abitato, oltre a migliorare l’estetica dell’edificio. La scelta di una copertura a verde pensile di tipo estensivo mira ad ottenere una sorta di prato composto da specie termofile, abbastanza resistenti all’aridità, che richiedono poca o nessuna manutenzione. Questi “prati aridi” sono strutturati in modo che l'approvvigionamento idrico e di elementi nutritivi avvenga, per quanto possibile, attraverso processi naturali, rendendo inutile l’impianto di irrigazione. La vegetazione impiegata è costituita da piante erbacee a sviluppo contenuto in altezza, con caratteristiche di veloce radicamento e copertura, resistenza alla siccità e al gelo, buona autorigenerazione. Lo spessore delle stratificazioni è (minore di 15cm.); il substrato impiegato è costituito prevalentemente da componenti minerali; il peso delle stratificazioni é compreso tra i 90 e i 150 kg/mq. Tecnologie e materiali La struttura dell’edificio è mista in cemento armato e acciaio. La quantità di materiali è ridotta pur nel rispetto dei livelli prestazionali forniti dal progetto. In particolare l’uso di tecnologie costruttive basate sulla composizione di strati specializzati funzionalmente consente prestazioni che derivano dalla sinergia tra gli strati componenti, piuttosto che dalla sola massa della muratura, con conseguente riduzione di pesi e spessori. Inoltre la scelta di materiali durabili implica una minore necessità di sostituzione a causa di obsolescenza, guasti o danneggiamento. L’involucro esterno dell’edificio è rivestito da una parete ventilata in tavelle di cotto, con modulo base 500x300 cm. Si tratta di una soluzione tecnologica all’avanguardia e che fornisce una buona risposta alle esigenze di risparmio energetico. Il pacchetto facciata ventilata è composto da quattro elementi fondamentali: una struttura di ancoraggio e di supporto, uno strato isolante, il camino d’aria e le lastre in cotto. In particolare il camino d’aria applicato esternamente all’edificio (cappotto) in pannelli di lana di vetro dello spessore di circa 50 mm è l’elemento fondamentale della facciata ventilata. Si tratta di un’intercapedine d’aria di spessore variabile tra lo strato isolante e il rivestimento di facciata, che permette di creare il cosiddetto effetto-camino. Attraverso questo spazio, infatti, l’aria può scorrere liberamente, dal basso verso l’alto, migliorando notevolmente le condizioni microclimatiche del manufatto edilizio: d’estate il flusso d’aria permette di ventilare e rinfrescare le murature, proteggendole oltretutto dall’irraggiamento solare diretto; nella stagione invernale, invece, la lama d’aria funge da intercapedine isolante e impedisce la dispersione termica, oltre che scongiurare i fenomeni di condensa. Altro tipo di rivestimento utilizzato nel progetto è quello in legno (larice – sistema a scandole) che riguarda i volumi posti in aggetto nel prospetto sud. Il rivestimento in legno, oltre ad essere garanzia di bellezza e funzionalità, costituisce una scelta di grande valore ecologico, trattandosi di una risorsa rinnovabile, comunemente disponibile in natura, riciclabile, biodegradabile e che assicura un notevole risparmio energetico in fase di lavorazione. Il suo elevato potere assorbente evita la concentrazione di sostanze tossiche nell’aria; in particolare, il legno conserva anidride carbonica, il cui aumento nell’atmosfera è una delle cause principali dell’effetto serra.
 
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