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Faretti: un’alternativa moderna per illuminare gli ambienti - Roma (RM)

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I faretti, o spot, possono definirsi una soluzione illuminotecnica moderna in quanto pensata in funzione delle tecnologie più attuali, a differenza di lampadari e applique le cui forme risalgono a epoche nelle quali non esisteva ancora la luce elettrica. I faretti si prestano a essere utilizzati come luce d’ambiente, specialmente in spazi limitati quali ingressi o corridoi, ma rappresentano la soluzione principe soprattutto per la cosiddetta illuminazione d’accento. Si tratta di tutte quelle situazioni in cui si desidera richiamare l’attenzione su un oggetto, un mobile, un angolo della stanza, attraverso una luce concentrata. Come utilizzare i faretti Un gruppo di faretti sopra il tavolo da pranzo avrà non solo una funzione pratica, ma definirà all’interno di una più vasta zona giorno un’area particolare senza bisogno di utilizzare accorgimenti architettonici. Faretti nascosti nel controsoffitto e allineati lungo una parete possono creare un’illuminazione radente ideale per individuare un centro di attenzione e per valorizzare il rivestimento, esaltandone particolari che in altre condizioni di luce passerebbero inosservati. Faretti inseriti nelle mensole valorizzano qualsiasi collezione e indirizzati sulla superficie di un quadro, lo rendono più leggibile e ne valorizzano i colori. Faretti esterni e da incasso I faretti possono essere classificati in due grandi categorie: quelli esterni e quelli da incasso. I primi dispongono di un supporto da ancorare alla parete o sul soffitto e sono costituiti da una o più teste solitamente orientabili. Sono disponibili faretti fissi, con un corpo cilindrico o cubico, oppure contenuti in corpi conici o parallelepipedi che scorrono su rotaie. Per questo loro aspetto, ben si adattano soprattutto ad arredamenti moderni. I faretti da incasso possono essere installati su molteplici supporti: dal classico controsoffitto in cartongesso, ai pannelli di legno, alle mensole, alle pareti, ai pavimenti. L’unica condizione è che sia possibile praticare un foro e realizzare un alloggiamento per accogliere il corpo del faretto. Caratteristica di questo tipo di illuminazione è, infatti, la possibilità di mimetizzare completamente il porta lampada facendo comparire al più un anello di metallo o di vetro. Lampadine tradizionali e a led nei faretti Per quanto riguarda le lampadine utilizzabili nei faretti, esse possono essere a incandescenza, alogene, fluorescenti o a led. Quest’ultimo tipo di dispositivo illuminante sta rapidamente sostituendo le altre lampadine per una serie di vantaggi. La tecnologia led (light-emitting diodes) impiega, anziché filamenti o gas, dei diodi che, al passaggio della corrente, emettono una luce priva di infrarossi, quindi di calore, e di ultravioletti. Le lampade a led hanno una elevata efficienza luminosa, cioè un elevato flusso luminoso in rapporto alla potenza impegnata, e quindi consentono un considerevole risparmio energetico. Sono poi caratterizzate da una durata che supera le 50.000 ore, contro le 6.000 delle lampade fluorescenti e le 1.500 di quelle a incandescenza, e dall’assenza di componenti tossici o pericolosi. Caratteristiche di un faretto Qualunque sia il tipo di lampada occorrerà comunque scegliere il voltaggio (220 volts o 12 volts con trasformatore), la potenza luminosa e il grado di protezione, quest’ultimo particolarmente rilevante per faretti da posizionare in locali umidi, come bagno e cucina, o all’esterno. Il grado di protezione è certificato dal codice ip (ingress protection) costituito da due numeri: il primo (da 0 a 6) indica la protezione contro la penetrazione di solidi e il secondo (da 0 a 9) indica il grado di protezione contro l’ingresso di liquidi. Per un faretto da doccia è prescritto un valore non inferiore a ip65. L’uso del faretto suggerirà l’ottimale apertura del fascio luminoso. Un’apertura di pochi gradi (ad esempio 24°) sarà la soluzione per illuminare in modo scenografico un solo oggetto importante; faretti con un angolo di 60° saranno più adatti per illuminare un intero ambiente. L’effetto finale sarà poi determinato in modo significativo dalla cosiddetta temperatura di colore della lampada. Se non vogliamo rischiare l’effetto ospedale, la temperatura di colore non dovrà superare i 4000 k; sotto i 3500 k potremmo invece parlare di una luce calda.
 
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