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Conversione del palazzo del ghiaccio in centro benessere - Ayas (AO)

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La riconversione del palazzetto del ghiaccio in centro benessere e ricreativo implica alcune riflessioni e considerazioni che rappresentano la base concettuale con cui è stata affrontata la progettazione. L’edificio, nato per lo svolgimento di manifestazioni di sport del ghiaccio, per ospitare attività di benessere e svago deve essere trasformato in un nuovo contenitore. Questo, a sua volta, racchiude spazi tra loro divisi, in modo che ogni attività possa essere svolta indipendentemente dalle altre, sia in termini di gestione, sia nei tempi e nelle modalità di funzionamento. Significa quindi disporre di un layout concepito con una specifica destinazione delle aree, ma in grado di adeguarsi a configurazioni diverse nel corso del tempo in funzione delle dinamiche della domanda. Per conferire al progetto una prima importante base esigenziale sono state effettuate delle indagini preliminari che hanno portato a definire il target di riferimento e un concept di prodotto costituito da più operatori che gestiscono diversi comparti. Questo permette di diminuire i rischi imprenditoriali e, nello stesso tempo, offrire servizi diversificati e di elevata qualità. Ai fini della progettazione, si vuole osservare che, per determinare una precisa definizione delle attività ma, soprattutto, una conveniente attribuzione delle superfici, è necessario mettere a punto uno specifico business plan. Tale strumento conterrà l’analisi preliminare dei costi, la determinazione dei futuri ricavi e la redditività dei vari comparti, in modo di orientare la progettazione e gli investimenti con un corretto dimensionamento e rapporto tra le destinazioni d’uso. Ai fini della riconversione architettonica dell’edificio, si è ritenuto di dover per prima cosa ripensare alla sua collocazione in rapporto al contesto circostante sia paesaggistico che urbano, e alle principali linee di accesso provenendo dal centro abitato, in modo di migliorarne le visuali, oltre che la funzionalità dei percorsi. Una delle più forti criticità è rappresentata dal contatto con il fabbricato adiacente, più basso e più piccolo, che non consente di avere una chiara definizione dell’edificio, soprattutto dalle zone di parcheggio fino all’ingresso principale. Questa commistione tra i due fabbricati, confonde le forme, ingigantendo l’impronta planimetrica, in contrasto con un tessuto urbano del villaggio caratterizzato più da frammenti che non da grandi estensioni costruite. Oltre al bisogno di conferire una maggiore coerenza dimensionale e urbanistica al palazzetto, il progetto parte da un’idea di integrazione dell’edificio con la vita del paese, facendone una parte urbana, con i suoi percorsi, le aree di sosta, i luoghi dove si svolgono le singole attività. Nasce così la necessità di avere uno spazio aperto antistante all’ingresso dell’edificio, con funzione di filtro tra il centro e il palazzetto. Questo spazio, pensato come una piccola piazza, si realizza rimuovendo la porzione di copertura a contatto con il fabbricato adiacente. Dal parcheggio o dal centro abitato è così possibile vedere ed accedere al palazzetto attraverso un percorso esterno creato in luogo del campo di bocce, spostato in un’area a fianco. Il percorso arriva nello spazio liberato dalla copertura del palazzetto, che diventa la piazza che accoglie il pubblico e contribuisce a creare le condizioni tipiche del paesaggio urbano montano Da qui si entra nella hall di ingresso e si continua con un percorso che divide l’edificio in senso longitudinale, su cui si affacciano i diversi comparti. Il camminamento centrale ripropone il concetto di strada del villaggio, come lo spazio esterno, quello di piazza. La rimozione di questa porzione del palazzetto permette anche di ridurre l’ampia superficie, a vantaggio di una maggiore razionalizzazione delle destinazioni e dei costi di gestione relativi. Il nuovo layout dell’edificio, articolato sulla spina centrale, consente di suddividere in modo più chiaro e ordinato i vari comparti che diventano tutti raggiungibili dall’interno mantenendo un’autonomia di accesso. Il distacco tra i due fabbricati e la rimozione dei macchinari esterni per il ghiaccio, ridanno un punto di vista migliorato anche dalla strada adiacente al palazzetto, che diventa anch’essa, attrezzata e ripavimentata, accesso e luogo di sosta per attività temporanee. Per consentire l’inserimento delle attività richieste dal bando di concorso, è necessario creare all’interno dell’edificio quelle condizioni spaziali, ambientali ed emozionali che rendano funzionale ed attrattivo il nuovo luogo, soprattutto quando questo deve diventare immagine di benessere e salute, in armonia con un contesto naturale di grande rilevanza paesaggistica. Tutto questo ha dirette conseguenze con quanto scritto nelle prime righe a proposito dei costi di investimento e della redditività della struttura. L’idea che si propone è quella di portare l’illuminazione naturale, opportunamente filtrata e direzionata, in corrispondenza della spina centrale dell’edificio, aprendo il colmo della copertura e creando una galleria vetrata che divide il volume in senso longitudinale. La galleria parte dall’ingresso e arriva fino alla parte opposta, sostituendo l’attuale tamponamento nord con una nuova facciata trasparente. In questo modo l’edificio viene riconfigurato anche nel suo aspetto spaziale, coerentemente alla pianta, con un intervento che tocca in realtà solo l’involucro esterno, lasciando inalterate le strutture portanti. L’intero volume visto dall’alto appare ridimensionato dalla comparsa di superfici trasparenti in sostituzione di quelle opache, che dividono la superficie e la rendono più frammentata e meno impattante rispetto alla situazione attuale. La galleria vetrata illumina tutta la spina, la hall di ingresso e, attraverso le vetrate di separazione tra il camminamento e le aree adiacenti, illumina le zone centrali delle piscine e della spa. La luce dall’alto contribuisce a creare un ambiente di forte interazione con l’esterno, dove si cerca di mantenere il contatto con la natura, come in una bolla il cui involucro tende a smaterializzarsi a beneficio dell’intorno. Per aumentare questo effetto di diffusione della luce naturale all’interno degli ambienti, sono state previste altre aperture spot vetrate sulle falde della copertura, in corrispondenza degli spazi disposti ad un livello superiore a quello terreno. Il maggior utilizzo della luce naturale, attraverso le nuove vetrate, riduce l’uso di quella artificiale, a vantaggio di minori consumi elettrici, aumenta l’irraggiamento solare in ingresso, compensando le dispersioni energetiche dovute a maggiori coefficienti di scambio termico. Le coperture della galleria e delle luci sulle falde, opportunamente orientate, consentono di ospitare gli elementi con celle solari fotovoltaiche. Questa trasformazione, da quella che ad oggi è una grande tettoia di copertura della pista di ghiaccio, a un edificio inserito nell’ambiente, si completa con il rivestimento dei lati più lunghi attraverso un cappotto esterno costituito di una nuova pelle in legno, con interposto uno strato di isolamento termico. Il legno, lavorato a doghe orizzontali, è posato con una tessitura differenziata, a seconda se riveste le strutture e i tamponamenti opachi, o passa davanti alle chiusure trasparenti filtrando la luce e la visibilità. L’intervento, oltre a conferire un’immagine più omogenea e mimetica all’intero complesso, consente di aumentare la performance del sistema edificio-impianti, riducendo le dispersioni energetiche e migliorando il comfort interno. La riqualificazione tecnologica ed energetica e l’integrazione di sistemi per l’utilizzo di fonti rinnovabili rappresentano la condizione essenziale per rendere l’edificio abitabile e, in particolare, per poter ospitare delle attività sportive e di cura della persona, dove i microclimi da realizzare e le attività da svolgere richiedono considerevoli quantità di energia, i cui costi risultano determinanti nella gestione economica. L’intero progetto è orientato ad una concezione bioclimatica ed ecosostenibile con una forte integrazione di tecnologie passive e sistemi impiantistici che utilizzano fonti rinnovabili di energia di origine solare e geotermica. Per utilizzare la fonte solare per il riscaldamento dell’acqua sanitaria e dell’aria di ventilazione, come meglio descritto successivamente, è stata prevista una nuova struttura su cui collocare i pannelli solari, inclinata e rivolta verso sud, integrata attorno alla sagoma della copertura dell’edificio, a formare una vela orientata al sole. La forte inclinazione non permetterà la permanenza della neve. La struttura sarà realizzata in acciaio e legno e il costo è stato sommato a quello dei sistemi solari ai fini dei calcoli di convenienza tecnica-economica. Concorso svolto in qualità di giovane professionista, nell’ambito della collaborazione con la società steget srl.
 
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